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Dimostriamo in che modo, il Counseling, renda possibile l’alleggerimento del tedio quotidiano.


 

Caro dottore in questi giorni ho provato, sulla base di quello che ho imparato con lei fino ad oggi, a stilare la programmazione di una giornata, impostata ad evitare stress eccessivi. Gliela propongo.

  1. Un adeguato riposo serale per assorbire le energie da spendere.
  2. Non darsi fretta mentre si svolgono determinate commissioni.
  3. Avere pazienza senza innervosirsi per la tanta fila o per la strafottenza del personale.
  4. Darsi un termine anche se le commissioni non sono finite.
  5. Riuscire a ritagliarsi tempo per riequilibrare le forze.
  6. Non darsi per vinto se le cose non sempre riescono.
  7. Capire le proprie possibilità e guardare avanti.

Ottimo lavoro!

Ora ho bisogno di porle alcune domande. Cominciamo: come si riesce ad adattarsi ai cambiamenti della Società, senza restare passivi agli eventi?

Vuole una risposta in linea generale o applicata a qualcosa di specifico?

Necessito di una risposta pratica su qualcosa di specifico.

Mi faccia degli esempi.

Ad esempio, se in un periodo in cui inizio una nuova attività lavorativa, nella mia vita accadono eventi spiacevoli, come posso assorbire lo stress di queste novità senza restare passivo e, magari, scadere nella qualità lavorativa?

Beh, intanto nel momento in cui lei decide di agire per realizzare un lavoro è già disponibile ad evitare il passivismo, altrimenti non si sarebbe messo in discussione, tuffandosi in una nuova attività. Molto dipende dalle motivazioni, dal vantaggio che otterrà ad affrontare al meglio le avversità che le si pongono davanti.

Quando siamo colpiti da un evento spiacevole o da una situazione dolorosa, è possibile reagire spostando il nostro pensiero o la nostra mente altrove svolgendo, ad esempio, qualcosa di nuovo?

Effettivamente quello proposto, rappresenta un sistema difensivo che è possibile mettere in atto immediatamente, per ottenere dei risultati apprezzabili. È utile, però, imparare a metabolizzare l’evento fastidioso per evitare di correre il rischio di accantonarlo, solo temporaneamente.

Io sto imparando a gestirmi al meglio. Posso stare vicino a persone che non sanno con problematiche simili a quelle che mi riguardavano, o corro il rischio di trovarmi di nuovo “invischiato”?

Può tranquillamente frequentare chi ritiene opportuno. Posso soltanto ricordarle che è buona norma seguire i principi e le regole di una comunicazione corretta che lei, frequentandomi, sta imparando a conoscere. Per sua comodità, gliele riassumo

  1. Con chi devo parlare? (L’identificazione dell’interlocutore)
  2. Cosa devo proporre? (Lo scopo della dinamica)
  3. Qual è il motivo? (La motivazione)
  4. Dove avverrà la discussione? (Il luogo)
  5. Quando avverrà? (Il momento)
  6. Cosa propongo per ciò che chiedo? (Lo scambio corretto)
  7. Cosa privilegerò nel modo di pormi? (Il significante paraverbale)

Rispettando questo specchietto, imparerà cosa significa “l’arte della comunicazione”, evitando che le difficoltà degli altri attivino in lei sofferenze, mettendo “in risonanza” la sua suscettibilità.


G. M. – Medico Psicoterapeuta, Counselor

Si ringrazia Giuseppe Dattis per la formulazione delle domande e la trascrizione di questo incontro di Counseling.