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In questo gran parlare che si fa di omosessualità, come non riandare con il pensiero al cosiddetto “amore greco”, quello di cui tratta Platone nel Simposio? Socrate, pur essendo l’anagramma preciso di Storace, in materia di omosessualità la pensava in modo del tutto diverso dall’ex governatore della Regione Lazio. Cominciamo con il dire che aveva una moglie, Santippe; della sua stessa età, in più un amante diciottenne di nome Mirto, di professione collaboratrice familiare, e la bellezza di almeno quattro baldi giovanotti chiamati Agatone, Fedro, Erissimaco e Alcibiade, con i quali spesso e volentieri andava a letto. Ciò nonostante, era considerato da tutti una persona di alto livello morale. Bellissimo il finale del Simposio dove Alcibiade, arrivando a fine cena, accusava senza mezzi termini il maestro. “Amici miei” dice Alcibiade, “voi non potete immaginare quanto mi fa soffrire quest’uomo. Io le studio tutte per unirmi a lui e lui non fa altro che prendermi in giro. Un giorno… lo invitai a casa mia, proprio come fa un amante che tende una trappola al suo amato… Gli chiesi di dormire insieme nello stesso letto e lui freddamente mi rispose: ‘Mio caro Alcibiade, tu vuoi barattare la mia conoscenza del mondo con la tua bellezza. Dovresti renderti conto, però, che è come scambiare l’oro con il rame, e che a me, sinceramente, non conviene’. E ora eccolo lì che mi guarda e se la ride sotto i baffi. Per farmi dispetto si è seduto proprio accanto al più bello di tutti noi, accanto ad Agatone”. Tutte queste cose Alcibiade le dice ad alta voce, davanti a tutti, senza alcun problema, il che sta a significare che all’epoca nessuna critica poteva essere rivolta nei confronti degli omosessuali. Tutti i greci erano omosessuali, anzi erano bisessuali. Plutarco nel suo libro sull’Amore dice testualmente: “Se qualcuno mi chiede qual è il sesso che mi affascina di più, io rispondo: purché ci sia la bellezza, non sto a vedere se l’amante è maschio o femmina”. L’unica differenza, infatti, era quella tra l’amore materiale, gestito da Afrodite Pandemia, e l’amore spirituale, protetto da Afrodite Urania. In ogni unione, poi, c’era un amante anziano chiamato eraste, e un amante più giovane chiamato eromene, e il rapporto non si limitava al sesso ma si estendeva anche all’insegnamento, questo da parte del più anziano, cioè dall’eraste, nei confronti dell’eromene: era quindi nel medesimo tempo un incontro erotico e un’attività pedagogica. Quello che è certo è che nessuno, ma proprio nessuno, se ne scandalizzava. Nell’Iliade, tanto per dirne una, l’ira funesta del Pelide Achille si giustifica solo se si tiene conto che tra lui e Patroclo esisteva un rapporto omosessuale di grande intensità. A questo punto ci si chiede: ma quando e perché è mutato il giudizio delle masse nei confronti degli omosessuali? Giorno più, giorno meno, io collocherei la data dell’inversione di rotta al 27 ottobre del 312 d.C., il giorno in cui Costantino, dovendo battersi con le truppe di Massenzio, e vedendo apparire in cielo una croce fiammeggiante con la scritta “In hoc signo vinces”, decise di aprire a destra, ovvero alla Democrazia cristiana dell’epoca. Fu infatti l’avvento del cristianesimo a demonizzare il sesso in tutte le sue forme possibili, omo o etero che fossero, sempre se non finalizzate alla riproduzione della specie. Questa presa di posizione della Chiesa, in verità, non l’ho mai capita. Ma che male c’è a fare l’amore? Che poi lo si faccia con una persona dello stesso sesso o con una del sesso opposto non vedo proprio dove si nasconderebbe il male. L’unico peccato, infatti, che riesco a immaginare, è quello dove si fa del male a qualcuno. Ora, se i due amanti sono consenzienti, ed entrambi maggiorenni, perché proibire il sesso? È mai possibile farlo solo quando si è deciso di procreare? Chiedo scusa per l’ingenuità di queste domande, ma è da tanto che mi girano nella testa. (Luciano de Crescenzo – Il caffè sospeso – Mondadori 2008 )

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Caro dottore, quest’oggi ho bisogno di affrontare un tema di cui lei ha già parlato più volte: l’omosessualità. Come mai, recentemente, i mezzi di comunicazione di massa parlano molto degli omosessuali dipingendoli, per lo più, come persone con peculiarità migliori rispetto agli eterosessuali, soprattutto in termini di sensibilità, dolcezza, curiosità, e altro?

