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Sarebbe auspicabile che i calabresi si fermassero un attimo a riflettere sulle condizioni in cui versa la propria regione visto che, ormai, è assodato, che la Calabria rappresenta l’ultima realtà d’Europa, una triste realtà che, mi chiedo con sempre maggiore convinzione, quanto, nelle stanze dei bottoni, e, cioè, quelle che contano veramente, si voglia cambiarla in meglio. La storia, con tutti i chiaroscuri che l’hanno contraddistinta, ci insegna come i problemi rappresentino un valido strumento di controllo delle masse, una leva su cui agire per crearsi una clientela redditizia su cui fondare le proprie fortune. Rifacendomi a questi postulati che ci vengono da un saggio passato invito i calabresi a prendere atto di questa situazione, infatti, ritengo che sia veramente giunto il momento di rimboccarsi le maniche e di fare qualcosa, magari, cominciando a rialzare il capo con fierezza e caparbietà, visto che per troppo tempo, lo si è tenuto sotto la sabbia al pari degli struzzi. Fare qualcosa quindi, ma cosa? Innanzitutto, smettere di credere sempre alle storielle che ci vengono propinate, sebbene ricche di buone intenzioni, a cui, però, non hanno mai fatto seguito i fatti. Una delle storielle più proposte è rappresentata dalla chimera del colpo di spugna sul Governo precedente, un pò come accade a livello nazionale dove tutti? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…sono bravi a denunciare con certosina precisione le problematiche senza offrire, però, una soluzione adeguata e decente, visto che si percepisce un lauto stipendio per assicurare un buon governo della cosa pubblica anche a livello di opposizione oltre che di maggioranza. Sarebbe ora, dunque che il cittadino, singolarmente o in assise cominciasse a chiedere contezza del proprio operato ad ogni politico che occupi, con il proprio deretano, la sua bella poltrona! Signori miei ma veramente potete credere che un nuovo e plebiscitario Governo regionale possa cambiare le cose che, a ben guardare, sono messe davvero male, e in così poco tempo? Nel nostro caso non basteranno diverse generazioni per ridare dignità alla nostra terra…ma che almeno si cominci ad operare in questa direzione; i figli di Calabria dovrebbero pretendere, quanto meno, l’interessamento di chi di dovere verso problematiche quali, ad esempio, la cronica carenza di lavoro, e, quindi, di economia; le infrastrutture ormai al collasso che, continuando così, finiranno per uccidere un turismo già agonizzante; o, ancora, il dilagare del fenomeno ndrangheta che stritola il commercio e lo sviluppo nella morsa della paura; e come non parlare, poi, di quei maledetti “strozzini” che attraverso la piaga, incancrenita, dell’usura rubano l’anima a tanti disperati ormai senza speranza né futuro, lacerando, così, le carni dell’onestà; ma come si fa tollerare l’usura come lucrosa fonte di reddito in una Regione così ricca di potenzialità inespresse che sta letteralmente morendo di fame, nonostante le tante auto lussuose, barche di varia stazza, palazzi che sorgono come funghi, ovviamente, tutti venduti già sulla carta prima ancora che vengano costruiti e tanto altro: signori ma guardiamo in faccia la realtà fatta di mutui e povertà oltre che di vari finanziamenti molti dei quali rimarranno inevasi per mancanza, come dire, di materia prima…calabresi sveglia, adesso o mai più, pretendetela la dignità di questa terra così bistrattata, così dimenticata, così povera, così sola e così triste. Ma perché le cose possano veramente cambiare è necessario anche il nostro impegno e la nostra operosità…solo così, forse, potremo uscire da questa palude acquitrinosa in cui siamo impantanati oltre che emarginati.