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Nel carcere la vita è dura ma si può riuscire a portare i pensieri…oltre le mura!


 

Carissimo avvocato Marchese, il mio nome è Antonio Caracciolo, sono nato a Reggio Calabria il 01/05/1970. Attualmente sono detenuto nella casa c. di Cosenza.

Avendo saputo dai miei compagni che ella, benevolmente ci ha dedicato una rubrica nel suo Web Magazine, ho pensato di scriverle, per darle qualche notizia su di me.

Sin dall’inizio ho fatto parte della compagnia teatrale Cammino. Non è stato facile come tanti possono credere almeno nel mio caso che non avevo nessuna esperienza in questo campo, ho recitato provando emozioni uniche, prima di entrare in scena la paura era veramente tanta, ma dopo il primo impatto le parole venivano fuori da sole.

Dato che svolgo attività lavorativa nella M.O.F. ho contribuito a dare una mano nella preparazione del palcoscenico (luci, scenografia).

Nel carcere la vita è abbastanza dura ma, col teatro, siamo riusciti a portare i nostri pensieri oltre queste mura.

Nelle ore che occupiamo per provare le nostre parti, ci scordiamo della realtà che stiamo vivendo qui dentro; non so quando avrò la fortuna di poter tornare libero, spero presto: è un sogno che sto coltivando piano piano. Mi auguro che, dopo tutta questa sofferenza, avrò la fortuna di poter costruire qualcosa di buono, trovare una ragazza che sappia capirmi e comprendere i miei errori e avere la possibilità di diventare padre.

Non penso di chiedere troppo, tutti possono sbagliare!

Io sto cercando con tutte le mie forze di riparare ai miei errori e dimostrare, soprattutto a me stesso, che posso fare qualcosa di buono.

Visto che esiste la sua rubrica, le ho voluto raccontare qualcosa su di me e spero che vorrà pubblicare questa lettera.

Colgo l’occasione per porgerle i più distinti saluti e ringraziarla.

Cosenza 15/04/2002 Caracciolo Antonio