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Forse, anche, non aver paura di bagnarsi.


Pensieri degli anni difficili

I nostri silenzi.

Predominano nella penombra degli ambienti, se ne può sentire il respiro, intervallato dai sussulti che accompagnano il momento.

Un inizio di passaggio alla nuova stagione complicato. Ritornano le ansie del passato. Interviene una piccola e fresca pausa a rasserenare, programmata tempo fa, quasi a predire.

Sui sogni, sullimportanza di non spegnerli, sul passato, il presente, il futuro, la fugacità e a volte la futilità della vita, lamore e la morte, la bellezza della pioggia.

Qual è la cosa più semplice?

Le corde troppo tese della sensibilità rischiano di scoprire.

Uno sguardo al passato nella magica luce di questa notte, nel silenzio della strada dorata. Addormentato sui gradini dei pensieri, un improvviso scossone lo risvegliò, invitandolo sulla carrozza del desideri da vivere. Che vogliono vivere.

Proiettato in una dimensione tanto sognata, incredulo del contorno, prese il sogno al volo e partì. In quella notte. Fresca e frizzantina, profumata di mille stelle, inebriata dalla magia della novità.

Una nota colorata sul grigiore della quotidianità.

I sogni cominciano a vivere quando le braccia chiuse ai nostri pensieri si tendono, si aprono ad accogliere donando.

Teneva timidamente stretto a sé il suo progetto, impaurito dal non sentirlo accettato, insicuro delle parole ricamate fra le righe delle storie che amava dipingere.

Cosa mancava? Forse l’audacia?

Nel primo mattino di una promettente giornata da vivere, assaporo il silenzio del respiro e mi guardo indietro. Ripenso alla vita trascorsa, ai momenti vissuti da non dimenticare. Parliamo, occhi negli occhi, e sento, come poche volte accade, di avere le giuste parole, quelle che sfrecciano a colpire il punto dell’anima che ha bisogno di sentirsi accarezzato per poter vibrare, finalmente, di dolci emozioni. Riesco a comprendere a pieno. Il lungo silenzio è uguale a quello che riempie le mie parole, quando sento di averne talmente tante a rincorrersi senza poter uscire.

La cosa più semplice?

Ci si aggrappa alla speranza del futuro. Proviamo a cercare la strada meno tortuosa, ma spesso non coincide con quella che si illumina di desideri. E allora, ancora una volta, mi convinco sempre più che poco o nulla si può di fronte al divenire degli eventi.

La cosa più semplice è quella che fluidifica la vita. Non è quella che facilita il percorso ma è quella che si affaccia alla finestra dei sogni assopiti, che risveglia gli animi liberandoli dai tormenti, che allenta le catene aiutandoti nel volo.

Come spesso accade in questi giorni di ogni anno, il silenzio domina il mio pensiero. È troppo preso dal ricordo del calore, le parole trovano poco spazio per uscire creando un nodo in gola.

La cosa più semplice?

Le lacrime calde, ad inondare un momento di vita che ha bisogno di sentirsi riscaldato. Faccio posto nelle mie cose definendo uno spazio da riempire, anzi uno spazio che possa accogliere sorridendo.

Trascinata dall’atmosfera calda che solo la pioggia, in certi momenti, può creare, intraprendo un cammino nuovo, costeggiando il flusso veloce dell’acqua che ricorda, nel suo movimento, la vitalità, l’energia che deve sempre accompagnare i respiri di vita.

La cosa più semplice?

Forse anche non aver paura di bagnarsi.

Fernanda