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L’incapacità di decidere, può produrre ansia? Che differenza c’è fra egoismo ed egocentrismo?


1. L’indecisione, l’insicurezza, l’essere sempre in dubbio su una scelta, condiziona la quantità di ansia o di agitazione ?

Sì, perché l’indecisione crea una condizione di conflitto tra due o più soluzioni praticabili; di conseguenza non riuscendo a prendere una strada ben definita, aumenta la tensione interna, restando “al palo”. Aumentando questa tensione raggiungeremo dei livelli oltre i quali si produrranno ansia (con disagio psicologico) e angoscia (con disagio anche somatico). Prendendo una decisione l’ansia sparisce perchè scende la tensione da “stallo”.

Perché è difficile imparare a decidere?

La capacità decisionale rientra nelle funzioni della Volontà che si allena fin da piccoli. Se ti aiutano a diventare autonomo, inducendoti a fare delle scelte (ad esempio, il tipo di abbigliamento da indossare, la scuola da frequentare, gli amici, gli hobby, etc.), ti abitui a diventare sicuro delle tue idee; se invece, per proteggerti o per accelerare i tempi reattivi, c’è qualcuno che sceglie per te, crescerai con dei grossi limiti decisionali, che si ripercuoteranno per tutta l’esistenza.

Questo succede anche con le persone che ti stanno vicino?

Si, soprattutto.

2. Essere egoista, pensare di più a se stessi, può evitarci problemi o frustrazioni inutili?

Essere egoista significa rispettare un principio naturale: pensare a se stessi.

L’errore, quando c’è, consiste nel pensare esclusivamente a se stessi, addirittura a danno degli altri. Dando la precedenza alla nostra persona, per rapportarci meglio con il mondo esterno, costituisce il sistema comportamentale più idoneo perché, trattare bene gli altri per stare meglio noi, rappresenta, oggettivamente, il massimo: questo si chiama egoismo positivo. Esistono, tuttavia, l’egoismo negativo e l’egocentrismo che evidenziano, invece, comportamenti riprovevoli.

Qual è la differenza tra egoismo corretto, egoismo negativo ed egocentrismo?

L’egoismo positivo prevede, come abbiamo appena accennato, il pensare a se stessi (senza danneggiare gli altri); operando un corretto rapporto di scambio con chi si mostra disponibile nei nostri confronti, riconoscendo i benefici ottenuti per intervento altrui.

L’egoismo negativo prevede la strumentalizzazione consapevole di chi ci sta intorno, con “sfruttamento” altrui sapendo d’essere in torto, ma considerandoci più “furbi” degli altri.

L’egocentrismo invece prevede la strumentalizzazione inconsapevole del mondo esterno, credendo di essere nel giusto. L’egocentrico, di fatto, è anagraficamente un adulto, ma maturativamente un bambino che necessita di tutto l’aiuto possibile, senza essere in grado di restituire nulla. A differenza dell’egoista negativo, è più facile che cresca e migliori.


G. M. – Medico Psicoterapeuta, Counselor


Si ringrazia Giuseppe Dattis per la formulazione delle domande, la trascrizione dell’intervista e la stesura del dattiloscritto.