Pubblicato su Lo Sciacqualingua
La nostra meravigliosa lingua italiana è ricca di sfumature e dettagli che rendono ogni parola unica nel suo uso e significato. Tra i termini spesso considerati sinonimi, ma che in realtà presentano sottili differenze, troviamo qualunque e qualsiasi. Sebbene entrambi abbiano lo stesso obiettivo comunicativo – esprimere un’idea di indeterminatezza – la loro origine e il loro impiego li distinguono. Una conoscenza approfondita di questi due lessemi permette di adoperarli con maggiore precisione e naturalezza.
Qualunque proviene dal latino qualiscumque, formato da qualis (“di quale tipo”) e cumque (“in qualunque modo”). Qualsiasi, invece, nasce dalla fusione di quale e siasi, forma arcaica del congiuntivo di essere (“sia”), con il significato originario di “quale si sia”, vale a dire “indipendentemente da quale sia”.
Ambedue possono essere usati sia come aggettivi sia come pronomi e condividono la caratteristica di essere invariabili; non hanno un plurale, quindi. Tuttavia, quando è necessario, si preferisce impiegare qualsiasi posposto al sostantivo per mantenere un senso di pluralità. “Accettiamo persone qualsiasi” è più naturale di “accettiamo qualunque persone”, che rasenta l’agrammaticalità. Allo stesso modo, “posso fare cose qualsiasi” risulta più scorrevole rispetto a “posso fare qualunque cose”.
In funzione di aggettivi indicano un elemento non specifico di un insieme, ma con una leggera differenza. Qualunque esprime indifferenza nella scelta, suggerendo che non c’è differenza alcuna tra le varie opzioni disponibili. “Scegli qualunque libro dalla biblioteca”, implica che tutti i libri sono/siano equivalenti; mentre qualsiasi accentua l’assenza di restrizioni, dando l’idea di assoluta libertà di selezione. “Scegli qualsiasi libro dalla biblioteca” comunica che la scelta è del tutto libera.
Nel linguaggio quotidiano, qualunque è percepito come più naturale e colloquiale; qualsiasi, invece,è più usato in contesti formali o scritti. Inoltre, qualunque è generalmente preferito nelle frasi negative: “Non c’è qualunque possibilità di successo” risulta più naturale di “non c’è qualsiasi possibilità di successo”.
Prendi qualunque strada, arriverai comunque a destinazione: tutte le strade portano al medesimo risultato. Puoi venire a trovarmi a qualsiasi ora del giorno: l’assenza di limiti caratterizza la scelta dell’orario. Non voglio qualunque consiglio, voglio un consiglio sensato: non basta un consiglio a caso. In qualsiasi situazione mantieni la calma: il concetto di validità universale è rafforzato.
Questa sottile distinzione arricchisce la lingua e permette, a chi ama il bel parlare e il bello scrivere, di usare entrambi i termini con maggiore precisione.
Qualunque strada tu scelga, è il cammino che fai a renderla giusta.
Qualunque consiglio è utile, ma quello giusto fa la differenza.
Puoi scegliere qualsiasi sogno, ma solo quelli che insegui diventano realtà.
In qualsiasi situazione, la pazienza è la chiave.
Qualunque persona può parlare, ma saper ascoltare è un dono raro.
A cura di Fausto Raso

Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.