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Ancora morte, ancora scene di feroce guerriglia tra le buie strade di una città, più di un pronto soccorso ingolfato dalla presenza di centinaia di feriti per cinquanta dei quali è stato disposto il ricovero, vista la gravità delle ferite riportate durante gli scontri e, per concludere, purtroppo si conta anche un morto…No, cari lettori, questo non è il tragico bollettino che puntualmente giunge da Baghdad, questa volta siamo in Italia e, precisamente a Catania dove si è scatenata la furia dirompente dei tifosi in occasione di una semplice partita di calcio. Come non rimanere sconcertati di fronte alle immagini raccapriccianti mandate in onda da tutte le tv nella serata di venerdì 2 febbraio? Come non fermarsi a riflettere su quelle scene di ordinaria follia? Una volta il nostro Paese fungeva da esempio, era considerato come culla della civiltà e il nostro popolo era definito come un lusinghiero agglomerato di santi, poeti e navigatori. Oggi, invece, cosa siamo diventati? Bisognerebbe interrogare le proprie coscienze perché ritengo che abbiamo imboccato la via del non ritorno in quanto simili episodi altro non sono se non chiari campanelli d’allarme di una situazione di malessere generale che degenera in gesti intollerabili e inqualificabili: no, morire per una partita di calcio non è ammissibile, l’intero mondo del calcio è degenerato, flagellato da squallidi episodi intrisi di corruzione, di violenza, distruzione e morte… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Ma ci rendiamo conto? Cosa aspettiamo ancora a prendere provvedimenti seri e definitivi piuttosto che adottare semplici soluzioni tampone che risultano veramente ridicole di fronte alla drammaticità degli eventi? A mio avviso è inutile sospendere per un turno tutti i campionati di calcio italiani perché a quello successivo potrebbe scatenarsi ancora una volta l’inferno. Purtroppo un dato di fatto inconfutabile è che il tifoso è ormai diventato troppo violento, ma il tifoso, prima di essere tale è un essere umano per cui bisogna partire dalla sua rieducazione. Bisogna insegnargli a perseguire valori e tradizioni oltre a educazione, rispetto, tolleranza e, perché no, anche la fratellanza che, purtroppo sembrano essere diventati solo un lontano ricordo. A questo punto mi dite a cosa serve intonare l’inno italiano all’inizio di ogni partita della nostra nazionale? Mi pare che cominci proprio con “fratelli d’Italia”…ma fratelli di cosa se riusciamo a trasformare un momento di gioia, un momento di unione in una tremenda e vergognosa tragedia, insomma se ogni occasione è buona per trasformarsi in tanti Abele e Caino? Il calcio non può non rappresentare uno spaccato della nostra società, allora vuol dire che qualcosa proprio non va. Allora bisogna operare su quelle cellule fondamentali che la compongono partendo dalla prima che è rappresentata dalla famiglia per poi arrivare alla scuola che sembra aver smarrito i suoi compiti fondamentali ossia educazione e formazione. Se non opereremo in questa direzione allora non credo che ci siano speranze di cambiamenti significanti…se il mondo della politica invece di azzuffarsi continuamente riuscisse a comprendere almeno questo forse qualcosa si potrebbe ancora fare: voi cosa ne pensate?