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Dopo “L’orso”, il regista di Sette anni in Tibet, Jean-Jacques Annaud, torna al cinema con un altro film sugli animali.

Protagonisti dei “Due fratelli” sono due cuccioli di tigre nati nella giungla asiatica, la cui vita tranquilla viene un giorno sconvolta da mercenari in cerca di statue antiche.

Nati nel cuore della giungla del sud est asiatico, tra le rovine di un tempio dimenticato, due cuccioli di tigre crescono giocando e imparando l’uno dall’altro sotto lo sguardo benevolo delle statue Buddha coperte di muschio e l’occhio attento dei loro genitori. Uno dei due è buono e gentile, l’altro coraggioso e impavido. Quando un ex cacciatore, interpretato da Guy Pearce, che molti ricorderanno in “L.A. Confidential” e “Priscilla la regina del deserto”, arriva al tempio per saccheggiare le sacre statue, il destino dei due animali cambierà per sempre…

“Due fratelli” è una storia tenera sulla amore fraterno e sul potere dell’amicizia. Ambientato nell’Indocina francese negli anni ’20, è stato girato in esterni in Cambogia e Tailandia. Un progetto realizzato grazie, oltre al regista Jean-Jacques Annaud, anche al faticoso lavoro di Thierry Le Portier l’addestratore delle tigri, che con il regista aveva già lavorato alla scena con il puma in “L’Orso”.

Il film girato in parte in digitale e in parte in 35mm, ha utilizzato pochissimi effetti speciali a 3D, soltanto quando le scene erano troppo pericolose per gli uomini. La produzione ha visto impegnate trenta tigri tra cui diciotto cuccioli. Dopo aver scelto i due protagonisti, per ognuno di loro è stata “ingaggiata” una controfigura.

Per motivi di sicurezza, ogni scena nella quale c’erano animali e uomini è stata girata in doppio passo, vale a dire prima le tigri e poi gli attori, sullo stesso set. La scena è stata poi montata in post-produzione. Per far si che i movimenti della macchina da presa fossero assolutamente identici, è stata utilizzata la tecnologia del controllo del movimento. La macchina da presa e la gru venivano gestite da un software che rendeva possibile l’esatta riproduzione degli stessi identici movimenti.

Ottima la scenografia che ha creato perfettamente gli ambienti della giungla dotata, inoltre, di una forte struttura in grado di resistere alle carezze dei felini e al loro vagabondare.

Per l’occasione dell’uscita del film il WWF, che ha appoggiato il lavoro di Jean-Jacques Annaud, ha lanciato una raccolta fondi per salvare le tigre di tutto il mondo.

 

Roberto Cecere