Posted on

Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro”

La nostra professoressa ci ha assegnato un compito molto speciale: un laboratorio sulle emozioni attraverso le interviste ai nostri nonni. Questa esperienza ci offre l’opportunità unica di esplorare il ricco mondo emotivo di coloro che hanno attraversato decenni di vita, di gioie e di sfide. Ascoltare le loro storie, le loro reazioni e i loro ricordi rappresenta un prezioso ponte tra le generazioni, un modo per comprendere meglio il passato e, forse, illuminare anche il nostro presente emotivo.

D: Nonno, qual è stata l’emozione più intensa che ricorda di aver provato nella sua giovinezza?

R: Sai, nipotina mia, credo che l’emozione più intensa, quella che mi ha proprio scosso dentro, è stata quando ho incontrato tua nonna. Era un giorno di sole, in Svizzera , un “colpo di fulmine” si dice, no? Ecco, per me è stato proprio così. Una gioia improvvisa, come se il mondo intero avesse preso un colore più vivo. Ma se devo pensare a un’emozione ancora più profonda, un misto di felicità e di… di realizzazione, ecco, quella l’ho provata quando ho deciso di portare tua nonna a Tarsia, il nostro paese, per costruire la nostra famiglia. Lì sentivo le mie radici, la mia storia, e l’idea di condividerla con lei, di creare qualcosa di nostro in quel posto che amavo, mi riempiva di una gioia immensa e di una grande speranza per il futuro.

D: Nonna, c’è un momento della sua vita in cui la felicità è stata così forte da sembrarle indescrivibile? Ci racconta di quel momento?

R: Di momenti felici ne ho avuti tanti, grazie a Dio. Ma se devo pensare a una felicità che mi sembrava così grande da non poterla quasi contenere… beh, ce ne sono due che mi vengono subito in mente. La prima è stata quando mi hanno adottata. Ero così piccola, avevo passato momenti difficili… e trovarmi in una casa piena d’amore, con una mamma e un papà che mi volevano bene, era una gioia così grande che a volte mi sembrava di sognare. E poi… poi c’è stata la felicità vissuta quando ho compiuto diciotto anni. Subito mi sono data da fare, ho trovato lavoro e, con le mie sole forze, ho iniziato a costruire la mia vita. E sai, proprio lì, a lavoro… beh, lì ho conosciuto il nonno. Quindi, vedi, quella felicità di indipendenza e di realizzazione mi ha portato al più grande amore della mia vita.

D: Nonna, qual è stata la situazione che le ha fatto provare più paura e come è riuscita a superarla?

R: La paura più grande che ho provato nella mia vita… beh, è stata quando i miei genitori mi hanno detto che sarei andata a vivere con un’altra famiglia. Ero piccola, non capivo bene cosa stesse succedendo e l’idea di lasciare la mia casa, i miei genitori, mi terrorizzava. Mi sentivo persa, come se il mondo stesse crollando intorno a me. Per una bambina, non c’è niente di peggio.

Come l’ho superata? Sai, all’inizio è stato difficile, molto difficile. Ma poi, piano piano, ho capito. Ho capito che i miei genitori avevano preso quella decisione con il cuore spezzato, ma convinti che fosse la cosa migliore per me, per darmi un futuro più sereno, più opportunità. La nuova famiglia che mi ha accolto… beh, loro mi hanno amata come una figlia, mi hanno dato tutto l’affetto di cui avevo bisogno. E così, quella paura iniziale si è trasformata lentamente in gratitudine.

D: Nonno, ripensando al suo percorso lavorativo o alle sue passioni, c’è un momento in cui si è sentito particolarmente orgoglioso di sé? Cosa aveva realizzato?

R: Io non ho fatto grandi cose, di quelle che fanno notizia sui giornali. Ho sempre fatto lavori umili, a volte anche faticosi, e i soldi non sono mai stati tanti. Però, se mi chiedi un momento di orgoglio… beh, non c’è un singolo evento, una grande realizzazione. Il mio orgoglio più grande, la cosa che mi ha sempre fatto sentire che, nonostante tutto, ce l’avevo fatta… è stato crescere i miei quattro figli. Con quei pochi soldi, con tanta fatica e qualche sacrificio, siamo sempre andati avanti. Non ci è mai mancato l’amore, quello no, e neanche il necessario per vivere dignitosamente.

D: Nonno, qual è un ricordo legato alla sua famiglia che ancora oggi le suscita un forte senso di amore e di affetto?

R: Oh, ce ne sono tanti, sai? La famiglia è sempre stata il mio porto sicuro, il mio punto di riferimento, nonostante le… come dici tu, le ‘stupidaggini’ che a volte capitano, no?

Però, se devo sceglierne uno che mi riempie ancora oggi il cuore di un amore così forte… beh, ripenso sempre alle nostre domeniche a pranzo, quando eravate tutti piccoli. La casa era piena di voci, di risate, di quel chiasso meraviglioso dei bambini che giocano. Io e la nonna preparavamo il pranzo insieme, ognuno con il suo compito, e poi ci si sedeva tutti a tavola. Quei momenti, con tutti voi nipoti che correvate intorno, i vostri genitori che chiacchieravano… sentivo proprio che eravamo una cosa sola, uniti da un affetto indissolubile.

Mi dispiace tanto che con mio padre non ci sia mai stato un legame forte, lo sai!

D: Nonno, c’è mai stata una situazione in cui la rabbia ha preso il sopravvento? Come ha gestito quella sensazione?

R: La rabbia… quella è una brutta bestia, ti divora dentro. E sì, ci sono state delle volte in cui mi ha preso forte, tanto da farmi vedere rosso. Mi ricordo in particolare di un periodo… avevamo quel vicino di casa che proprio non ci voleva. Faceva di tutto per farci andare via, sai? A volte faceva anche cose brutte. Lì, la rabbia saliva, eccome se saliva! Sentivo un fuoco dentro, la voglia di rispondergli per le rime, magari anche peggio. Però… poi pensavo alla nonna, ai vostri genitori. Non volevo dare un brutto esempio, non volevo che crescessero in un clima di litigio e di violenza.

D: Nonna, qual è un’emozione che con il passare degli anni le sembra di comprendere in modo più profondo rispetto a quando era più giovane? Perché?

R: Credo che l’emozione che comprendo in modo molto più profondo adesso, rispetto a quando ero giovane, è la gratitudine. Da giovani, si danno tante cose per scontate, no? La salute, la famiglia, gli amici… sembra quasi che debbano esserci per sempre. Si è presi dalla fretta della vita, dai progetti per il futuro e, spesso, non ci si ferma abbastanza ad apprezzare quello che si ha. Invece, con il passare degli anni, si vedono le persone care andare via, la salute a volte vacilla, le energie diminuiscono. Ed è proprio in quei momenti che si impara davvero il valore di ogni piccolo gesto, di ogni giorno in più, di ogni sorriso ricevuto. Riflessione: Le loro storie sono testimonianze di come le emozioni plasmino i nostri ricordi e di come, anche a distanza di anni, l’eco dei nonni continui a risuonare nelle nostre vite. Questo laboratorio ci insegna il valore dell’ascolto intergenerazionale, un modo per onorare il passato e per arricchire il nostro presente con la saggezza emotiva di chi ci ha preceduto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *