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Anche questa settimana la rubrica Vi terrà compagnia con un argomento che, forse non riguarderà tutti, ma sicuramente sarà molto utile per coloro che, di ritorno dalle vacanze, scartata l’idea di proseguire gli studi o avendoli terminati, sono alla ricerca di lavoro o, anche per chi, non soddisfatto dell’attuale occupazione vuole crearsi un’alternativa.

Quello dell’occupazione è un problema delicato. Chi è in cerca di lavoro, in alcuni casi, vive già di per sé una condizione psicologica di incertezza, chiaramente transitoria, dovuta alle ricerche, in un primo momento infruttuose, alle attese, spesso lunghe. In tali condizioni, non sempre si è in grado di mantenere la lucidità necessaria per attuare delle scelte a riparo da sorprese poco gratificanti. Può, pertanto risultare vantaggioso una sorta di vademecum anti-raggiri, che, qui di seguito Vi propongo:

  1. Gli annunci pubblicitari in materia di lavoro possono nascondere pubblicità ingannevoli, per esempio in relazione alle assunzioni. Da tener presente che gli uffici pubblici assumono solo per concorso o per chiamata diretta tramite le Sezioni Circoscrizionali per l’Impiego (ex uffici di collocamento), pertanto ogni proposta diversa è irreale.
  2. Le offerte di corsi “per corrispondenza” finalizzati a migliorare la propria posizione ed accedere ad incarichi di più alto profilo, non sempre sono all’altezza delle aspettative. Occorre informarsi bene sui programmi, sui testi proposti (che non siano obsoleti), sugli esami da affontare e, soprattutto avere la prova del riconoscimento finale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
  3. Particolare attenzione meritano i corsi di formazione a pagamento. Innanzitutto, anche se riguardano ambiti occupazionali molto interessanti (corsi di informatica, per arredatori e disegnatori, master di psicologia, ecc), spesso non garantiscono un concreto inserimento lavorativo. E’utile, quindi, informarsi sulle caratteristiche degli eventuali stages. Inoltre, in alcuni casi questi corsi vengono pubblicizzati come riconosciuti dalla Regione o da altri Enti, ed invece si tratta di vere e proprie truffe a danno di malcapitati che, con la frequentazione di questi corsi, sono convinti di ottenere un titolo di studi valido nei concorsi o nelle selezioni, ed invece, poi, a loro spese scoprono che il corso non solo non è mai stato riconosciuto, ma addirittura non è mai stato presentato alcun progetto per il riconoscimento. Pertanto, in questi casi prima di iscriversi e versare la relativa quota è assolutamente necessario richiedere agli organizzatori i numeri e le date delle Gazzette Ufficiali Regionali, che contengono per legge gli elenchi di tutti corsi riconosciuti e non, onde procedere ad un controllo. Infine, verificare, prima di aderire, se esitono analoghi corsi gratuiti.
  4. Non lasciarsi ingannare da servizi fotografici, provini o corsi di recitazione a pagamento che, hanno spesso costi molto alti, ma non forniscono alcuna garanzia reale che si entri effettivamente nel mondo della moda o dell’arte attraverso queste vie.
  5. Nel caso di offerte di lavoro all’estero, che, di per sé costituiscono delle occasioni importanti, occorre verificare le condizioni di contratto.
  6. Diffidare di offerte di lavoro tramite telefonate auditel o previo prefisso internazionale. L’unico risultato certo potrebbe essere una super bolletta telefonica.
  7. Di grande attualità i videopoker e i videogiochi che promettono facili e lauti guadagni soprattutto ai gestori di pubblici esercizi ed a chi pensa di mettersi in proprio in questo campo. Da considerare che queste attività prevedono costi molto alti per l’affitto o l’acquisto di macchinari. I sicuri guadagni sono per i promotori dell’iniziativa, sugli altri possono gravare problemi ed investimenti sbagliati.
  8. Altra possibilità è costituita dalle proposte di lavoro a domicilio, in particolare quelle che prevedono l’acquisto di materiale da assemblare (perle per collane, pezzi per comporre giocattoli, materiale da imbustare, ecc). Esistono ditte promotrici che spariscono nel nulla dopo aver incassato le somme per l’acquisto dei beni. E’ necessario in questi casi assumere informazioni sulla ditta (iscrizione al registro delle imprese, sede, rappresentante legale), e, nel caso di somme versate, pretendere prova del pagamento (ricevuta, fattura). Queste precauzioni non “sanano” l’eventuale investimento sbagliato, ma possono servire per l’esperimento di azioni civili volte a tutela dei propri interessi.
  9. Diffidare, senza neanche verificare, di chi propone per vendere i suoi prodotti del sistema noto come “catena di Sant’ Antonio”. Si tratta di truffe certe, in cui solo i promotori dell’iniziativa guadagneranno, gli altri aderenti avranno l’obbligo di pagare con anticipo del materiale che difficilmente riusciranno a rivendere, se non, in minima parte a parenti e ad amici, e che non potranno restituire.
  10. Infine, altra possibilità per chi intende iniziare, per proprio conto, un’attività mediante la fornitura di beni o servizi (esempio: strumenti per la ricarica delle cartucce per stampanti), è costituita dai contratti stipulati tra consumatori e professionisti fuori dagli esercizi o sedi commerciali, disciplinati dal D. legislativo n.50/1992. Spesso tali contratti pongono a carico dei consumatori ingenti somme per la fornitura della merce, necessaria per la nuova attività. E’ buona norma in tali casi farsi consigliare da un esperto o comunque conoscere ciò che la legge stabilisce a tal proposito, soprattutto in riferimento al diritto di recesso e, pretendendo sempre prima la consegna della merce e dopo il pagamento delle somme.

In ogni caso, prima di aderire a qualsiasi iniziativa e/o di firmare un qualunque contratto, è fondamentale leggere attentamente ogni parte, soprattutto le clausole scritte in piccolo, facendosi aiutare o da qualche associazione dei consumatori o, in alternativa da un proprio legale di fiducia, in ossequio all’adagio che dice: “E’ meglio prevenire che curare”.

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