A seguito del tragico e recente fatto di cronaca relativo alla circostanza che, un cane di razza pitbull, ad Acerra avrebbe sbranato una bimba di 9 mesi, provocandone la morte (anche se è ancora tutto da chiarire) è bene fare chiarezza su cosa stabilisce la legge a proposito dei c.d. cani “pericolosi” ricompresi in un elenco di 25/26 esemplari appartenenti a varie razze, per lo più molossoidi.
Prima, però, è necessario fare delle considerazioni di natura generale evidenziando che, ogni volta, che accade un episodio come quello descritto nell’incipit, relativo ad un molossoide, come un pitbull o un amstaff, inevitabilmente si riapre l’annosa questione sulle razze canine, identificandone alcune come potenzialmente pericolose per l’uomo. Un argomento che colpisce emotivamente e che, puntualmente non contribuisce a fare chiarezza.
Innanzitutto, c’è da dire che, a seconda della taglia e della conformazione cranica, un cane può avere una potenzialità offensiva del morso molto diversa. I molossoidi, ad esempio, hanno una leva molto favorevole e una muscolatura molto sviluppata e per questo sono in grado di mordere in modo molto efficace, mantenendo la presa per lungo tempo. Questi cani potenzialmente sono quindi in grado di provocare maggiori lesioni in caso di aggressione, ma questo non significa affatto che siano cani pericolosi. Anzi, tutt’altro.
Secondo gli esperti, il pitbull terrier, dal punto di vista caratteriale, con la giusta cura ed addestramento, può essere un compagno fedele ed amorevole che, solitamente, porta molta gioia alla vita dei suoi proprietari. Infatti è un cane molto socievole ed amichevole che ama interagire con le persone ed i suoi proprietari, è molto leale e molto protettivo verso la sua famiglia. E’assai importante farlo socializzare fin da cucciolo in modo da abituarlo alle persone ed agli altri animali, educandolo con metodi positivi e non violenti, in modo da fargli sviluppare un comportamento equilibrato e non aggressivo. Pertanto, nonostante la sua fama legata di sovente ad informazioni sbagliate e ad ignoranza, i pitbull sono cani adatti alle famiglie, con una gestione corretta e conoscendo le caratteristiche della razza. Dal punto di vista fisico, il pitbull è come un culturista, ha una muscolatura molto sviluppata, ma questo non fa di lui un cane pericoloso solo perché in possesso di una particolare prestanza fisica.
Ciò che risulta importante sottolineare che il comportamento del cane è il risultato di come è stato educato e abituato. Se è stato educato con lo scopo di renderlo aggressivo si comporterà di conseguenza, ma la responsabilità di ciò non è certo del cane ma dell’essere umano. I cani, solitamente, qualunque sia la razza ed anche se meticci, creano con il proprio umano di riferimento un legame fortissimo e per indole si assoggettano al loro volere pur di assecondarlo, quindi un cane aggressivo è il risultato di una precisa e determinata volontà del suo proprietario di renderlo in tal modo per scopi sicuramente non leciti.
Un altro aspetto dello stesso problema, è da ricollegare, spesso, all’allevamento incontrollato di cani ed alla creazione di razze non ancora stabili, che possono dar luogo a soggetti che non essendo equilibrati possano avere una maggior reattività. Questo può accadere con i cani di qualsiasi taglia, allevati in modo scorretto, non socializzati nel modo dovuto e tolti alle cure parentali della madre precocemente. Il problema è comune ma il risultato, sotto il profilo del danno potenziale può essere completamente diverso a seconda della razza.
Ma la verità vera su cui non si pone l’accento per come invece si dovrebbe è che un cane non è per tutti e chi decide di adottarne uno deve chiedersi se sarà in grado di gestirlo in modo corretto, di educarlo con criterio e consapevolezza, avendone le capacità e la corretta formazione. In caso contrario sarebbe opportuno fare scelte più responsabili, compresa quella di non avere un cane. Esistono poi dei pessimi proprietari, che sono rappresentati da una categoria (per fortuna una minoranza) di quel tessuto sociale che ha comportamenti aggressivi, che vive al confine fra violenza e delinquenza, che alleva i cani per farli diventare aggressivi, per usarli come armi improprie sottoponendoli spesso a maltrattamenti, sia fisici che legati alle condizioni di vita. Oppure per farli diventare una fonte di reddito, con riproduzioni incontrollate, allevamenti casalinghi messi in atto senza criterio o peggio ancora per combattimenti clandestini che sono vietati dalla legge e che costituiscono reato, come stabilisce l’art. 544 quinquies del codice penale.
