Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.
Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.
Il maligno dice male dé buoni; lo stolto or dé buoni, or dé malvagi; il saggio di nessuno mai. (Giacomo Leopardi)
Illuminati da questa riflessione di Giacomo Leopardi, continuiamo il viaggio nelle difficili rotte del Narcisismo. In questa puntata cercheremo di capire in che modo, tale condizione (che può diventare un problematico disturbo di personalità), sia in grado di condizionare e avvelenare ogni tipo di rapporto.
Partiamo da una premessa importante che riguarda il concetto del “Sé”, sul piano psicologico, chiedendo aiuto a Donald Winnicot e ad Heinz Kohut.
Ciascuno di noi nasce con una base potenziale (racchiusa nelle pieghe del DNA) e che prende il nome di “vero sé potenziale”.
In base all’ambiente di riferimento (Tempo storico, contestualizzazione geografica, famiglia di appartenenza, etc.) si cerca di adattarsi, chi più chi meno, a quello che pensiamo siano le aspettative del mondo esterno.
In tal modo, attraverso una coerente acquisizione di informazioni dal DNA (mediante il meccanismo dell’epigenetica) mettiamo su, senza accorgercene, un certo tipo di personalità (in termini di organizzazione e funzionamento) la cui punta di diamante è l’Io (che ci consente il rapporto con la realtà, la tolleranza verso le frustrazioni, la capacità di giudizio, il rapporto con il super io, etc.).
Dal momento che, tutto questo, rispecchia la mediazione inconscia fra quello che (potenzialmente) eravamo e quello che siamo dovuti diventare, ci troveremo a fare i conti con ciò che prende il nome di “Falso Sé” che cresce come un guscio intorno al “Vero Sé” (quello che siamo veramente e che possiamo non consapevolizzare mai) proteggendolo dai possibili effetti distruttivi del rapporto con l’ambiente.
Di fatto, quindi, il Sé, diventa ciò che un individuo pensa di sé stesso ed è l’immagine allo specchio che si forma in relazione alle esperienze vissute e alle interazioni con gli altri.
E torniamo al Narcisismo che, a questo punto, possiamo considerare come una delle possibili varianti del “Falso sé”.
Il Narcisismo, quindi, nella sua modalità non fisiologica (potremmo dire, “negativa”), scaturisce da una fissazione, come abbiamo visto nella puntata precedente, a un Sé grandioso arcaico (conseguente a una sorta di fallimento empatico dei genitori che non sono riusciti a rispondere in maniera adeguata alle naturali richieste di attenzione e di ammirazione del bambino), con ricerca di attenzione, arroganza, esibizionismo, sfrenata ambizione, fantasie grandiose e una discreta condizione di ansia, magari ben dissimulata.
Di conseguenza, abbastanza spesso, questo tipo di personalità narcisistica mette in campo il Sé grandioso e patologico proiettando la parte svalutata di sé (quella frustrata dai fallimenti percepiti e dai rimproveri ricevuti, durante la crescita) su chi sta accanto che, paradossalmente, resta affascinato dai “giochi di prestigio” da illusionista e fornisce carburante di “conferma” al sé grandioso stesso.
All’interno del rapporto di coppia, la personalità narcisistica proietta il sé grandioso patologico sul partner e mette in atto una relazione tra questo sé grandioso e il suo riflesso proiettato.
In questi casi, infatti, il partner diventa un puro veicolo di una relazione tra aspetti del sé. Si finisce col litigare spesso con sé stessi, anche se la diatriba è col partner.
Ovviamente, se il partner ha una vaga somiglianza, sul piano della personalità narcisistica, si finisce col diventare, ognuno dei due, la replica dell’altro, oppure si riesce in una operazione pericolosa: facendosi da completamento, l’uno dell’altro, si crea un “sodalizio”, un’unità ideale grandiosa immaginaria.
Un delirio condiviso, insomma.
Come spesso avviene, anche in questo caso il tema dominante centrale è qualcosa di cui abbiamo parlato approfonditamente nella collana “le ragioni del cuore”: l’invidia preedipica.
Piaccia o non piaccia, ognuno di noi, da piccolo, ha provato rabbia contro la figura della Madre (o di chi ne ha rivestito la “funzione”) perché, essendo “dipendenti” da lei, la si è vissuta come frustrante o rifiutante tutte le volte che non è rimasta al nostro servizio.
Sostanzialmente, è come se non le avessimo riconosciuto il diritto a una propria vita.
Ci si riferisce al preedipico, perché è come se non fosse intervenuto il Padre (o chiunque ne abbia rivestito la “funzione”) a inquadrarci all’interno del binario delle regole.
Per reagire a questa sofferenza (del tutto inconscia) si sviluppa un desiderio di distruggere, di sciupare e di prendersi con la forza ciò che viene rifiutato: in particolare ciò che viene più ammirato e desiderato.
La tragedia di questa personalità sta nel fatto che, l’appropriarsi in modo rabbioso e avido di ciò che viene negato e invidiato, non porta alla soddisfazione e, il soggetto, finisce per sentirsi vuoto e frustrato.
Nello stesso tempo, dato che la bontà di ciò che l’altro ha da offrire è fonte di frustrazione (perché ricorda la Madre che si è “negata”), il canale empatico con questo oggetto d’amore diventa impossibile e deve essere negato.
Vale per qualsiasi rapporto significativo (coppia, amicizie, etc.)
Il narcisista, quindi, ha bisogno di essere ammirato piuttosto che amato e vive la normale reciprocità delle relazioni umane, come uno sfruttamento e un’invasione.
Ma, la condizione narcisistica, è più incidente nella personalità maschile o in quella femminile?
Ne parleremo nella prossima puntata
La natura della pioggia è sempre la stessa, eppure fa nascere spine nel pantano e fiori in un giardino.
Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale ci occuperemo del Narcisismo e dell’Odio reciproco, fra donne e uomini.
Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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