DIZIONARIO DELLE “PAROLE DIFFICILI”: dalla lettera A alla lettera B
- Abbeveràta: Il far bere o condurre a bere il bestiame / Il luogo in cui si conduce a bere il bestiame o in cui, quest’ultimo, si reca spontaneamente / USO MARINARESCO << Operazione consistente nel riempire d’acqua un’imbarcazione tirata in secco per assicurarsi che lo scafo sia perfettamente stagno >>.
- Abusiòne: Termine con cui si identifica l’evento che si determina quando, invece della parola propria ( che non esiste ), se ne usa una affine: “il collo della bottiglia” – etc. / Termine con cui si identifica l’evento che si determina, quando una parola si riporta ad un senso lontano da quello che le è proprio: “montare a cavallo di un asino” – ” calzare un guanto” – etc.
- Accessiòne: Adesione, partecipazione ad un accordo stipulato da altri e farvi parte alle medesime condizioni / Aumento, aggiunta di in archivi, biblioteche, donazioni, etc. / In diritto, aumento naturale di una proprietà (ad esempio, quando si ritirano le acque lungo la sponda di un fiume, etc).
- Acceziòne: Significato assunto da un vocabolo
- Accìdia: Svogliatezza, pigrizia, inattività / Nella teologia cattolica, rappresenta uno dei sette peccati capitali.
- Accìsa: Imposta indiretta sui consumi come, ad esempio, l’imposta di fabbricazione.
- Acclìve: Ripido, erto / Opposti sono gli aggettivi, proclive – accline / Sostantivo femminile è acclività: “l’acclività di un sentiero montano”.
- Accòllo: Contratto mediante cui, una persona (accollante), si impegna a pagare il debito di un’altra (accollato) / Assunzione volontaria di un incarico o di un obbligo.
- Accòlta: Adunata, gruppo di persone
- Acèdia: sostan., mancanza di vitalità spirituale, di energia psicofisica spinta all’azione, indifferenza mista a malinconia, stato torpidamente depressivo che impedisce alla volontà di operare.
- Acèrrimo: aggettivo superlativo assoluto di acre. In senso figurato ed estensivo irriducibile, fierissimo.
- Acescènte: aggettivo. Di qualcosa che tende all’acido specialmente per fermentazione, che produce acidità.
- Acheropita: aggettivo e raramente sostantivo. Di derivazione non umana, di origine misteriosa, nella religione cattolica si suole indicare la Madonna ed in genere le immagini sacre.
- Acribìa: sostan., letteralmente significa esattezza, estrema precisione nell’indagine critica.
- Acrimònia: sostan., l’essere acre specie in senso figurato, asprezza, astio, ostile disposizione di animo.
- Acrònimo: sostan., sigla, cioè nome formato con le lettere o le sillabe iniziali di altre parole, FIAT, p.e., è l’acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino.
- Acròstico: sostan., componimento in cui le lettere iniziali di ciascun verso o riga, lette verticalmente secondo l’ordine, formano parole di senso compiuto. Usato anche come aggettivo: un sonetto acròstico.
- Acùzie: Non molto usato come sinonimo di acutezza. Più frequente in medicina il significato di acme, momento culminante di una malattia o di intensità di un dolore.
- Addiaccio: sostan., recinto entro il quale, durante la notte, i pastori tengono il gregge allo scoperto. Usato per indicare la sosta notturna all’aperto di soldati, escursionisti e simili, ma in questo caso più propriamente si utilizza il termine bivacco. Come locuzione all’addiaccio: all’aperto, p. e. dormire all’addiaccio.
- Adire: verbo trans. ricorrere, rivolgersi a qualcuno. Particolarmente usato nel linguaggio giuridico: adire il magistrato, il Tribunale: presentarsi al giudice per far valere un diritto; adire un’eredità: accettarla nei modi di legge.
- Adito: sostan. m., entrata, passaggio. Dare àdito: dare accesso. E’ usato anche in senso figurato con il significato di offrire l’opportunità: dare àdito ai pettegolezzi. Inoltre, come facoltà di accedere: avere àdito presso il ministro.
- Adonestare: verbo trans. Dare apparenza di onestà e di giustizia a qualcosa che non lo è completamente.
- Aèdo: sostan. m., presso gli antichi Greci, poeta che andava di corte in corte cantando le imprese degli eroi.
- Afasìa: Impossibilità totale o parziale di parlare o di intendere le parole, derivata da lesioni dei centri nervosi e non da una deficienza intellettiva o da lesione degli organi del linguaggio.
- Affatto: avv. Può avere due significati diversi, a seconda che viene usato da solo o preceduto da una negazione. Nel primo caso, significa Interamente, del tutto, per tutto: opinioni affatto diverse. Nel secondo caso rafforza nelle negazioni: non ho affatto fame, niente affatto= negazione recisa.
- Affèttare: Fare o dire qualcosa in modo non naturale, ma con maniere artificiose, studiate, ostentate. Anche nel senso di far mostra di sentimenti o qualità che in realtà non si possiedono.
- Aforisma: sostan. m., massima, sentenza che sintetizza in modo chiaro il risultato di precedenti meditazioni; massima, sentenza espressa in poche parole.
- Afròre : sostan. m., Odore grave e forte, caratteristico dell’uva in fermentazione e del carbone che si accende. Anche per indicare acre odore di sudore.
- Agape: sostan. m., Consuetudine caritatevole degli antichi cristiani diffusa soprattutto nei primi secoli: un ricco credente invitava alla sua mensa le vedove e i poveri della comunità, alla presenza di un ecclesiastico. Deriva probabilmente dal banchetto sacro al quale i cristiani di Gerusalemme partecipavano per commemorare l’ultima cena di Gesù. In senso estensivo: convito, banchetto intimo fra amici.
- Aggiotaggio: sostan. m., speculazione dolosa che si attua attraverso l’acquisto o la vendita reale o simulata dei valori di borsa o anche d’un dato genere di merci o di titoli negoziabili nel pubblico mercato, per farne aumentare o riabbassare il prezzo ricorrendo alla diffusione di notizie false e tendenziose o ad altri mezzi fraudolenti allo scopo di trarne illecito profitto a danno dei risparmiatori e degli altri operatori.
- Aggradare: v. intrans. dif., (usato solo nella terza pers. sing. e pl. dell’ind. pres. e nella terza pers. dell’ind. imperf.) essere gradito, piacere, andare a genio.
- Agiògrafo: sostan. m., chi studia o scrive la vita dei santi. Usato in senso dispregiativo per indicare autore di biografia adulatoria e celebretativa di qualcuno.
- Agnato: sostan. m., parente in linea maschile. E’ termine del linguaggio giuridico.
- Agnosticismo: sostan. m., dottrina che afferma l’inconoscibilità di ciò che non cade sotto l’esperienza umana; il termine fu coniato dal filosofo Th.H. Huxley verso il 1869. Significato estensivo : atteggiamento di chi si astiene dal prendere posizione su un determinato problema. L’agg. agnostico si riferisce a chi non intende pronunciarsi su problemi politici, religiosi, sociali, etici ecc.
- Agognare: v. trans., anelare a qualcosa, desiderare ardentemente; v. intrans. agognare alle ricchezze.
- Agone: sostan. m., letteralmente, riunione e contesa sportiva o poetica ed il luogo ove essa si tiene, scendere nell’agone. Di qui il significato, presso gli antichi Greci e poi presso i Romani, di festa pubblica, nel corso della quale avvenivano gare a premio di atletica ed anche musicali e poetiche, di abilità e ingegno. L’agg. agonale può significare sia ciò che attiene all’agone, sia pugnace, combattivo, pronto ad affrontare l’agone. Della stessa radice etimologica: agonia e agonista (combattente nell’agone).
- Albagia: sostan. f., alterigia derivante da eccessiva opinione di se stessi: pieno d’albagia. Boria, pomposa vanità.
- Albarèllo: sostan. m., il barattolo di terracotta in cui si conserva il sale, vaso cilindrico di maiolica decorata un tempo usato nelle farmacie.
- Alburno: strato novello di legno che si aggiunge ogni anno al corpo legnoso delle piante di alto fusto tra la corteccia ed il cuore o durame; man mano che l’alburno muore trasformandosi in durame (legno propriamente detto) se ne forma del nuovo verso l’esterno per poi seguire lo stesso processo.
- Alea: sostan. f., nel diritto, per indicare il grado d’incertezza riguardo al vantaggio che se ne può trarre nello stipulare un contratto o nel creare un’impresa.
- Algido: agg. m., gelido, ghiacciato, in medicina indica un periodo, stato algido primo sintomo della malaria ed, in genere, delle malattie infettive gravi.
- Algoritmo: sostan. m., in matematica ogni procedimento sistematico di calcolo che consente di eseguire determinati calcoli secondo regole costanti; in informatica, successione finita di dati organizzati in ordine logico e finalizzato ad un risultato.
- Allocazione: sostan.f., 1) modificazione apportata dall’autorità tutoria al bilancio di un ente pubblico; assegnazione, ripartizione; 2) premio stabilito per una corsa ippica, ripartito proporzionalmente fra vincenti e piazzati; 3) in informatica, assegnazione di un’area di memoria ad un programma.
- Altana: sostan. f., 1) terrazzino coperto, costruzione a loggia sul tetto di una casa. 2) Posto di guardia sopraelevato, collocato al di sopra del muro di cinta di caserme o altre installazioni militari per garantire la sorveglianza delle adiacenze.
- Ambage: sostan. f., tortuosità, giravolte; (pl. -gi), giri di parole spesso fatti ad arte.
- Amerindio: agg. (pl. m. -indi), degli indiani d’America; sostan. m., (f. -a), indigeno delle Americhe.
- Ammannìre: v.trans., preparare, allestire, offrire, servire, specialmente con riferimento a cibi, ammanìre il pranzo; nell’edilizia, preparare con la calce la superficie di un muro per imbiancarla.
