Posted on

L’armonia non sempre è spiegabile e il bello è proprio questo!

Una notte al chiarore delle stelle. Beh, non proprio, l’umidità dell’aria la rende satura di pioggia non esplosa, la luna si intravede nell’opaco a proiettare il suo debole bagliore nell’intorno.

La fretta uccide a volte l’esprimersi delle emozioni. Ancora una volta mi ripeto che le ore della vita vanno gustate lentamente, sorseggiate pensando all’istante senza preoccuparsi del domani. Me ne pento subito dopo, quando ormai è già passato, ma forse non troppo tardi per riassaporare.

Cos’è che non si riesce a dire?

Tutto quello che fa paura. Anche ciò che non si controlla con la mente, che sfugge pur donando piacere. E fa un po’ male. Non so l’armonia da dove nasce: se da un’intesa, un desiderio, un momento di solitudine. L’abbandono guida questo percorso.

Il sole filtra attraverso le finestre appena abbassate. E ritrovo quasi con sollievo un momento di un passato non lontano, senza allegria che ormai accompagna ogni giorno di festa e che a difficoltà si riesce a scrollare d’addosso. Ricucio l’armonia, come fosse un ricamo raffinato, intreccio colori tenui e diversi fra loro, ma ponendo cura a che siano intonati l’uno all’altro. Non si possono mescolare le tonalità senza nessun criterio, vanno accostate come a voler scrivere un verso denso di emozioni e sentimenti. Breve, profondo e pieno di significato.

Anche stamattina mi fermo ad ascoltare il silenzio che ricopre questo inizio di stagione. Viaggio lentamente tra i pensieri ritrovando un po’ me stessa, immaginando fra le curve della fantasia un istante di serenità. Mi commuovo mentre due piccole lacrime cercano l’uscita, un senso di profonda solitudine mi pervade.

Un fragile raggio di luna si espande in questa notte tanto attesa, ammorbidita dall’armonia del momento che va da sé. Non si cerca, non si forza, viene naturale come può essere un legame non scontato, straordinario e svariato nelle sue cento sfaccettature. Tutte diverse fra loro, ma che rendono unica ed irripetibile la musicalità che lega gli accordi della comprensione.

Rimango stupita dal paesaggio che a prima vista può sembrare squallido, in un tratto di strada poco frequentato a quest’ora e che si affaccia sulle finestre della notte. Le finestre che si illuminano naturalmente di una luce debole e giallognola, che ti invita ad entrare con lo sguardo, a far parte della vita, ancora una volta a non esserne spettatore ma respirarla fino in fondo senza immaginarla.

Questo affresco un po’ sfuocato di pulviscolo si completa con le parole, che finalmente trovano la forza per esprimersi, scoppiano di voglia di lasciarsi andare senza nessun timore di ferire. In fondo il messaggio è chiaro e non fa male.

Mi risollevo un istante sulle barriere che ho issato inconsapevolmente intorno a me, invalicabili ma deboli nelle fondamenta ed un sorriso nasce spontaneo. Il piacere del sorriso inaspettato arriva come un raggio di sole che trova strada fra le nuvole nere di un temporale che minaccia. Guardo fuori, due pastori maremmani argentati viaggiano fra gli intrecci della vita, giocherellando fra loro in armonico silenzio. La visione è romantica e un po’ irreale, contornano e descrivono l’amore che si insinua innocentemente e che si affaccia dentro l’animo.

Nel cuore della notte!

Tante le cose che pensi non si vedano, ma a volte è più importante sentirle adoperando fra i sensi quelli che ti consentono di volare senza ali. Affidarsi e sentirsi finalmente in accordo con se stessi, accogliendo dentro anche e soprattutto le proprie debolezze, senza nessuna determinazione.

Rimane il solito leggero capogiro, preambolo di un pensiero profondo, ad una accurata riflessione che fa luce su tanto. Gli sguardi si incrociano seguendo le armonie che non vogliono le comprensioni e le mani in ultimo si prendono, si tengono…

Fernanda (17 aprile 2007)