Un cane maltrattato sino dalla più tenera età può sviluppare una maggior aggressività e avere instabilità nei comportamenti. I molossoidi e i cani di grossa taglia, presi senza criterio, presentano un alto tasso di abbandono e stanno riempiendo i canili (soprattutto dopo il fatto di cronaca di Acerra), a causa della scarsa possibilità di trovare un’adozione. In questo modo per l’animale si chiude il cerchio del maltrattamento, condannati alla reclusione con sentenza di «fine pena mai».
Ma cosa dice la legge su questo argomento?
La materia è disciplinata dall’ordinanza del Ministero della Salute del 27 luglio 2021 che prevede, innanzitutto, per i medici veterinari, liberi professionisti, di promuovere ed organizzare dei percorsi formativi volontari per diffondere la cultura del possesso responsabile e l’educazione dei proprietari dei cani. Infatti, tale ordinanza, per prevenire il rischio di aggressione da parte di cani, ha attribuito un ruolo fondamentale alla responsabilità dei proprietari che sono chiamati a rispondere del benessere e del controllo del proprio animale, sia sul piano civile che penale, per i danni e/o le lesioni arrecati a persone, animali e cose.
L’ordinanza, in questione, come già affrontato in altri articoli della stessa rubrica, prevede:
- l’obbligo del guinzaglio di misura non superiore a mt 1,50 per i cani in aree urbane ed in luoghi aperti al pubblico;
- di portare sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo;
- l’obbligo di affidare il proprio animale solo a persone in grado di saperlo gestire;
- l’obbligo da parte del detentore e proprietario di assumere informazioni sulle caratteristiche fisiche e d etologiche dei cani e sulle normative in vigore;
- l’obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano di raccogliere le feci.
Inoltre, i Comuni devono mettere a disposizione dei percorsi formativi per i proprietari dei cani con il rilascio del c.d. “patentino”.
I Servizi Veterinari delle Asl, in caso di cani a rischio, devono prevedere la necessità di percorsi terapeutici comportamentali per cani che richiedono una valutazione comportamentale e la tenuta di un registro aggiornato di tali soggetti. I proprietari dei cani inseriti in tale registro devono stipulare obbligatoriamente una polizza assicurativa di responsabilità civile.
Quali sono i divieti previsti da tale ordinanza?
- L’addestramento di cani al fine di renderli aggressivi;
- Qualsiasi attività di selezione e/o incrocio di cani per svilupparne l’aggressività;
- Sottoporre i cani a doping, come definito dall’art. 1, commi 2 e 3 L. 14/12/2000 n. 376;
- Interventi chirurgici per modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi, tipo: la recisone delle corde vocali; il taglio delle orecchie, l’estirpazione delle unghie e dei denti; il taglio della coda.
- La vendita, l’esposizione ai fini della vendita e la commercializzazione di cani sottoposti ad interventi chirurgici.
Per alcuni interventi chirurgici (es. resezione delle corde vocali, estirpazione delle unghie e denti) l’unica eccezione prevista è se tali interventi sono considerati necessari da un medico veterinario nell’interesse dell’animale e per il suo benessere. In tutti gli altri casi, si incorre nel reato di maltrattamento, ex art 544 ter del codice penale.
E’, inoltre, consentito l’utilizzo degli animali da compagnia nelle pubblicità, negli spettacoli, nelle esposizioni, nelle competizioni e nelle manifestazioni pubbliche solo se vengono rispettate le condizioni di salute e di benessere dell’animale in considerazione della specie, razza e dell’età.
La legge, infine, introduce il reato di traffico di animali da compagnia ed il reato di introduzione illecita di animali da compagnia.
L’Italia, inoltre, con la legge 04/11/2010 n. 201 ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia fatta a Strasburgo il 13/11/1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno.
Infine, al vaglio del Parlamento attualmente c’è una proposta di legge sull’idoneità di possesso e conduzioni di cani potenzialmente pericolosi. Il progetto di legge è stato avanzato dalla Regione Lombardia che ha stilato una lista di 26 razze chiedendo l’istituzione obbligatoria di un patentino per il possesso e la conduzione dei cani inclusi nella lista. Secondo tale proposta, i possessori di cani inclusi nella lista saranno obbligati a seguire un percorso formativo che prevede due fasi, una teorica per l’apprendimento ed una pratica attraverso un test che valuterà sia la capacità del conduttore di gestire il proprio cane che le caratteristiche psicofisiche dell’animale. Il test di controllo (Cae-1) ripetibile per tre volte in un lasso di tempo massimo di tre mesi, sarà effettuato da personale ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana).
Nel caso in cui il proprietario non superi il test oppure il cane non ottenga una valutazione favorevole al test Cae-1, i servizi veterinari ATS (sanità territoriale animale) stabiliranno l’incapacità di gestione del cane. A quel punto, i Comuni potranno, in collaborazione con l’ATS (sanità territoriale animale) provvedere al sequestro dell’animale che sarà affidato a rifugi ed a canili locali.

Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.