- Ammènda: sostan. f., 1) risarcimento di danno o colpa mediante una somma di danaro, commutabile in carcere in caso d’insolvibilità; in senso figurato, fare ammènda di una colpa, cioè riconoscerla e ripararla. 2) Pena pecuniaria fissata per le contravvenzioni. 3) Stor., ammenda onorevole, pena medievale per il quale il reo faceva pubblica e solenne confessione del proprio delitto e chiedeva perdono a Dio, al re, al paese. 4) Nel linguaggio sportivo: multa per violazione delle norme di una gara.
- Ammèzzare: v. trans,1) fare qualcosa a metà, ammèzzare un lavoro; 2) empire o vuotare un recipiente solo fino a metà.
- Anacoluto: sostan. m., costrutto sintatticamente non conseguente, in cui la prima parte rimane incompiuta, perché il seguito non si lega; in costrutti del genere si inizia con un soggetto e si prosegue con un altro.
- Anacorèta: sostan. m., Con il termine si suole indicare colui che si dedica alla vita religiosa in maniera ascetica, vivendo appartato, quindi in un luogo deserto, isolato. Si dice anche di persona che vive senza avere molti rapporti con la società. In senso figurato: vita da anacorèta, ciòè vita ritirata, ascetica, contemplativa. Si usa anche il sostan. m. anacorètismo.
- Ancestrale: agg. m. atavico, primordiale. In biologia si parla di caratteri somatici e psichici ancestrali, per indicare quei caratteri che si suppone si trovassero anche nei nostri antenati.
- Andana: sostan. f., e’ usato in più accezioni per indicare: 1) striscia di terreno tra due filari di alberi; 2) spazio libero tra due file di botti, casse e simili; 3) in linguaggio marinaro, l’ormeggiarsi in andana è quello di navi che in un porto si dispongono con gli scafi a fianco a fianco, perpendicolarmente alla banchina.
- Andito: sostan.m., 1) stretto corridoio, ingresso, entrata, vestibolo; 2) angolo reposto, recondito.
- Anfitrione: sostan. m., dal nome di un mitico re di Tirinto, con il termine si fa riferimento a padrone di casa generoso e di splendida ospitalità.
- Anòdino: agg. m., è usato con più significati: 1) che calma il dolore, lenitivo: un medicamento anodino, 2) privo di energia, insignificante: un discorso anodino.
- Antèlio: sostan. m., indica l’immagine biancastra del sole che appare talvolta nel cielo nel punto opposto ad esso, per effetto della rifrazione dei raggi solari nell’atmosfera.
- Antelucano: agg. m., che precede la luce del giorno: ora antelucana.
- Antesignano: sostan. m., per indicare, nei tempi antichi, il soldato romano che combatteva in prima linea davanti e a difesa delle insegne della legione di appartenenza. In senso figurato si fa riferimento al precursore di una dottrina.
- Antifona: sostan. f., termine usato nella religione cattolica per indicare, nell’ambito della celebrazione della messa, il breve canto che si recita prima di un salmo. In senso figurato ha più significati: rimprovero; ridire una stessa cosa; capire ciò che è espresso velatamente.
- Antinomia: sostan. f., contraddizione tra due leggi, tra due disposizioni della stessa legge, per cui l’una esclude l’altra, pur essendo entrambe, separatamente, giustificabili. E’ usato anche per indicare la contraddizione tra due principi di una scienza. In senso estensivo: contraddizione evidente. L’agg. è antinòmico.
- Antipodo (o antipode): sostan. m., comunemente è usato il plurale gli antipodi. Indica chi abita in un punto della Terra diametralmente opposto ad un altro o paesi o punti della Terra diametralmente opposti fra loro. In senso figurato: essere agli antipodi significa di persone o gruppi che professano idee del tutto opposte.
- Antonomàsia: sostan. f., con il termine si indica una figura retorica per cui il nome comune è usato in luogo del nome proprio o viceversa: “il sommo poeta” per indicare Dante Alighieri. La locuzione per antonomasia significa per eccellenza. L’agg. è antonomàstico.
- Apòcrifo: agg., non autentico, con riferimento solitamente ad un libro o ad un documento, che, falsamente è attribuito ad un dato autore. E’ usato anche come sostan. m.: Vangeli Apocrifi, non ammessi dalla Chiesa nel canone delle Sacre Scritture, perché non considerati frutto dell’ispirazione divina.
- Apodittico (pl. m. -ci): agg., evidente, che non ha bisogno di dimostrazione o, se dimostrato, è logicamente inconfutabile. Procedimento apodittico o apodissi (sostan. f. invariabile) è quello che muove da principi evidenti di per sé, e da quelli, indipendentemente da ogni esperienza, analiticamente deduce altre verità.
- Apologia: sostan. f., il termine indica un discorso pronunciato o scritto in difesa o ad esaltazione di sé o di altri, o di una dottrina. Nel linguaggio giuridico si usa l’espressione apologia di reato per far riferimento ad un discorso, per come sopra specificato, rivolto a ciò che è considerato dalla legge come reato. L’autore di apologia è detto apologista o apologèta. L’agg. è apologètico (pl. m. -ci).
- Apostasia: sostan. f., con il termine si indica il pubblico e solenne ripudio della propria religione per aderire ad un’altra. In senso estensivo: abbandono, rifiuto delle proprie dottrine, del proprio partito o gruppo.
