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Tata & Rover… da oggi , insieme!

Da oggi il logo storico delle Rover tornerà a splendere, opportunamente ristilizzato, sui cofani delle nuove vetture di Longbridge, due delle quali le abbiamo sotto gli occhi: una city car e una urban car. Questi i nomi: CityRover, tutto attaccato, la prima; Streetwise la seconda.

CITYROVER E’ il primo frutto dell’accordo firmato tra la Rover e la casa indiana Tata. In pratica è la Tata Indica ritoccata in modo da essere meglio presentabile nel Regno Unito e in tutto il resto d’Europa. Rispetto alla sorellina indiana guadagna una calandra scura con il nuovo Logo Rover al centro e tre belle prese d’aria integrate nel paraurti più imponente. Cofano e fiancata restano gli stessi, con linea di cintura che tende ad alzarsi sulla coda e quattro porte che si aprono a 90° per accomodarsi all’interno.

Più riuscita la parte posteriore, che ricorda in parte la Fiat Punto, con i fari a sviluppo verticale che delimitano il portellone e un bel paraurti a dare importanza al tutto. Ripreso dalla cultura orientale il vezzo di stampare sul portellone il nome della vettura.

All’interno trovano posto cinque passeggeri, immaginiamo di corporatura non molto robusta, seduti un po’ in alto per guadagnare spazio per le gambe. I sedili posteriori si dividono secondo lo schema classico 60/40 offrendo al bagagliaio una flessibilità di carico variabile dai 220 ai 610 litri.
Sarà disponibile anche una versione più sportiva, con cerchi in lega, volante e pomello del cambio in pelle, faretti anteriori supplementari e spoilerino posteriore, mentre la versione lusso avrà invece alzacristalli elettrici e condizionatore di serie. Da definire ancora nel dettaglio comunque il tipo di allestimento proposto per il mercato italiano. Di base, al momento del lancio, la CityRover sarà disponibile con un 1,4 litri di derivazione Peugeot con 115 Nm a 3000giri e 85cv di potenza, associato a un cambio manuale a cinque rapporti. Molto interessanti i prezzi, che varieranno dai 9.500 ai 12.000 Euro per le versioni più accessoriate.

Gianluca Ionà