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Per raggiungere il successo nel lavoro scelto bisogna percorrere la ‘strada’ giusta, vediamo cosa ci propone l’autore, nella parte conclusiva del capitolo, per verificare se la strada intrapresa o da intraprendere è o sarà quella ‘corretta’.


“Formazione e lavoro”

– Una Proposta per un Migliore Uso delle Proprie Capacità –

di Francesco Chiaia

avvocato penalista


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II Parte

È trascorso del tempo dalla pubblicazione della prima parte di questo capitolo, ma assicuro che in ciò vi è la prova che queste riflessioni sono “un cantiere aperto” visto che si parla di fondamenta.

Infatti, in questo periodo appena trascorso – poco più di un mese – ho:

a)- posto in esecuzione l’idea, da tempo maturata, di cambiare sede del mio Studio Professionale prendendo in affitto un intero appartamento da dividere parzialmente con la mia compagna ( anch’essa una professionista e ricercatrice scientifica),

b)- dovuto prendere in pochi giorni, ma di riflessioni intensissime, decisioni molto impegnative su aspetti logistici della mia vita professionale.

Insomma ho avuto ed ho un bel da fare, senza tralasciare che in questo mese il mio terzo fratello ( siamo in quattro ) è convolato a “giuste” nozze con la fidanzata di sempre, oggi sua moglie, ora siamo rimasti in due scapoli il primo e l’ultimo dei fratelli Chiaia.

Chiusa la parentesi, passiamo ad affrontare assieme quelli che saranno i temi di questa seconda parte del capitolo.

La prima parte chiudeva con una promessa – che qui diventa premessa – circa il metodo di verifica sulla correttezza della “strada” che si percorre o si intende percorrere, parliamo dell’ambito lavorativo, chiaramente.

Come si fa a sapere se la strada è quella giusta? Quale potrebbe essere il mezzo più idoneo per percorrere questa strada e conseguire gli obbiettivi? Come è strutturato il percorso?

Ad un certo punto del I capitolo ho parlato di formazione psicofisica adeguata al percorso da intraprendere, ed ho usato un linguaggio romanzato parlando di un’isola, dove avevo deciso di approdare per prepararmi al viaggio che avevo verificato di voler fare, dove viveva un personaggio mitico e carismatico, che, peraltro esiste davvero come ho avuto modo di dire; e proprio il training mentale cui mi sono sottoposto, ed a cui mi sottopongo quotidianamente – grazie al fatto che il mitico personaggio abbia deciso di insegnarmi a vivere vista la mia disponibilità ad apprendere – mi sta consentendo di affrontare gli avvenimenti secondo il parametro della realtà, ossia senza enfasi né abbattimenti; eppure non sono che agli inizi di questo impegnativo e difficile percorso, e posso dire che già ne traggo beneficio. Bene, con questo capitolo svelerò quali siano gli indici rilevatori che indicano la giustezza della strada che si intende seguire.

In primo luogo è necessario avere ben presente che le decisioni che si vogliono prendere riguardano noi stessi: non si possono operare scelte condizionate da elementi che stanno fuori di noi, se non altro per il semplice fatto che gli effetti di queste scelte ricadono solo su noi stessi, e mentre con ogni altra persona possiamo interrompere il dialogo in ogni momento, ciò è impossibile fare con se stessi: infatti, noi viviamo 24 ore su 24 in compagnia di noi stessi, immaginate quanto difficile sia dover essere costretti a vivere con qualcuno che ti ricorda gli errori compiuti ( come quello di operare una scelta per fare un piacere a qualcuno ) ad ogni piè sospinto, dimostrando di non voler conciliare;

in secondo luogo bisogna individuare le motivazioni che ci inducono a prendere determinate decisioni, ossia trovare la fonte delle nostre decisioni;

in terzo luogo è necessario avere chiarezza su quella decisione, ossia tracciare i contorni della decisione attraverso la conoscenza che si può ottenere intorno a quella decisione;

in quarto luogo riflettere molto a lungo su quella decisione ponendola a confronto di tutte quelle altre che si è in precedenza scartato,

in quinto luogo non bluffare mai con se stessi, ossia essere molto onesti nel verificare se stessi e le possibilità attuali al momento della verifica;

in sesto luogo avere la disponibilità mentale a cambiare le abitudini che possano interferire con la decisione da operare;

in ultimo – ma è il criterio regolatore principale – prepararsi a vivere le scelte da operare, e quelle operate secondo gli schemi appena sopra tracciati, in maniera armonica attraverso la disponibilità al cambiamento che dovrà essere solo migliorativo: ed in questa fase c’è tutta la difficoltà che si può immaginare, perché bisogna affrontare e risolvere quanta basta tutti i conflitti, le paure, i condizionamenti operanti, gli apprendimenti non utili che tarpano le ali a tutti quegli esseri umani che non hanno saputo o voluto vivere una vita migliore.

Per fare un esempio adeguato, pensate a quando si ha necessità di dover acquistare delle scarpe nuove, perché quelle che portiamo ai piedi sono ormai da “rottamare”, il problema però è che le scarpe “vecchie” sono comode, ed anche se vi entra l’acqua quando piove, e rendono i piedi freddi, sono sempre comode rispetto a quelle nuove, che seppur migliori, e soprattutto utili, proprio perché ti mantengono il piede asciutto ed al caldo, non sono comode come le scarpe vecchie: si dovrà un po’ faticare per abituarsi alle nuove scarpe, sapendo che quando ciò accadrà se ne trarranno notevoli benefici, ma per intanto si hanno fastidi e si vorrebbe mantenere le scarpe vecchie contro ogni valutazione corretta; ecco, è così che, molte volte, rispetto a nuovi stili di vita che potrebbero rendere migliore la qualità dell’esistenza di ognuno di noi, qualcuno preferisce restare nella mediocrità “…con le scarpe vecchie” e rinunziare a faticare per migliorarsi, non sapendo quante difficoltà dovrà vivere per aver effettuato la decisone di restare con “… i piedi freddi e bagnati”.

Che cosa voglio dire con queste riflessioni che non basta individuare la strada corretta si deve fare di più che sperare nel successo…bisogna meritarlo, e per fare ciò è necessario lavorare su noi stessi in maniera nuova interrogandoci, scoprendo le motivazioni interiori che guidano la nostre scelte, apprendendo uno stile mentale scientifico basato su parametri oggettivi che possano aiutarci ad operare verifiche corrette, impegnandosi nello studio delle discipline che riteniamo utili alla nostra formazione, analizzando noi stessi con criteri corretti ed alla luce di strumenti oggettivi, affinché si possa avere sempre un quadro chiaro della nostra personalità al momento della verifica: direbbero in Inghilterra: ” per sapere in quanti palmi d’acqua ci troviamo”.

Se ci si pone in questa direzione è davvero improbabile sbagliare strada…il problema è porsi in questa direzione, seguendo i suggerimenti sopra descritti.

Per tale motivo ho deciso, come ho detto, di approdare sull’isola dove vive quel mitico personaggio, proprio per evitare di perseverare in alcuni errori di fondo che commettevo: in poche parole, bisogna prendere consapevolezza dei propri limiti, se vogliamo superarli correttamente, non temendo mai di sbagliare, infatti, l’errore e lo sbaglio possono diventare i nostri punti di forza se li inquadriamo nella giusta ottica, quella del mettersi alla prova, sempre.

….Alla prossima!


Francesco Chiaia 2001