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Questa settimana, il “Grillo” riporta il discorso di Pecorario Scanio alla Camera, all’indomani di Nassirya.



Riporto di seguito il discorso del parlamentare Pecoraio Scanio dei Verdi in Parlamento tenuto il giorno dell’attentato di Nassirya, che mi sento di condividere pienamente al di là di ogni matrice politica. E’ palese che la nostra Costituzione ripudi la guerra. Ma l’intervento in Iraq degli americani, agli occhi di qualunque analista politico economico, è stato inquadrabile come guerra, come assalto ad un paese straniero pur dominato da un Rais barbaro. E quanta parte abbia avuto la cupidigia nei confronti del petrolio, solo i sevizi segreti lo sanno…

Ora, l’azione italiana che si doveva configurare come operazione di pace, in realtà, come abbiamo visto, ha assunto altri connotati: i nostri militari sono stati uccisi come se fossero stati in guerra. Forse era il caso di inserire il nostro intervento sotto l’egida dell’ONU, unica garante davanti agli occhi iracheni di equità e assenza di sotterranei interessi.

Gianluca Ionà

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Discorso di Alfonso Pecorario Scanio, alla Camera dei deputati

Signor Presidente, oggi è un giorno di lutto e noi Verdi riteniamo occorra l’unità nella solidarietà alle famiglie; ed è un lutto vero che non deve essere ammantato di una retorica patriottarda, ma di una solidarietà reale. Non è un caso, signor Presidente, che noi non abbiamo applaudito, come invece ha fatto gran parte di quest’Assemblea, il ministro e il Governo, che riteniamo inadeguati, ma abbiamo applaudito con convinzione quando il Presidente della Camera si è espresso per la solidarietà alle famiglie delle vittime, perché questo è un elemento vero di unità delle nostre coscienze e del nostro modo di sentire.

Questa missione era partita come una scorta per un ospedale da campo a Baghdad, questa è stata la motivazione della richiesta del voto parlamentare. Noi già all’epoca dicemmo che eravamo preoccupati, perché temevamo che si andasse invece in guerra e che non fosse chiaro il discorso fatto in Parlamento. Quello che abbiamo visto è che il pericolo del terrorismo è aumentato, non è diminuito, e che oggi tanti, anche in quest’Assemblea, hanno riconosciuto che le nostre truppe sono in guerra in Iraq, purtroppo, contro quello che prevede la nostra Costituzione, purtroppo subendo quella che è una politica fallimentare, l’azzardo della guerra preventiva dell’Amministrazione Bush, che oggi – va ricordato – negli Stati Uniti d’America viene condannata dalla maggioranza assoluta dei cittadini americani, che chiedono a Bush di mettere fine a questa occupazione. Anche il partito di opposizione negli Stati Uniti – i democratici -, oltre ai Verdi che già lo chiedevano prima, oggi chiede che vengano sostituite le truppe di occupazione con le Nazioni Unite.

Il nostro compito oggi è come evitare altri morti, come garantire la pace in Iraq e nel mondo.

Noi verdi oggi non abbiamo detto che è colpa del Governo quello che è accaduto oggi, non ci siamo voluti associare ad una ipotesi che poteva sembrare di grave strumentalizzazione, ma non vorremmo nemmeno sentire da parte vostra la pervicacia nel dire che tutto continua come nulla fosse, perché questo sarebbe un oltraggio ai morti, uno schiaffo agli italiani e alle tante famiglie che oggi vedono come dramma la vicenda irachena.

Noi vi chiediamo di nuovo, non oggi, ma da tempo, di ritirare le truppe perché non è più una missione umanitaria, ma è una guerra.

Noi non possiamo stare in questa guerra! Dobbiamo agire in sede di Nazioni Unite, in sede internazionale, per portare la pace e per arrivare rapidamente alla fine di un’occupazione militare che rischia di avvelenare il clima del pianeta. Questo è il nostro impegno, e questo oggi noi lo dobbiamo, come vero atto di solidarietà, ai nostri giovani. Non bastano il lutto e il cordoglio ma dobbiamo, da domani, iniziare a lavorare affinché non accadano più situazioni drammatiche e tragiche come quella di oggi

Alfonso Pecoraro Scanio

(12 novembre 2003)