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Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro”.

Questa intervista non è veramente accaduta, non ho un dialogo con mia nonna e non penso che mai lo avrò. Chiedo scusa per la mia freddezza, ma è così che andrebbe se la intervistassi. Parliamo, ma non c’è comunicazione e non penso di essere davvero una parte di lei.

D: Com’era la tua vita da giovane? Dove vivevi e com’era la tua giornata tipo?

R: Eh, vivere in Maramureș non era facile, ma era bello. Era tutto più semplice, più lento. Le giornate iniziavano presto, molto presto. Mi alzavo con il sole, aiutavo mia madre a preparare la colazione, spesso solo pane fatto in casa, un po’ di latte, se c’era. Poi si andava a lavorare nei campi o con gli animali. In inverno, si stava in casa a cucire, lavorare la lana, preparare quello che serviva per tutto l’anno. La scuola c’era, ma a volte bisognava scegliere se andare a lezione o aiutare in casa. Ci si conosceva tutti, si condivideva tutto. A volte mancavano le cose, ma nessuno si sentiva solo davvero.

D:Quali erano i tuoi sogni da ragazza? Li hai realizzati?

R: Sognavo una vita diversa. Volevo studiare, viaggiare, conoscere il mondo. Invece ho seguito quello che gli altri si aspettavano da me. Non ho realizzato quei sogni, no…e a volte mi chiedo chi sarei diventata, se avessi avuto il coraggio di scegliere per me. Ci penso ancora, anche se non lo dico spesso.

D: Che ricordi hai della Romania di 40 anni fa? Era un periodo difficile?

R: Sì, era un periodo molto difficile. C’era poco di tutto: poco cibo, poca libertà, poca speranza. Dovevi stare attenta a quello che dicevi, anche in casa. Si viveva con la paura, ma anche con forza. Ci si arrangiava, come ho detto prima, ci si aiutava tra vicini. 

D: C’è qualcosa che vorreste dirmi, che magari non hai mai avuto occasione di esprimere?

R: Forse non te lo dico spesso, ma sono orgogliosa di te e di tutto quello che stai facendo con la tua vita. Sono stata assente per gran parte della tua infanzia e adolescenza, e tutt’ora lo sono, ma sono fiera dei tuoi traguardi.

D: Hai mai pensato a come mi sarei sentito/a quando non c’eri?

R:No.

D: Perché ti sei allontanata da me?

R: Non ho scelto di allontanarmi da te, è semplicemente successo. Non riuscivo a essere nonna e lavoratrice al tempo stesso. Sì, ho scelto altre cose invece di te, ma penso che tu mi debba anche capire. Non riuscirò mai a farmi perdonare, in parte anche perché non vedo nulla di sbagliato nelle mie azioni.

Adriana (14 anni)

A cura di Maria Felicita Blasi

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