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Libertà di pensiero


Gent.mo Avvocato

Chi le scrive è il detenuto Lo Giudice Pietro.

precedentemente le avevo inviato una epistola. Oggi le invio un’altra lettera contenente uno scritto da inserire nel sito internet. La informo che io oltre a frequentare la scuola alberghiera, frequento anche un corso di giornalismo. Le chiedo se tramite un suo interessamento potevo pubblicare un libro, in modo che qualsiasi persona possa leggere i miei scritti.

Concludo ringraziandola e invio distinti saluti.

02/02/2004 Lo Giudice Pietro

L’incontro con i giornalisti

Oggi 30 gennaio 2004, per me che vivo la condizione di detenuto, è stata una giornata particolare. Frequento insieme ad altri un corso di giornalismo, che fa parte di un progetto della comunità montana. E’ la prima volta che faccio un’esperienza del genere nuova. Presso l’istituto penitenziario di Paola; nella cappella si è svolto un convegno. Noi detenuti, quali partecipanti del corso, abbiamo incontrato e conosciuto per la prima volta, tutti i componenti della redazione. Erano presenti: il presidente, il direttore, l’assessore ed anche alcuni giornalisti. Ognuno di loro ha fatto il suo discorso. Il presidente della comunità ha voluto illustrare alcune iniziative già messe in atto. E’ stato dedicato uno spazio a noi detenuti dove in una pagina del giornale ogni mese vengono pubblicati i nostri scritti. Le copie realizzate sono state all’incirca 3000, i lettori hanno dimostrato di essere interessati anche alla “categoria” detenuti. Qualcosa nella società sta cambiando, sembra che quel muro che divide il carcere con il mondo esterno stia scomparendo, anche se la gente ancora ha bisogno di approfondire meglio le conoscenze verso la realtà carceraria. Qui al sud c’è un po’ di diffidenza nei confronti di chi subisce la detenzione, perché la maggior parte delle persone esterne non hanno mai prestato servizio all’interno di un istituto di pena o non lo hanno mai visitato, quindi non avendo fatto esperienza del genere, pensano che il carcere è come quello che viene fatto vedere nei film alla tv. Oggi, con la tecnologia che progredisce e con i mezzi di comunicazione che ci sono, possiamo avere più contatto con il mondo esterno e ciò ci consente di portare al di là del “muro” la nostra voce. Ho ascoltato durante il convegno il discorso del comandante di questo istituto, devo dire che è stato interessante, perché evidenziava le disparità di agevolazioni che ci sono tra le carceri del nord e quelli del sud. Al nord ci sono tante iniziative che vengono portate a termine. Gli imprenditori creano il lavoro dentro il carcere, il volontariato segue con molta attenzione i problemi di chi è in condizioni disagiate. Sempre al nord ci sono le case di accoglienza detenuti. Invece, al sud la realtà è molto diversa, nonostante gli sforzi che vengono fatti dall’amm. penit.ria per sviluppare i progetti, il problema sorge nei fondi quando devono essere stanziati, perché mancano sempre. Ciò impedisce di diffondere coltura e restituire alla società civile persone più istruite. Credo che debbano essere sensibilizzati di più gli enti locali, le amministrazioni comunali e regionali, per far si che anche le carceri del sud siano alla pari con quelli del nord. Il mio desiderio è quello che le situazioni in futuro migliorino sempre di più.

Lo Giudice Pietro