Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro” attraverso una intervista immaginata: “Cosa avresti voluto chiedere e cosa ti saresti voluto sentire rispondere?“
D: Ciao nonna, dato che ti sei sempre raccontata poco, ti farebbe piacere parlare un
po’ della tua infanzia e della tua gioventù?
R: Va bene, anche se sull’infanzia non ho molto da raccontare. Sono nata il 21/07/1944 in un paesino di nome S.Lucido da due genitori poco presenti; infatti ho pochi ricordi su di loro, dato che sin da piccolissima mi lasciarono in affido a mia zia, che considero come una vera mamma, e andarono a vivere a Roma con i miei fratelli. Ho avuto un’infanzia relativamente tranquilla, trascorsa tra qualche tuffo al mare e scherzi con i miei cugini. La gioventù l’ho vissuta con la consapevolezza di non poter essere chi volevo davvero; infatti avrei tanto voluto continuare i miei studi, ma a casa c’era bisogno di soldi, perciò iniziai a lavorare vendendo frutta e verdura. Col senno di poi, posso dire che non fu una cosa tanto negativa, in quanto mi ha permesso di conoscere colui che sarebbe diventato l’uomo della mia vita, tuo nonno, che a quei tempi vendeva meloni con suo padre. Abbagliata dall’amore, decisi di trasferirmi subito a Cosenza con lui, più precisamente a Sant’ Antonio dell’Orto, dove iniziammo a mettere le fondamenta per la nostra famiglia.
D: Che bello nonna! Ora capisco da cosa sono scaturite la tua forza e la tua determinazione, anche se adesso ti vedo più stanca! Cos’è che ti affigge così tanto?
R: Eh, amore di nonna, sono parecchie le cose che mi hanno segnato: la chiusura della mia attività, l’ictus…ma una cosa mi ha distrutta totalmente.
D: Nonna posso immaginare…la morte di zio vero?
R: Esatto! Sai che non è passata neanche una settimana dalla sua scomparsa, ma a me sembra già un’eternità; le ore trascorrono lentamente e il mio dolore aumenta sempre di più. Era il secondo di tre splendidi bambini, ha sempre saputo essere autonomo, tanto da prendersi cura anche di tua madre in quei periodi, in cui, lo ammetto, non sono stata molto presente. Ora è tutto più grigio e vuoto senza di lui.
D: Cosa ti manca di più?
R: Mi manca tutto, ma specialmente il caffè, che prendevamo insieme la mattina e che ora, purtroppo, ha un altro sapore.
D: Nonna sei la donna più forte che io conosca! Lo sai che ti amo tanto, sì?
R: Certo, amore di nonna, ti amo anch’io!
Angela (16 anni)
A cura di Maria Felicita Blasi
