“Noi non giochiamo abbastanza con le tante belle cose che abbiamo fra le mani. E, più che agire, reagiamo in maniera stereotipata, schiavi della routine; e andiamo avanti, in una serie di comportamenti già stabiliti, con pochissime varianti e con pochissime libertà” (Tiziano Terzani)
Cari lettori, vi è mai capitato di valutare quante persone, intorno a noi, si “lascino vivere” piuttosto che tentare di “attivarsi a vivere”?
Sembra di trovarsi in un’epoca in cui lottare per un obiettivo importante sia qualcosa che appartiene a un passato ormai lontano. La Natura, maestra indiscussa di vita, avrebbe tanto da insegnarci se solo noi avessimo l’umiltà e la pazienza di apprendere. Sin dalla notte dei tempi, ad esempio ogni creatura appartenente al mondo animale o a quello vegetale ha dovuto sempre lottare per conquistare i propri spazi.
Non si capisce, allora, come mai, oggi, la musica debba essere diversa! Gli esperti del settore hanno utilizzato fiumi di parole nel tentativo di offrire le proprie conoscenze in tale direzione. Lo stesso Freud (ma non solo lui…) ha spiegato che l’essere Umano mancherebbe di un programma istintuale capace di orientare la sua esistenza nel Mondo.
E proprio su questo “difetto” che prenderebbe corpo il programma dell’Inconscio. Sostanzialmente, nessuno nascerebbe con un “piano di volo” già assegnato ma, piuttosto, ognuno di noi dovrà impiegare il propriotempo per capire (seguendo le direttive inconsapevoli di Madre Natura e confidando in validi esempi genitoriali) come realizzare pienamente se stesso, la propria personalità e il proprio ruolo.
È possibile che la nostra epoca generi smarrimento per l’appannamento di alcuni valori su cui, in passato, si poteva poggiare e che hanno allontanato dalla realtà di considerare l’essere umano nella sua totalità, capace di saper badare a se stesso.
Non chiedere di avere una salute perfetta
Sarebbe avidità
Fai della sofferenza la tua medicinsaper
E non aspettarti una strada senza ostacoli
Senza quel fuoco la tua luce si spegnerebbe
Usa la tempesta per liberarti.
(Cit.)
A riprova di quanto asseriamo rimane il fatto che l’individuo ha imparato a cercare fuori da sè, attraverso l’identificazione e l’emulazione. Madre Natura ci ha spiegato ampiamente che, queste due vie, non sempre conducono ad una giusta crescita attraverso una corretta ricerca e, perché no, ad un convincimento dei propri mezzi: insomma, consapevolmente o inconsapevolmente troppo spesso si giunge all’erronea conclusione che l’altro sia meglio di noi!
A questo punto, una riflessione…
Partendo dalla definizione dei dizionari della lingua italiana, secondo cui il termine “libertà” equivale alla “Condizione di chi è libero di pensare ed agire in piena autonomia”, proviamo a domandarci, in questo particolare periodo storico, come poter definire un valore così importante!
“Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo perché, in parte, assecondava la prima” (Marguerite Yourcenar).
Libertà, trae la sua radice etimologica dal latino ed equivale alla condizione di fare ciò che piace e che fa star bene. Tutto qui. Ma quand’è che possiamo affermare, di riuscire a determinare una simile e, paradossalmente semplice condizione esistenziale?
Con molta probabilità, ogni volta che siamo stati in grado di capire la Natura per poterne seguire le regole. Però, se non conosciamo noi stessi, è inutile (e controproducente) provare a conoscere il Mondo.
Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del grande gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti.(Richard Bach)
Ed ecco che, in situazioni non chiare, si affaccia al balcone esistenziale, l’essere umano presuntuoso che è, comuqnue, vittima illustre della propria fragilità e della propria insicurezza. E si, infatti, colui che sa di sapere, o, meglio, chi afferma di sapere, tenendo un atteggiamento fastidiosamente spavaldo verso il mondo esterno, nella realtà del suo mondo interiore, (al quale non può sottrarsi) è come un bambino indifeso di fronte all’orco cattivo:
ha, soltanto, una dannata paura!
E si possono avere tante paure che, alla fine, si riconducono alla preoccupazione di non fare (o di non essere in grado) di riuscire in ciò che ci eravamo proposti. O, peggio, in quello che gli altri, si aspettavano da noi!
Dietro ogni tramonto, che preannuncia il buio c’è, sempre, una nuova alba. Per ogni cosa che accade c’è una motivazione e, soprattutto, una soluzione.
Per quanto strano possa sembrare, infatti, l’Universo è un “sistema chiuso” in cui, qualsiasi azione (che è sempre, di per sè, il risultato di altre azioni) determina reazioni che metteranno in moto dei meccanismi al cui termine, si raggiungerà, in un modo o nell’altro, un equilibrio costituito su basi migliori di quelle degli equilibri precedenti
In pratica, è come se il “Sistema Natura” proponesse problemi come quesiti per la cui risoluzione basta saper trovare le spiegazioni che sono state previste. E nascoste.
Il motivo?
Verificare la preparazione e stimolare a migliorare, attraverso lo studio e la riflessione. In pratica, quello che succede quando, a scuola, somministrano dei test per valutare il grado di riflessione e apprendimento. Socrate sosteneva che “la ricerca del significato dei momenti della vita, partono dalla ricerca del sé, perché ciascuno vive quel momento con quello che ha dentro”.
Già ma se, dentro (ovvero, dentro noi stessi), non abbiamo nulla di positivo che riusciamo a consapevolizzare o, peggio, ci ritroviamo con una struttura di personalità “organizzata” malissimo, come facciamo a vivere quel momento? Ecco spiegata la frase iniziale di questo editoriale. Per poter vivere bisogna conoscersi, ma per conoscersi bisogna indirizzarsi al dialogo profondo con se stessi, attraverso il corretto pensare.
Cioè, riflettendo.
Cari Lettori, se è vero (come sosteneva Lucio Anneo Seneca) che non avere niente che ci infiammi e ci sproni, o che metta alla prova la nostra fermezza d’animo con le sue minacce e i suoi assalti genera apatia, è altrettanto vero quanto ci regala Tiziano Terzani, in conclusione di questo editoriale, invitandoci, (come appare simbolicamente, nell’immagine di copertina) a prendere bene la misura di ciò che cade sotto la nostra attenzione.
Mi distesi nell’erba a guardare le stelle . Mi parve di vederle per la prima volta. E forse era davvero così, perché le guardavo senza pensare ai loro nomi, senza cercare la Stella Polare o l’ Orsa Minore. Immaginai d’essere un uomo delle caverne che non ha letto nulla, che non ha studiato, che non “sa”. E, libero da tutta quella “conoscenza”, mi persi nella meravigliosa, consolante immensità dell’universo. Non la guardavo più. Ne ero parte.

Mariano Marchese (Avvocato, Counselor) – Presidente Assocultura Cosenza

Giorgio Marchese – Direttore “La Strad@”
Un grazie affettuoso all’amico Amedeo Occhiuto per gli aforismi proposti

Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Rimini/ Bari) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ONLUS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ONLUS – Membro Direttivo Club Rotary “Cosenza Nord” e Presidente Commissione “Immagine Pubblica” – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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