Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.
Perché, conoscersi, comprendersi e (soprattutto) accettarsi per potere (infine) cambiare, aiuta senz’altro a vivere meglio.
Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono di insegnamenti. A volte ci fanno volare alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via tutto, lasciandoci niente. (Alda Merini)
Per quanto strano possa sembrare anche la figura maschile può andare in crisi in un momento in cui, invece, il mondo dovrebbe assumere colori, sapori e profumi molto più intensi per l’arrivo di una nuova vita.
L’arrivo di un nuovo figlio costituisce uno di quei momenti in cui, anche il padre genera una crisi di adattamento che prende il nome di Depressione Perinatale Paterna
“Io e mia moglie eravamo così felici di avere un figlio! Le nostre famiglie e gli amici non smettevano di congratularsi con noi e ci riempivano di regali. Ero emozionato e orgoglioso”. Con queste parole, un imprenditore di quarant’anni, Carlo, inizia il racconto della sua depressione perinatale. “Mi dicevano che le bambine si innamorano del papà, al punto da non volere fare altro che stare con la propria figlia. Sono stato un presuntuoso uno sciocco presuntuoso. Mi sono preparato a diventare padre come ho sempre fatto quando stava per partire un nuovo progetto di lavoro: ho letto libri sulla paternità, mi sono aggiornato sulle ultime scoperte della puericultura, ho accompagnato mia moglie a tutte le visite mediche e mi sono emozionato vedendo le ecografie. Sapevo quanto fosse importante per un bambino avere un padre presente e premuroso.
Con spavalderia aspettavo la nascita di mia figlia, sentendomi capace e pieno di risorse.
E finalmente è nata. Ma, già dai primi momenti di vita della mia Caterina, ho subito sentito che non avevo mai capito niente.
Dopo la nascita della bambina non riuscivo nemmeno a leggere il giornale, a fare una telefonata: quello che mi faceva impazzire era il fatto che non avevo più la mia privacy! La casa era invasa di persone, baby sitter, parenti, nonni… e poi?
Andavano via tutti sul più bello. Mia moglie era sempre nervosa e mi trattava come un bambino. Solo lei sapeva cosa provasse Caterina, io non capivo niente, io ero un buono a nulla. Se stavo con la bambina, mi controllava, mi sgridava: c’era sempre qualcosa che non avevo fatto alla perfezione. Eravamo sull’orlo di una crisi di coppia. I primi mesi dopo la nascita di mia figlia mi hanno distrutto: ero solo, esausto mi sentivo indifeso e in trappola. Caterina non dormiva la notte e io ero ormai uno zombie.
Alcune volte continuava a piangere qualsiasi cosa io facessi per tranquillizzarla e, più lei piangeva, più io mi sentivo perso: Ero stato un illuso a pensare di poter essere un buon padre.
Diventare genitori può sembrare un’impresa impossibile: medicine, vaccini, pannolini: Molte volte vorresti scappare, vorresti poter tornare indietro!
Sento di odiare mia figlia. E me stesso. Perdonami Caterina, perdonami Elena! Mi vergogno ma, comunque, ho capito che ho bisogno di aiuto”
(Alberto Siracusano – Risalire in superficie: conoscere e affrontare la depressione Ed. Mondadori)
Dopo questa drammatica testimonianza, c’è ben poco da aggiungere, per capire cosa si arriva a provare nei momenti come quello descritto.
Per opportuna completezza, comunque, proviamo ad evidenziare alcuni aspetti.
Partendo dal rapporto di coppia, è ipotizzabile il crollo di un modello in termini di aspettative: “chi credevo che, tu, fossi?”
Vale per entrambi i partner e rientra in quel processo chiamato di “falsificazione”, che porta a immaginare l’altro come vorremmo che fosse, piuttosto che come sia nella realtà.
Andando a osservare il padre, dovremmo domandarci che tipo di organizzazione di personalità sia riuscito a mettere in piedi negli anni. Da imprenditore di successo, infatti, non è escluso che abbia acquisito un modello gestionale accentratore e controllante, capace di produrre ottimi risultati ma che non prevede figure apicali in grado di avere la prima e l’ultima parola nei processi decisionali.
A queste condizioni, il processo di rispecchiamento nei confronti della figlia, non può attuarsi come, invece, naturalmente avviene quando, quest’ultima, è nelle braccia della madre che, a differenza del padre, evidentemente scende a livello emotivo della neonata e, insieme a lei, compie viaggi emozionali indispensabili.
Sostanzialmente, dalla testimonianza riportata nel testo del Prof. Siracusano, possiamo ricavare che l’arroganza del Padre Perfetto si esaurisce nella figura di un Re “nudo” e privo di Potere.
Anche se non c’è ancora un incasellamento all’interno del DSM 5, negli ultimi anni l’attenzione si è spostata su come vivono, gli uomini, la gravidanza, il parto e i primi momenti di vita, a tre, insieme.
L’aiuto che si può dare, in casi del genere, non può prescindere dalla esortazione di C.G. Jung
Se non impari ad affrontare le tue ombre, continuerai a vederle negli altri, perché il mondo fuori di te è solo un riflesso del mondo che è dentro di te.
Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale ci occuperemo della Depressione nell’anziano
Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi
Buona “degustazione”

Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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