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Sono a “casa” il mio mondo interno è ovattato. Quasi a dimenticare chi sono e cosa sono.

Stavo marciando così, senza muovermi troppo, imbrigliato dalla densità dei miei pensieri non verificati dalla logica…

già la logica…

Ad un tratto, quasi meccanicamente, ritorno in rete, e trovo l’articolo di Malcolm dal titolo Eutanasia di un Amore. Lo salvo ma non lo leggo…no lo leggo ora ( me lo impongo per la curiosità che la mia mente produce in questo preciso momento: anch’io sto pensando in tale direzione )…

Leggo di Perry in missione per lavoro…è vero; so che è in missione proprio per lavoro: è andato a difendere il suo peggior nemico; un’altra volta, ancora più difficile, in una sede infida ( se diventi sempre migliore sarà sempre più difficile il caso che ti chiedono di seguire…), ce la farà. Lo so.

Leggo del potere che vampirescamente sugge linfa vitale.

Leggo di tristezza. Leggo di misura colma.

Io mi sento in una condizione strana, ma la avverto tutta. Non sono preso a tal punto da non accorgermi della stranezza che vivo.

Un rapporto “bloccato”. Una serie di bivi che potrebbero condurmi lontano dalle cose vere e utili. Una sensazione di torpore mi avvolge da tempo, da troppo.

Ma sarà il mio solito e stolido ottimismo a farmi ben sperare sulla soluzione o è solo la benda di chi non vuol vedere le difficoltà in cui si dibatte? Non ho mai percorso un terreno con le sabbie mobili, ma ho visto tanti film che riproducevano il loro effetto (in questo momento mentre sto riflettendo scrivendo cerco di interrompermi facendo una telefonata che posso fare anche lunedì, me ne accorgo e chiudo): se ti agiti senza criterio vai giù prima. Se ti muovi in maniera intelligente e sforzandoti di trovare un appiglio è probabile che il tempo e gli occhi possano salvarti…

Solo “superfluo” e “inutilità” ovunque mi giri a guardare…

attento osserva e rifletti forse trovi la soluzione!

Pensa…

Pensa…

Pensa…

Voglio una soluzione e la voglio ora: ma non è così che si guadagna la propria vita.

Moltissimi esseri umani, come afferma sempre Malcolm, vogliono solo evitare di stare male…pochi, troppo pochi Esseri Umani vogliono vivere bene: perché?

Perché nessuno vuole impegnarsi,

perché nessuno è disposto a rinnegare parte di sé,

perché è faticoso studiare, perché…

potrei aggiungerne tanti altri ma rischierei di allontanarmi troppo dalla situazione che sto vivendo e che urge risolvere.

Io stesso, in questi giorni, sono alla ricerca di piaceri che durino poco. Infatti, sono solo trasportato dalla aggressività. Il piacere è una sensazione mentale ( neutrergica…ma non lo dico poiché non so bene come stiano dentro di me le cose ) ed io mi accorgo di utilizzare la mente per altro, per evitare di soffrire.

Mi spiego. Evitare di soffrire nell’ottica di chi non vuole vivere bene…

acc! Sono come loro, touchè!

Però…c’è un “però”.

E sì! Da quando ho capito che per vivere bene si deve lavorare ( non parlo dei aspetti sociali) andando a modificare quello che di noi non va, utilizzando i parametri logico-naturali, non ho fatto altro che impattare in difficoltà.

Quando per esempio ho capito e realizzato alcune cose che avrebbero potuto militare verso il raggiungimento di un primo scalino della maturità, il terreno mi è franato sotto i piedi:

infatti, ad esempio, la persona che più amo nella mia vita ha potuto, finalmente, dirmi chiaramente che è insoddisfatta ( e ne ha ragione ) della vita che si conduce in questa parte del mezzogiorno d’Italia. Certo non è spostandosi fisicamente che troverà l’eldorado, ma, con ogni probabilità marcerà verso quella direzione con più dati: di fronte a certe affermazioni che spesso facevo a tal proposito ricordo sempre ciò che Malcolm mi disse in uno dei tanti arricchenti dialoghi che ho con lui: “…anche se te ne vai alle Maldive, il disordine che porti dentro il tuo mondo interno ti seguirà fin laggiù…

Della serie prima risolvi – schiarisci le tue idee – e poi scegli dove andare e cosa fare.

E siamo al punto di partenza. Sono nelle sabbie mobili dei mie pensieri dei miei apprendimenti non verificati dalla logica, delle mie paure, delle mie incertezze. Ma questa volta lo so e lo vedo: è reale!

Devo imparare a mantenere la calma, a muovermi in maniera intelligente sforzandomi di trovare un appiglio

a queste condizioni è probabile che il tempo i miei occhi ed una mano amica potranno salvarmi…

Se non avessi aperto gli occhi sarei annegato, col tempo, senza accorgermene, lentamente, inesorabilmente.

Ora ho molte chances per restare vivo, per imparare a vivere bene, per apprezzare, un giorno che non sarà più tanto lontano, il sentimento dell’Amore, così come è stato descritto da Malcolm: quello verso di me, verso una donna ( che tenterò di non far scappare via da me ), e poi verso un figlio.

…Frà…un passo per volta…

F. C. (5 giugno 2004)