- Appannàggio: sostan. m., Il termine è usato con più accezioni: 1) dotazione, assegno spettante annualmente ai capi di Stato o a personalità politiche molto elevate; 2) la dote che, nell’aristocrazia, un tempo si assegnava ai figli cadetti ( ai figli, cioè successivi al primogenito). In senso estensivo: rendita fissa e generalmente consistente.
- Arcano: agg. inconoscibile, misterioso. Come sostan. m.: mistero, segreto. Usato nella religione cattolica per indicare i misteriosi disegni divini.
- Archètipo: sostan.m., tipo originario, modello primitivo, cui si riportano come a termine di paragone di idee, cose e fatti. In filosofia, il termine indica le forme logiche supreme, imitate come modelli originari di una medesima specie (ad es. le idee platoniche). Nella filosofia testuale, si indica, invece, il testo di un’opera, non conservato, ma ricostruibile attraverso la comparazione con altri manoscritti o testimonianze, su cui criticamente si fonda la presunta maggiore rispondenza al testo smarrito.
- Armento: sostan. m., Branco di grossi animali domestici, soprattutto di buoi e di cavalli.
- Arnia: sostan. f. Cassetta di legno per l’allevamento delle api, conosciuta anche con il termine di alveare.
- Arridere: v. trans., ausiliare avere, sorridere. Il termine è più usato in senso figurato con il significato di essere favorevole, propizio.
- Arrogare: (o arrogarsi) v. trans., attribuirsi qualcosa senza averne il diritto, esigendola, invece, come se fosse pienamente dovuta. E’ usato, con frequenza, il part. pres. come agg., con il significato di insolente, presuntuoso.
- Artato: agg. m., forzato, sforzato. E’ usato anche nell’accezione negativa per indicare qualcosa fatta ad arte, con l’intenzione di ingannare. Avv. artatamente, con astuzia o inganno.
- Ascèsi: esercizio delle virtù spirituali contemplative, volto alla soppressioni delle passioni ed istinti, oltre che alla completa rinuncia delle cose mondane, in vista ed in nome della perfezione religiosa. L‘asceta è chi compie questa scelta. L’ascetismo è la pratica dell’ascesi ed indica la vita degli asceti e l’insieme delle dottrine che se ne occupano.
- Ascrivere: v. trans., usato soprattutto in due accezioni: 1) annoverare, iscrivere; 2) attribuire, imputare.
- Aspergere: v. trans., spruzzare leggermente con acqua o altro liquido o essenza odorosa; usato anche con il significato di cospargere, ricoprire generalmente di materia minuta, p.e. sale, zucchero, polvere.
- Asperità: sostan. f., asprezza, ruvidezza, irregolarità di una superficie. In senso figurato: durezza, difficoltà o anche per indicare un aspetto del carattere.
- Assenziènte: agg, part. pres. di assentire: acconsentire, approvare ciò che altri ha fatto o propone di fare.
- Asseveranza: sostan. f., affermazione sicura ed energica, deriva dal verbo trans. “asseverare”: asserire con forza, serietà e sicurezza; in diritto, in alcuni casi si usa il sostan. “asseverazione” ; agg. “asseverativo”: energicamente affermativo.
- Assiòma (pl. mi): sostan. m., in filosofia proposizione che enuncia una verità evidente per sé stessa, senza bisogno di dimostrazione. Si usa anche il termine “postulato” con lo stesso significato. Agg. “assiomatico”.
- Astice (pl. ci): sostan. m., crostaceo marino (gambero di grandi dimensioni) dalle carni prelibate.
- Atarassia: sostan. f. solo singolare, in filosofia termine usato dagli Epicurei, dagli Stoici, dagli Scettici e da altri per indicare la serenità dello spirito che il saggio raggiunge liberandosi dalle passioni.
- Atonalità: sostan. f., tecnica di composizione musicale che non tiene conto della tonalità, cioè considera ogni gruppo armonico indipendente da una tonalità precisa o prefissata.
- Aulico (pl. ci): agg., lett. di corte. Si dice di stile letterario solenne e pomposo. Lingua “aulica” fu definita da Dante la lingua italiana parlata nelle corti e usata dai dotti.
- Auspice: sostan. m., con questo termine gli antichi romani indicavano chi prevedeva il futuro, pur senza avere dignità sacerdotale. Con significato estensivo si indica il promotore, iniziatore, patrocinatore di un’impresa.
- Auspicio: sostan.m., presso gli antichi, era il presagio trato dal volo o canto degli uccelli. Lett. “augurio”, “pronostico”. In senso figurato indica protezione, appoggio, assistenza.
- Autòctono: agg., di popolo originario o stabilito da tempo antichissimo nelle sedi ove si trova; in psicologia, il termine è usato per indicare un qualcosa che non deriva da stimoli esterni; detto anche di “roccia o sedimento” formatosi nel luogo dove si trova; sostan. m., (f. -a), aborigeno, indigeno.
- Avallare: v. trans., dare o mettere l’avallo. Si usa in diritto ed in ambito bancario-commerciale per indicare una garanzia cartolare del pagamento di una cambiale o di un assegno bancario, con l’apposizione di una firma da parte di un terzo rispetto all’obbligato principale. E’ utilizzato in modo improprio, quindi, da evitare in senso figurato con il significato di confermare, garantire, assicurare. Il sostan., è “avallo”.
