Posted on

Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro” attraverso una intervista immaginata: “Cosa avresti voluto chiedere e cosa ti saresti voluto sentire rispondere?

I nonni sono un bagaglio di saggezza, memoria di una vita passata, e, seppur volino in alto troppo presto, il loro ricordo rimane vivido nei nostri pensieri.

D: Nonno, come trascorrevi la maggior parte del tempo quando eri un bambino?

R: Quando noi eravamo piccoli non esisteva tutta questa tecnologia.

Passavamo il nostro tempo con i nostri coetanei per le strade, nei giardini, con la palla e, alcune volte, eravamo proprio noi a costruire i nostri giochi.

Facevamo  di tutto per non rimanere segregati nella nostra abitazione.

D: Com’è avvenuto il tuo incontro con la nonna e come hai compreso di esserti innamorato?

R: La nonna frequentava il liceo “Lucrezia della Valle” , che a quel tempo era molto diverso, mentre io andavo all’Istituto Industriale, accanto.

Mi sono innamorato di lei già dalla prima volta che l’ho incontrata assieme alle sue amiche.

Per me è stato amore a prima vista; tuttavia, conquistarla è stata una sfida abbastanza complicata, nonostante la mia caparbietà.

D: Quale era il tuo gioco preferito e per quale ragione?

R: Mi piaceva parecchio il gioco tra le “bande” che facevamo nel parco giochi, dove interpretavamo dei ruoli e “litigavamo” con quelli più grandi.

Io ero considerato particolarmente forte e, per questo, finivo per avere l’incarico di capitano o vice-capitano. Anche se potrebbe sembrare un intrattenimento brutale e manesco, in realtà creava  amicizie eterne e relazioni fondate su lealtà e fiducia.

D: Com’era la scuola ai tuoi tempi? E il tuo rapporto con i professori?

R: La scuola era difficile, i professori erano rigidi e intransigenti e inoltre, a quell’epoca, era legittimo infliggere punizioni fisiche ai propri alunni quando si comportavano male.

Non esisteva la comodità di Internet, perciò studiavamo con l’aiuto dei libri della biblioteca o seguendo la lezione in classe.

 D:  Com’è cambiato il mondo  rispetto a quando eri più giovane? C’è qualcosa che ti manca del passato? Perché?

R: Ovviamente il mondo è totalmente cambiato rispetto a quello della mia infanzia, soprattutto con l’arrivo della tecnologia e dei telefonini.

Anche l’educazione, la formazione scolastica, i rapporti tra i genitori e i figli sono mutati drasticamente.

Del mio passato mi manca soprattutto il significato che davamo al termine “divertimento” : non ci serviva una bottiglia di alcol per trascorrere una bella serata, ma semplicemente una buona compagnia, un pallone o una storia da raccontare. Ormai questa generazione è ossessionata dall’uso del cellulare e non riesce a cogliere l’attimo della sua giovinezza e a godersela a 360°.

 Antonello (16 anni)

 A cura di Maria Felicita Blasi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *