Agli occhi appare quella sovrapposizione di due legni, quella Croce sgangherata ma appesa con metodo, a mezz’aria, le braccia allargate, la testa reclinata, la ferita, il sangue degli innocenti, di quanti gridano giustizia, ma spesso, sempre più spesso, rimangono senza giustizia.
E’ festa di Pasqua, è vero, eppure il dolore non è solo un’emozione, il dolore di una ingiustizia perpetrata in origine, somiglia a un sofferenza che annienta e poi cancella qualcosa che non c’è più, eppure lì risiede l’amore.
E allora ecco quell’urlo così disperato, quell’urlo di chi non ha più speranza. C’è nell’aria un sapore strano, del ferro battuto, del chiodo infisso, della spada senza altra lucentezza, eppure la gioia resiste alle intemperie delle miserevolezze umane, rende meno oppressiva e incomprensibile quella morte, quel figlio Santo e Dio abbandonato, dentro l’ingiustizia umana più grande.
E’ Pasqua, è festa, è riconciliazione con la vita che non si spegne, non s’arrende, quell’Uomo muore e già domani è ritornato a essere quanto era, sembra inverosimile almeno quanto in ognuno di noi la caduta uccide la ragione del cuore, sopraffatta dalla nostra lucida follia.
La croce scelta, passo dopo passo, non risulterà mai segno di sconfitta, ma resilienza della radice profonda aggrappata profondamente alla terra, cosicchè nessuna tempesta o bestemmia ne possa sdradicare la passione della fede che ognuna professa.
Si è festa di tutti nessuno escluso, nasce poco più indietro dove c’è la sofferenza, il dolore, che richiama a raccolta ogni energia interiore, affinchè la prossimità dell’altro abbia la nostra attenzione, perché la Pasqua è tutta dentro la nostra umanità che dovrebbe significare avere cura, averne cura, di chi come quel Cristo in croce spesso sta davanti al nostro naso e non lo vediamo, peggio, non intendiamo proprio vederlo. Mi piace pensare che questa Pasqua non sia soltanto la ricorrenza da onorare in automatico, ma consegni a chi crede nel valore irrinunciabile della libertà, quella libertà scritta a chiare lettere su quei legni e quei chiodi, con quella assenza diventata presenza costante, quella libertà come responsabilità insegnata attraverso l’esempio di questa possibile rinascita.

Counselor, Tutor e Responsabile Servizi Interni e Lavori Pubblica Utilità presso la Comunità Casa del Giovane di Pavia Comunità “Casa del Giovane” Pavia