- Avancorpo: sostan. m., la parte che in alcuni edifici si avanza sull’allineamento della facciata.
- Avèllere: v. trans, irr. e dif., (usato soprattutto nell’ind. pres.), il significato letterale è strappare, sradicare.
- Avito: agg., ereditato dagli avi.
- Avocare: v. trans, prendere su di sé, assumersi affari, questioni di altri uffici da parte di un’ autorità giuridica o amministrativa. Il verbo quando è riferito allo Stato assume il significato di devolvere a sé un bene, confiscare.
- Avulso: part. pass. di “avellere”, usato come agg: sradicato, estraneo al contesto, irrelato.
- Avvallamento: sostan. m., abbassamento del livello del suolo dovuto al franare degli strati interni.
- Avvisaglia: sostan. f., indizio, sintomo, presentimento. Nel gergo militare, il termine indica un breve combattimento.
- Azoico (pl-ci): agg., lett. “privo di vita”, il termine indica il periodo geologico in cui, secondo gli esperti, la vita organica non era ancora comparsa sulla terra. Ha come significato anche quello di composto di azoto.
- Azzimare: v. trans. di uso non comune, abbigliarsi, acconciarsi con ricercatezza.
- Azzimo: agg., non lievitato. Come sostan. m. indica il pane non lievitato che gli Ebrei consumano a Pasqua. Non lievitate sono le “ostie” che, nella religione cattolica, durante la celebrazione della messa, rappresentano il corpo di Cristo.
- Babordo: sostan. m., il termine indica la parte sinistra di un’imbarcazione, per chi guarda verso la prua; “tribordo” è invece il lato destro.
- Bacca (pl. bacche): sostan. f., in botanica la bacca è il frutto carnoso con epicarpio (membrana che circonda i semi) sottile di alcune piante, come p.e. il pomodoro, la melanzana. Nel linguaggio comune s’intende piccolo frutto rotondo di pianta selvatica.
- Baccalaureato: sostant. m., il termine antico è “baccellierato”, cioè il grado accademico che, in passato, veniva conferito dopo il secondo anno di studi universitari. In Francia corrisponde al titolo di scuola superiore, in Inghilterra al diploma universitario inferiore al dottorato.
- Badalone: sostan. m., indica il grande leggìo posto al centro del coro nelle chiese. In senso figurato, in tempi antichi, con il termine si faceva riferimento ad una persona di grandi dimensioni, ma oziosa e non di grande acume.
- Badilante: sostan. m., il termine fa riferimento al manovale che lavora con il badile.
- Badile: sostan. m., è la pala di ferro con lungo manico di legno per rimuovere terra, sabbia, calce, ghiaia.
- Bagnacàuda: sostan. f., specie di salsa tipica della cucina piemontese, a base di olio, burro aglio, alici e tartufi, che si serve bollente ed in cui si intingono di solito i teneri cardi vercellesi.
- Bagnasciuga: sostan. m. invariabile, è la fascia lungo la linea di galleggiamento bagnata o asciutta secondo il grado d’immersione dell’imbarcazione. Nel linguaggio comune, erroneamente il termine indica il tratto di spiaggia dove arriva l’onda della risacca, che,invece, si chiama “battigia”.
- Bàio: agg. m., detto del cavallo dal mantello rosso scuro, con criniera e coda nere. E’ usato anche come sostantivo.
- Baluginare: v. intr., si usa soprattutto nelle terze persone, ind. pres.: balugina, ausiliare: essere. Apparire e subito sparire dalla vista. In senso figurato, il significato è balzare alla mente in modo rapido e confuso. In entrambe le accezioni il sinonimo è “balenare”.
-
Balza: sostan. f., il termine ha tre accezioni: 1) parte pianeggiante alla sommità di una rupe; 2)
striscia della stessa stoffa o di altra, attaccata al bordo inferiore di una gonna o di un tendaggio;
3) striscia di pelo chiaro presso lo zoccolo di cavalli, che sono detti, perciò, “balzani”. -
Balzèllare: v. intr., avanzare saltellando, in senso estensivo: camminare con poca sicurezza
tentennando, come quando si sta per perdere l’equilibrio. -
Bancàbile: agg., indica un’operazione finanziaria relativa ad un titolo di credito che può essere
scontato presso una banca; si dice di un assegno bancario esigibile. -
Banchisa: sostan. f., superficie di ghiacci galleggiante nei mari polari che, talvolta, per l’effetto
correnti marine si ammassano e si accavallano, formando in alcuni punti rilievi di 200 m. -
Bandana: sostan. f., fazzoletto o striscia di seta o cotone portato come copricapo o fermacapelli
dai giovani e, specialmente dai tennisti. -
Bandita: sostan. f., territorio dove sono vietati la caccia, la pesca ed il pascolo a tutti, tranne
che al proprietario o affituario o a chi sia fornito di apposito permesso. -
Baracane (o barracano) sostan. m., grezza stoffa di pelo di cammello o di capra. Ampio mantello
di lana bianca proprio degli Arabi. -
Barbacane: sostan. m., il termine è usato in due accezioni per indicare: 1) muro a scarpata o
puntello per rinforzo o sostegno di una costruzione; 2) opera avanzata di difesa davanti alla
di un castello, munita di feritoie. -
Barbàglio: sostan. m., sprazzo di luce intensa che abbaglia.
