Qualcuno, non qualcosa! No, mi spiace ma proprio non riesco a trovare il collegamento fra le due. Non riesco ad immaginare come la trasposizione di un sentimento per qualcuno si possa tramutare nell’amore per qualcosa.
Giorni di Amore, inteso come una delle componenti della sessualità. Ci sono dentro ormai e non riesco quasi più a pensare ad altro. Incredibile! Vai a vedere che la definizione esatta dei circuiti cerebrali ad esso collegati mi da la risposta. E finalmente.
Un’amara consapevolezza: alcune cose non possono più cambiare! Lo scrivo e lo rileggo, ma subito dopo mi rimane un po di delusione: non era questa la maniera in cui volevo comunicare, era questo quello che volevo dire, ma in altro modo
Dall’alto della finestra mi affaccio scrutando, cercando di vedere nella solita strada quello che si nasconde a non voler essere svelato. Provo a curiosare nella memoria, un episodio che potrebbe fornire il trampolino per il salto, ma curiosando e sbirciando non arriva niente a me. Nulla che possa darmi lo slancio.
Sentimenti. Un movimento nell’anima, provo a tirarlo fuori così come lo sento, lo trasmetto e…me lo vivo. Con paura? Oh si, certo e anche tanta, ma…il gioco vale la candela.
Quanti anni sono passati? Tanti, veramente tanti, eppure ancora a me il suo sorriso, l’allegria, la luce spenta dentro gli occhi che non ho saputo comprendere, mai capito. Un momento di grande intimità fra di noi e la paura. Resterai con me per sempre? Mi raccoglierai quando mi perderò nella strada a vagabondare? Anche se non saremo più insieme?
Tanto tempo è passato, ma la mia promessa è ancora viva, la mantengo fino a sempre. E se questa sera è anche mia questa paura, mi aiuta a comprendere di più.
Mi rivedo nel futuro in questo momento di grande incertezza, di timore per quello che sarà. Promettente ma talmente delicato. Uno sguardo, un movimento e parte subito la ricerca del significato. Passo più tempo a cercare di vedere un soffio d’aria che goderne della sua freschezza. È questo quello che più mi disturba, mi fa perdere la spontaneità e non godere di quello che possiedo.
Il pericolo? Quale mai potrà essere, forse quello di posare lo sguardo su qualcosa che non vorrebbe essere né smosso né turbato, oppure suggerire un modo nuovo di vedere i tramonti in riva al mare, quelli che arrivano all’improvviso e nemmeno ti sei accorto di aver guidato fino a lì. Eri solo uscito a far la spesa e invece ti ritrovi sulla ghiaia ancora fresca a guardare l’orizzonte e immaginare con piacere di volare alto e oltre.
Temo la delusione che rimane fra le dita quando con tutta l’anima provo a sollevarmi dalla terra, a trascinare dentro di me chi cattura la mia attenzione. Basta un gesto, a volte anche solo uno sguardo un po’ diverso, una luce che brilla a illuminare. E parto senza fermarmi e senza limiti. Apro le porte della mia anima e lascio vedere quello che c’è, le parole fluiscono come un fiume in piena. Una cosa e poi, presa dall’ardore e dalla vera contraddizione, l’esatto contrario. Non và scambiato per incoerenza, è esattamente quello che vive in quel momento, che mi fa palpitare il cuore, che aumenta il mio respiro e mi fa sentire viva.
Qualcuno molto spesso si rifugia dopo un po’ di esitazione, si gira a guardare poche volte, ma alla fine preferisce la strada senza buche.
Guido la mia auto con la stessa passione con la quale vivo un intenso trasporto che mi condurrà non ho ancora ben capito dove. Ma in questo istante non mi va di sistemare e di ragionare su un qualcosa che, molto semplicisticamente, ormai è solo un sentimento forte e nobile. Forse fra dieci anni o più, quando stanca di vagare ad osservare, vorrò fermarmi a godere del tesoro che ho accumulato dentro l’anima.
Riconosco l’espressione che all’improvviso diventa sorpresa nella gente, che punta gli occhi increduli a non immaginare, divertita e attirata, ma quando scatta il meccanismo che rimette in discussione, allora scappa. Nascondendo fra le mani, ristabilendo l’equilibrio a fatica conquistato e difeso, senza più tornare indietro.
Faccio un giro. E’ solo questo ciò che voglio. Mi ritrovo sotto il cielo promettente, io e lui, a guardarci faccia a faccia. Piango un po’, soffro, ma anche questa volta di un sentimento che non lo so se è rivestito di emozione, di colore, di passione. Viene dall’anima e dal cuore. Anche se si attiva un circuito cerebrale…
Fernanda (16 maggio 2011)
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line