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I sospesi.

Il dolore dentro. Non facile provare a separare il corpo dalla mente. È sempre stato il problema principale, eppure questa è la strada. Lo so bene.

Mi guardo intorno e annuso il solito panorama, che quest’oggi proprio non riesce a trovare un colore che emoziona.

Sarà forse necessario che arrivi presto la primavera, a riscaldare, col debole calore dei suoi raggi, fino all’interno, là dove tutto sembra essersi addormentato.

Anche a questo.

Aspetto con ansia il momento in cui il tramonto diventerà più lungo. Che strano, mai lo avrei immaginato. Vero è che la vita è trasformazione, ho sempre amato tornare a casa quando il buio è già arrivato, e invece ora! Ne aspetto la luce.

Ma allora, il problema è sempre lo stesso? Imparare a gestire le emozioni e prima ancora di poter fare questo è necessario lasciarsi attraversare, provare, aprirsi, cadere, farsi male, rialzarsi. E ricomincia il ciclo con un passo in più però.

Il dolore diluito nel tempo è lo stesso provato tutto d’un colpo?

Lascia differenti segni sulla pelle oppure uguale è il risultato?

Riconosco la mia fragilità, la accolgo e, dopo averla accettata, cerco di comprenderla, cerco di comprendermi.

Sfoglio velocemente le immagini della vita trascorsa, ripenso a quello che ho dato, a quello che ho ricevuto, alle aspettative, ai sogni ingenui della prima infanzia. Sento su di me la carezza più bella, il conforto dell’amore incondizionato, il dolce sguardo insieme al sussurro e alla protezione.

Un momento di grande confusione, la bufera all’interno della mia anima.

Sentimenti e sensazioni contrastanti; l’amara consapevolezza che il volo non potrà più aiutare. Ma …

Le scorciatoie.

La strada si apre innanzi dritta e senza curve. Eppure qualcosa mi suggerisce di prenderne un’altra, un po’ più tortuosa, meno agevole ma più veloce. È solo dopo aver camminato un po’ che mi accorgo essere una scorciatoia, piena di buche e sassi che distraggono dal vero percorso e mi obbligano a tenere basso lo sguardo per evitare di cadere. Quando invece, tutto intorno, il paesaggio è dei migliori.

Dare un nome alle paure.

Questa sera, di corsa, ho cercato di fare di tutto per arrivare ancora prima, nella speranza di ritrovare quella quiete sopra i tumulti, che mi appartengono da sempre, e che per un po’ avevo dimenticato.

Peccato.

L’aria è sempre la stessa: secca ma non fredda; la luce soffusa in vari punti a riscaldare.

Incredibile! Non pensavo di tornare correndo.

Ci sono alcune cose che ormai resteranno per sempre dentro di me, arrivata in questa fase della vita: le ho costruite lentamente, senza troppo usare la ragione e lasciandomi guidare dai sentimenti. Quello che ne è venuto fuori è la purezza, la trasparenza, la chiarezza.

In fondo non conta?”

Con se stessi.

Veramente il segreto è tutto là? Era solo un bluf quello che ci hanno insegnato? E i sentimenti, in tutto questo, come si sistemeranno?

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