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Barbaricino: agg., della Barbagia, zona della Sardegna; sostan. m., indica il nativo o abitante
Barbagia. - Bàrbero: (o bèrbero) sostan. m. cavallo arabo purosangue molto veloce, proveniente dalla
Barberia, cioè dalle terre dell’Africa Settentrionale. - Barbugliare: v. trans., parlare confusamente senza articolare bene le parole, farfugliare.
- Bardare: v. trans., mettere i finimenti ad un cavallo. Come verbo riflessivo è usato con il significato scherzoso di: vestirsi con ricercatezza e vistosamente.
- Barèna: sostan. f., terreno sabbioso che sporge di poco sul livello dell’acqua nelle lagune.
- Bàscula: sostan. f., bilancia usata per notevoli carichi.
- Bassura: sostan. f., zona avallata del terreno, bassopiano. In senso figurato indica la bassezza morale.
- Bàtavo: sostan. m. e agg., della Batavia o dei Batavi, antico popolo germanico stanziato nei Paesi Bassi meridionali, comunemente l’aggettivo si riferisce agli Olandesi.
- Batrace (pl. -ci): sostan. m., denominazione letteraria per rana, rospo, anfibio.
- Battàglio: sostan. m., il termine ha due accezioni: 1) martello che sta appeso all’interno della campana e che, percuotendola la fa risonare; 2) martello variamente modellato, fissato alla porta e che serve per bussare.
- Battigia: sostan. f., linea della spiaggia dove si smorzano le onde, da non confondere con il bagnasciuga.
- Belluino: agg., deriva da belva e significa selvaggio, bestiale.
- Beneficare: v. trans, far del bene agli altri aiutandoli moralmente o materialmente.”Beneficiare” indica, invece, il ricevere un beneficio.
- Beòta:(pl- i): agg, sciocco, imbecille. Il termine deriva dagli abitanti della Beozia, in Grecia che,anticamente avevano fama di rozzi e incolti.
- Bicòcca (pl. -che): sostan. f., fortino isolato in cima ad un colle. E’ usato anche per indicare una casa diroccata, una catapecchia.
- Biòma: sostan. f., insieme di comunità di animali e vegetali, caratterizzato dalle condizioni ambientali di una determinata area, es: “il biòma della prateria”.
- Biònica: sostan. f., scienza che studia l’applicazione dei processi biologici a macchine elettroniche per attuare con queste, nel campo tecnico, funzioni proprie degli organismi viventi.
- Bizantineggiare: v. intrans., discutere perdendosi in pedanterie inutili e sottigliezze superflue. tipico degli eruditi bizantini.
- Blandizie: sostan. f. pl., carezze, lusinghe.
- Blasonato: agg., che si fregia di un blasone, che è nobile, spesso è usato con intonazione scherzosa o ironica. In senso estensivo indica chi vanta primati, vittorie, es: “una squadra blasonata”.
- Blasone: sostan. m., insegna, stemma nobiliare. In senso figurato indica nobiltà d’origine.
- Blindare: v. trans., proteggere con blinde, cioè con corazze d’acciaio, carri armati, navi da guerra e simili ed anche porte o finestre dai tentativi di effrazione.
- Boàrio: agg., che riguarda i bovini, “foro boàrio” luogo dove si tiene il mercato del bestiame.
- Boccàglio: sostan. m., il termine presenta più accezioni: 1)parte estrema di un tubo di scarico; 2) la parte del tubo che i sommozzatori ed i cacciatori subacquei stringono in bocca per aspirare aria dagli apparecchi di aspirazione; 3) Dispositivo per la misura di portata di una corrente fluida in un condotto in pressione.
- Bolla: sostan. f., il termine indica: 1) La borchia d’oro o di cuoio che i giovani patrizi portavano al collo; 2) Sigillo di metallo recante un’impronta su ciascuna faccia che serviva per l’autenticazione degli atti; 3) Lettera papale o episcopale munita di sigillo; 4) Ricevuta rilasciata a prova dell’avvenuta consegna o dell’avvenuto pagamento di diritti (bolla di spedizione, di consegna, di accompagnamento di beni); 5) Nelle catene di montaggio, ordine dato agli operai per iniziare un lavoro.
- Bòlo: sostan. m., il termine indica: 1)Grossa pillola tenera usata in veterinaria; 2) Argilla untuosa al tatto, di cui si ricoprono gli oggetti artistici di legno prima di indorarli o inargentarli; 3) Cibo che, trasformato in poltiglia dopo la masticazione e l’insalivazione, mediante i movimenti della lingua viene ridotto a pallottola e inghiottito.
- Borborigmo: sostan. m., gorgoglio del ventre dovuto al movimento dei gasiintestinali.
- Boreale: agg., settentrionale, “l’emisfero boreale”.
