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Un thriller dalle aspettative troppo ambiziose.


Anche se “Il Codice da Vinci” non molla la vetta degli incassi, ed anche se nel secondo weekend di programmazione, il film di Ron Howard tratto dal bestseller di Dan Brown ha incassato nelle sale 4 milioni e 460 mila euro, per complessivi 17.055.701 euro, si può tranquillamente affermare che il regista americano ha deluso.

Chi si aspettava un film da Oscar con grandi star, una buona trama e splendide ambientazioni si è dovuto ricredere.

La storia prende il via dalle vicende di un professore americano di Harvard, Robert Langdon, al secolo Tom Hanks, sospettato di un misterioso assassinio commesso all’interno del Museo del Louvre, che viene contattato ed assoldato dalla polizia francese, con la scusa di aiutare a risolvere il caso. Inseguito da un implacabile ispettore della polizia, Jean Reno, e da alcuni personaggi legati ad un misterioso ‘Maestro’, Langdon, con l’aiuto di una crittologa francese, Audrey Tatou, che si rivelerà essere la nipote dell’uomo ucciso nel Museo, deve riuscire a interpretare una serie di indizi lasciati dall’ucciso attraverso i quadri di Leonardo da Vinci. Le indagini seguiranno alcune tracce che si riveleranno determinanti per portare alla luce un incredibile mistero, protetto per secoli da una setta segreta e che potrebbe sconvolgere e minare i fondamenti della religione cristiana.

La traslazione cinematografica del thriller che ha fatto parlare di se per molti mesi non ha soddisfatto le aspettative. Il Codice è risultato un classico film hollywoodiano, un thriller senza troppe pretese, da regista miliardario,credibile tanto quanto Mission Impossible.

Le spiegazioni storiche del romanzo sono risultate complesse, causa di un linguaggio cinematografico non molto efficace, rallentando l’azione nel film.

I personaggi non sono riusciti a prendere vita. Sembra non ci sia stato collante tra gli attori.

Tom Hanks è sprecato e Audrey Tatou è monotona

Forse una buona parola va per Paul Bettany il monaco invasato, e l’anziano professore, il Maestro, interpretato da Ian McKellen, grande attore e protagonista nascosto di questo film.

Buona invece la realizzazione tecnica del film. Come ogni thriller che si rispetti il montaggio è rapido, la musica è presente tanto quanto basta e la fotografia, aiutata da alcune suggestive ambientazioni, risulta essere in alcuni momenti molto interessante ed efficace. In complesso, è molto meglio fermarsi alla lettura del romanzo, sicuramente più avvincente ed efficace.

Di Simona Salta