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Ecco a voi una fiaba che fotografa fedelmente la realtà della “Società delle Tangenti & Co.” nella Prima Repubblica”….sempre dal “Pianeta Longostrevi”!



C’era una volta un remoto mare

pieno di squali, serpenti e zanzare

un mare tanto antico e profondo

quasi quanto le pene del mondo

e c’era un piccolo pesciolino

che andava operoso lungo il suo cammino;

finché un giorno avendo la pancia un po’ troppo piena

Credette di essere ormai una balena,

così pensò valesse la pena

provare a spezzare l’arcana catena.

Le creature dell’incantato mare

dapprincipio lo lasciarono fare:

era divertente anche stare a guardare

fin dove il pesciolino voleva arrivare;

non era poi certo lui ad inventare

Il conflitto fra l’etica comune e il Diritto.

Ma poi stanchi dell’ignobile e oltraggioso digiuno

Si recarono uniti al cospetto del Dio Nettuno.

rabbiosi e furenti verso quell’essere vile

che osava stravolgere le regole della convivenza civile,

e dissero che era intollerabile eresia

Anche solo avvertire tale dicotomia.

Fu così che il Dio Nettuno prese in odio quel suo piccolo figlio

E gli tolse ogni possibile appiglio,

scatenando la santa e tremenda bufera,

(che portò il pesciolino dritto dritto in galera)

che oscurò il sole e fece più buia la sera.

Fu così che ai marinai delle navi di passaggio,

perché nulla ne turbasse l’eterno viaggio,

fu fatto chiudere ogni boccaporto…

Per non venire assaliti da quella gran puzza di morto.