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“Non è il momento delle polemiche”, ” Una giornata di lutto per tutta la Calabria”, “Garantisco l’impegno del sindacato alla ricerca della verità”, “Solidarietà ad una famiglia veramente straordinaria”, “Impossibile accettare una morte così”, “nessuna speculazione sulla vicenda”, “Il ministro Turco riferisca in Parlamento” …eccetera, eccetera, eccetera. Questo, cari lettori, è più o meno il tono (molto meno che più, in verità) delle dichiarazioni rilasciate dagli esimi esponenti del mondo della politica nazionale e calabrese accorsi frettolosamente al capezzale della povera Federica, ennesima vittima disgraziata e incolpevole delle catastrofiche inefficienze del carrozzone rattoppato chiamato sanità! Ricordiamo che la vittima era di Vibo Valentia e che per un’assurda mancanza di energia elettrica verificatasi nella sala operatoria della struttura ospedaliera locale (dove era ricoverata per una banale appendicite) si è ritrovata incredibilmente in coma; trasportata successivamente nella struttura ospedaliera di Cosenza, Federica rimaneva in questo stato per circa una settimana: oggi Federica ha ritrovato la pace dei giusti lasciando molti dubbi e tante perplessità tra coloro che sono rimasti su cosa sia successo realmente in quella sala operatoria dell’ospedale di Vibo Valentia venerdì 19 gennaio 2007. Insomma, stando ai fatti, l’interruzione dell’energia elettrica (causato probabilmente da uno sbalzo di tensione esterno- dicono i medici)… PER CONTINUARE LA LETURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…nella sala operatoria avrebbe causato la mancanza di ossigenazione al cervello della povera ragazza sotto anestesia. Com’è potuto accadere visti gli accorgimenti preventivi di sicurezza in dotazione a tutte le aziende ospedaliere? Semplice, la macchina dell’anestesia non era collegata al gruppo di continuità! Se questa fosse la verità vera sull’accaduto allora potremmo tranquillamente affermare che in Calabria, oltre alla mafia ucciderebbe anche la malasanità. E, a proposito, poco mi rassicurano le parole urlate a gran voce dal Ministro della Sanità all’indomani della sciagura – ” Insieme cambieremo la sanità nel nostro paese!”– (perché dovremmo farlo insieme poi dovrebbe spiegarlo agli italiani visto che è lei il Ministro e che per questo viene anche retribuita profumatamente…) Ma, purtroppo, sembrerebbe che la verità sul tragica sciagura sia un’altra, soprattutto alla luce delle verifiche prontamente effettuate dal personale specializzato dell’ENEL che ha affermato quello che mai avremmo voluto sentire: sulla linea elettrica che serve l’ospedale di Vibo Valentia, il giorno 19 gennaio venerdì, non si è verificato nessun disservizio…E allora che cosa è accaduto realmente quel giorno? Tragica fatalità, colpevole manchevolezza, negligenza o scarsa conoscenza del proprio mestiere? Un fatto è certo, in terra di Calabria uccide anche la menzogna. Che ognuno si passi una mano sulla coscienza permettendo alla verità di emergere dal solito buio della solita omertà.