Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro”
Oggi voglio mettermi a parlare un momento con te, Nonno, anche solo con le parole, e farti compagnia come si faceva una volta, quando ci si raccontava le cose con calma, guardandosi negli occhi. So che nella tua vita hai visto tante stagioni trascorrere e ognuna avrà lasciato qualcosa: un sorriso, una lezione, magari anche qualche ferita, ma soprattutto tanta saggezza.
Mi piacerebbe che mi raccontassi com’era il mondo quando eri ragazzo.
D: CHE PROFUMO AVEVANO LE GIORNATE?
R: Beh, mia cara, ogni giorno aveva un profumo diverso…
D: SI SENTIVA L’ODORE DEL PANE NEL PAESE?
R: Eheheh, non solo il pane… i cornetti, la focaccia, quella che ti piaceva tanto e, a volte, anche quello del sugo che cucinava tua nonna…
D: COSA TI RENDEVA DAVVERO FELICE, ANCHE NELLE GIORNATE PIÙ SEMPLICI?
R: L’amore che ricevevo da parte di tua nonna: uno sguardo, un bacio, un sorriso, il caffé al mattino.
D: SI GIOCAVA IN STRADA FINO AL TRAMONTO? SENZA TELEFONI, MA CON LE GINOCCHIA SBUCCIATE E IL CUORE LEGGERO?
R: Certamente! Sempre e solo questo.
D: So che allora si avevano meno cose, ma forse ci si teneva di più, si dava più valore a un gesto, a una stretta di mano, a una parola detta col cuore.
Vorrei chiederti oggi: COS’È CHE TI HA INSEGNATO DI PIÙ LA VITA?
R: La vita mi ha insegnato in assoluto che bisogna avere forza, coraggio, bisogna essere presenti costantemente per le persone a noi vicine, per poi ricevere lo stesso.
RIFLESSIONE: Capisco….ora ti racconto qualcosa io…
Sai, Nonnino, oggi la gente corre tanto. Sempre di fretta, sempre con mille pensieri.
Eppure, nessuno sembra sapere davvero dove stia andando.
Le strade sono piene di passi affrettati, di occhi fissi sugli schermi, di respiri corti che cercano di stare al passo con il tempo.
Ma il tempo non aspetta, non rallenta e mentre lo rincorriamo ci sfuggono la bellezza di un cielo sereno, il profumo del caffè al mattino, lo sguardo di chi ci vuole bene.
Forse dovremmo imparare a fermarci, anche solo un attimo, e ascoltare il silenzio che abbiamo dimenticato.
Ma io oggi voglio solo fermarmi un po’ con te, ascoltare la tua voce, immaginare i tuoi occhi che brillano mentre mi racconti una storia del passato. Una di quelle che parlano di fatica ma anche di speranza, di sacrifici, ma anche di soddisfazioni. Mi piacerebbe che mi dicessi:“Una volta accadde che…” e da lì in poi mi portassi nel tuo mondo, come abbiamo sempre fatto.
Anche se il tempo va avanti e cambia tutto, una cosa resta: l’affetto per chi ci ha fatto da guida, da radice, da esempio. E tu, Nonnino, sei questo: una radice profonda che tiene saldo tutto quello che siamo. Ti voglio bene, anche se avrei voluto continuare a giocare a carte, passeggiare nel verde, cucinare insieme, mettere ad alto volume in macchina “My Way”, ma soprattutto: ridere insieme. E oggi, per un momento, è come se fossi lì accanto a te.
D: L’ ultima cosa nonno: CHE CONSIGLIO MI LASCI PER I GIORNI IN CUI MI SENTIRÒ SMARRITA?
R: Amore, vivi la vita! Anche quando colpisce e fa male, anche quando sembra che sia tutto nero…non perdere mai la forza, la tenacia che tanto ti contraddistingue, la dolcezza che possiedi in grandi dosi.
Grazie, Nonnino… ti voglio tanto bene!!!
Angela (16 anni)
A cura di Maria Felicita Blasi