- Borgomastro: sostan. m., nei paesi dell’Europa settentrionale, con il termine si indica il sindaco della città.
- Boscimano (femm. -a): sostan. m. e f., indica l’appartenente ad un’antica popolazione negroide del Sud-Africa occidentale, di bassa statura e di colorito giallo-bruno.
- Bottarga: sostan. f., uova di muggine o di tonno, seccate e salate, con cui vengono preparate succulenti piatti.
- Bottinare: v. intrans. (aus. avere), spargere al suolo il contenuto di un pozzo nero per concimare.
- Bottino: sostan. m., il termine ha più significati: 1) pozzo nero o fogna; 2) in un acquedotto, il serbatoio delle acque da depurare; 3)preda di guerra; 4) ciò che si ricava da un furto; 5) sacco in cui i soldati portavano la loro biancheria.
- Bovarismo: sostan. m., dal nome di Emma Bovary, protagonista del romanzo di G. Flaubert, indica la condizione tipica di donne della borghesia, specialmente della provincia, caratterizzata da insoddisfazione per il proprio stato sociale e/o coniugale e, quindi l’aspirazione ad evadere dal conformismo della vita borghese con ambizioni culturali, mondane e sentimentali.
- Bòzza: sostan. f., il termine ha più significati: 1) bugna o pietra rettangolare lavorata alla rustica di cui si rivestono le facciate o gli spigoli dei palazzi; 2) gonfiore o bernoccolo; 3) bòzza fogliare che rappresenta il primo abbozzo di foglia; 4) bòzze fluviali o glaciali, cioè residui rocciosi che emergono dal letto di un fiume o da un ghiacciaio; 5) in marina, la fune che lega la catena all’ormeggio; 6) in tipografia, prova di stampa che consente correzioni o modifiche prima della tiratura definitiva; 7) abbozzo di un lavoro, di un’opera artistica.
- Bòzzolo: sostan. m., il termine ha più accezioni: 1) involucro in cui si racchiudono i bruchi prima di trasformarsi in farfalla; 2) grumo di farina; 3) nodo che si trova nel filo e nei tessuti; 4) antica misura per cereali. Il sostan. è usato anche in senso figurato: “chiudersi nel bòzzolo, uscire dal bòzzolo”, nel primo caso indica il vivere isolato, senza curarsi degli altri, nel secondo caso l’emanciparsi, farsi conoscere, frquentare gente.
- Bracconàggio: sostan. m., caccia e uccellagione abusiva.
- Bradisismo: sostan. m., lentissimo movimento di emersione (bradisismo negativo) o di abbassamento (bradisismo positivo) del suolo terrestre.
- Brado: agg., di animale che vive allo stato libero e quasi selvaggio; si dice anche di luogo in cui vivono gli animali allo stato brado. In senso figurato indica qualcuno o qualcosa che è primitivo, che vive al di fuori delle regole civili.
- Bramano (o bramino): sostan. m., appartenente alla casta indiana dei sacerdoti del dio Brama, la più elevata in India.
- Bramare: v. trans., desiderare ardentemente, “brama” sostan. f., desiderio appassionato, il pl. “brame” spesso è usato con significato spregiativo per indicare voglie ingorde.
- Bramire: (aus. avere) v. intrans., gridare forte e lamentosamente, proprio di grossi animali selvatici, specialmente cervi ed orsi. Il significato estensivo è “urlare selvaggiamente”.
- Branca (pl.-che): sostan. f., Il termine ha più significati: 1) Artiglio, zampa munita di artigli. Il verbo in relazione a tale significato è “abbrancare”, cioè afferrare. In senso figurato indica la mano avida di persona pronta a ghermire. In vari attrezzi, la parte che serve a stringere; 2) Ramo d’albero. In senso figurato, la suddivisione di una scienza, di un argomento ecc. 3) (raro) Fila di scale, rampa.
- Brancata: sostan. f., quantità di roba che si può tenere con una mano; manciata. Se si riferisce ad animali significa “zampata”.
- Brànchia: sostan. f., ciascuno degli organi della respirazione degli animali acquatici (pesci, anfibi allo stato larvale, molluschi, ecc.); attraverso di essa, gli animali possono assorbire l’ossigeno contenuto nell’acqua.
- Brasare: v. trans., arrostire sulla brace, “fetta di vitello brasato”.
- Brève: sostant. m., ha due significati: 1) lettera ufficiale del papa, con forme meno solenni della bolla, ma sempre per affari importanti, scritta su carta semplice; 2) In musica, figura oggi disusata (tranne in casi eccezionali), equivalente al doppio (o al triplo) della “semibreve”.
- Brìccola: sostan. f., il termine indica:1) mangano (macchina bellica); 2) nella laguna veneta, la brìccola è il palo o gruppo di pali piantati sul fondo, spesso legati fra loro, ed emergenti, posti a segnalare il limite dei bassifondi, inoltre serve anche da punto di ormeggio per le gondole o altri natanti.
- Brillaménto: sostan. m., il fare esplodere, (da “brillare”, v. trans.) una mina, una bomba rinvenuta inesplosa.
- Brillatura: sostan. f., operazione per spogliare dai loro involucri i cereali, specialmente il riso.
- Brina: sostan. f., rugiada o nebbia congelata che copre il terreno dopo le fredde notti serene con temperatura molto bassa.
- Brocardo: sostan. m., antica massima giuridica, formulata, nella maggioranza dei casi, in una forma facile da ricordare.
- Brossura: sostan. f., il temine è adattato dal francese “brochure” ed ha due accezioni che indicano: 1) operazione del cucire insieme i fogli di un libro e, poi ricoprirli di una semplice copertina di carta o di cartoncino flessibile; 2) Opuscolo di poche pagine.
- Bubbolo: sostan. m., sonaglio per cavalli ed altri animali da tiro, costituito da un piccolo globo di ottone entro cui, a causa dei movimenti della bestia, si agita una pallina metallica. Il suono che ne proviene è detto “bubbolìo” che, significa anche (ma è usato raramente) “brontolìo del mare o di tuoni”.
- Bugiardino: sostan. m., termine usato, in tono scherzoso, nel gergo dei farmacisti per indicare il foglietto informativo accluso in ogni confezione farmaceutica. Così detto perché le indicazioni, nello stesso contenute (composizione, proprietà terapeutiche, posologia, ecc.) non sono sempre ritenute completamente esatte o veritiere.
- Bugliòlo: sostan. m., secchio di cui si servono i marinai per attingere acqua di mare. In passato, il termine indicava il secchio per i bisogni corporali dei carcerati.
- Bugna: sostan. f., il termine ha due significati: 1) pietra che sporge dal muro di un edificio, “bugnato” è l’insieme delle bugne; 2) in gergo marinaio indica ciascuno degli angoli delle vele.
- Bulimia: sostant. f., disturbo psicologico derivante da conflitti della persona che si manifesta con fame insaziabile, il contrario è “anoressia” che, derivante sempre da disturbi della personalità, si evidenzia con il rifiuto del cibo.
- Burbanza: sostan. f., arroganza, altezzosità dimostrata con parole e comportamento, sinonimo, quindi, di alterigia, superbia e presunzione. L’ aggettivo è “burbanzoso”.
- Buttero: sostan. m., il termine indica: 1) cicatrice lasciata dal vaiolo, (es. un viso “butterato” dal vaiolo); 2) nella Maremma Toscana, abilissimo cavaliere, è il guardiano a cavallo delle mandrie di cavalli e bovini.
- Càbala: sostan. f., Con il termine si fa riferimento: 1) l’insieme delle dottrine esoteriche dell’ebraismo medievale concernente la cosmogonia, l’angelologia, l’escatologia che ebbe grande influenza sulla liturgia ed usi del popolo ebraico, sulla mistica cristiana e sulla moderna teosofia; 2) arte divinatoria di origina popolare che presume di indovinare il futuro servendosi di numeri, lettere e sogni, es. “càbala del lotto”; 3) in senso figurato, imbroglio, raggiro, inganno.
- Cablàggio: sostan. m., In elettronica il termine indica il collegamento dei vari componenti di un’apparecchiatura mediante conduttori isolati, raggruppati a fascio o mediante l’impiego dei circuiti stampati che svolgono anche la funzione di supporto dei componenti stessi; il verbo “cablare” significa collegare apparecchiature elettriche ed elettroniche mediante cavi o fibre ottiche o anche trasmettere notizie per cablogramma.
- Cabotàggio: sostan. m., Il termine indica: 1) navigazione lungo le coste marine, da porto a porto, da capo a capo, senza attraversare il mare aperto e su percorsi limitati; 2) navigazione, secondo gli usi mercantili, fra porti dello stesso Stato per il trasporto di merci nazionali, 3) in aereonautica, il “cabotàggio aereo” indica il trasporto di persone e cose tra aeroporti dello stesso Stato.
- Cachessia: sostan. f., grave deperimento dell’organismo, conseguenza di malattie croniche a lunga decorrenza o anche effetto dell’età avanzata.
- Cacofonia: sostan. f., Suono sgradevole di una parola o frase, per frequenti incontri di vocali o per fastidioso ripetersi di suoni uguali. In musica, il fenomeno può generarsi da singoli di inesatta intonazione o di emissione sforzata.
- Cadreghino: sostan. m, Diminuitivo di “càdrega” (da avvicinare a cattedra), termine dialettale lombardo che, entrato nel linguaggio comune, indica la “scranna” (sedia dottorale con braccioli e schienale alto) come simbolo di autorità. In senso figurato, indica posto o incarico di un certo prestigio.
- Càglio: sostan. m., Sostanza acida che coagula il latte. Si tratta di un enzima che si prepara con la quarta porzione dello stomaco (abomàso) dei ruminanti. Il verbo riflessivo è “cagliare” cioè rapprendersi, coagularsi.
- Cala: sostan. f., Insenatura di modeste dimensioni, in mare o lago, dove possono approdare piccole navi.
- Calanca: sostan. f., Piccola cala, propria delle coste alte e ripide.
- Calanco (pl.-chi): sostan. m., Profondo solco che si forma in terreni sensibili all’azione erosiva dell’acqua, come le argille e le marne. In Italia i calanchi sono molto frequenti nel Subappennino emiliano.
Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.