Indubbiamente, fino ad un po’ di tempo fa quello dell’omosessualità era un filone poco utilizzato, per motivi moralistici e quindi, attualmente, molto da esplorare. Ecco uno dei motivi per cui si tende a fare sempre più programmi in cui i protagonisti sono dichiaratamente gay. Con ciò, probabilmente, si tende a voler evitare la discriminazione nei confronti di chi ha un orientamento “diverso”.Possiamo affermare che l’omosessualità sia una condizione di norma?

Patiamo dal principio che ognuno è libero di scegliere come ritiene opportuno e ciò che ritiene opportuno, dal punto di vista affettivo e sessuale, senza che nascano dei pregiudizi da parte di altri; però, allo stesso tempo, non si può, scientificamente, dichiarare che l’omosessualità sia una condizione prevista dalla natura, considerando l’aspetto genetico. Realizzando l’anamnesi (cioè la raccolta dei dati riguardanti la propria vita e fin da bambino) di un essere umano omosessuale noi troveremmo le motivazioni di questo tipo di orientamento.E il comportamento omosessuale in alcune specie animali?

Un crescente numero di studi e documentari sembrano provare che l’omosessualità negli animali sia piuttosto diffusa. Negli ultimi quindici anni sono stati documentati comportamenti omosessuali che vanno dai giochi sessuali al crescere la prole “adottiva” in coppie omosessuali in circa 450 specie, sia in cattività che in ambiente naturale. Questi comportamenti sembrano diffusi tra insetti, uccelli e alcuni mammiferi, in particolare delfini, pecore e scimmie antropomorfe. Questi studi potrebbero portare argomentazioni contro una delle obiezioni che è sempre stata mossa agli omosessuali, cioè che l’omosessualità sarebbe “innaturale”. Se così fosse gli animali avrebbero comportamenti innaturali, una tesi difficile da sostenere.

Il termine omosessuale fu coniato in Prussia nel 1869 per descrivere l’attrazione e il comportamento sessuale tra persone dello stesso sesso. Il suo utilizzo nel campo degli studi sugli animali fu controverso per due ragioni: la sessualità animale e i fattori scatenanti erano e rimangono poco compresi, e il termine ha forti implicazioni culturali nella società occidentale.

Il fatto è che, la motivazione e la preferenza animale, è sempre dedotta dal comportamentoNon gliene abbiamo mai chiesto la motivazione. È come se definissimo omosessuali tutti coloro che, per motivi logistici e contingenti (reclusioni carcerarie e simili), all’astinenza o alla masturbazione preferiscono “contatti” completi con quelli che hanno a disposizione: individui dello stesso!E quindi?

Il cervello del maschio si trova a “bagno” di testosterone, mentre quello della femmina viene “a contatto” con estrogeni e progesterone. Siccome gli ormoni esplicano anche il ruolo di modulatori bioelettrici, è evidente che la Natura ha voluto differenziare anatomo – fisiologicamente due categorie, sia sul piano della struttura nervosa in quanto tale che, anche, comportamentale.

Di un certo interesse sono gli studi sul periodo pre-natale che sembrano indicare, nella madre e nei suoi vissuti, una variabile non trascurabile di questo processo. Si è scoperto che nell’uomo due aree dell’ipotalamo (INAH-2 e INAH-3) sono decisamente più estese che nella donna. Perché? Negli ultimi tre mesi della gravidanza il testosterone, inviato dalla madre, giunge al cervello del feto, trasformandosi in estrogeno. Nei maschi, esso blocca un processo naturale di soppressione di cellule cerebrali “superflue” e così, grazie all’azione dell’estrogeno, diminuisce di molto l’eliminazione dei neuroni che avviene in alcuni siti cerebrali specifici. Nelle femmine ciò non accade perché una proteina (alfa-fetoproteina) inibisce l’azione inibente dell’estrogeno e dunque il cervello del feto subisce in maniera più marcata questo processo di eliminazione di neuroni e di riduzione specifica di alcuni siti, finendo così per femminilizzarsi. Tuttavia, se una madre è fortemente stressata, può accadere che il segnale ormonale (testosterone), che renderà mascolino il cervello, venga inviato troppo presto, prima dei tre mesi fatidici (si sospetta che ciò possa accadere a causa di una endorfina implicata nei messaggi interni ad un organismo stressato). Il piccolo che nascerà avrà il nucleo ipotalamico INAH-3 di dimensioni ridotte rispetto alla media, simile a quello che si trova nei cervelli femminili e così una predisposizione assai marcata a diventare omosessuale.Quindi omosessuali si nasce?

Semmai lo si diventa, e per incidente di percorso. Questo è possibile fin dal periodo intrauterino. Non possiamo parlare, comunque, di condizione di normalitàIn una trasmissione che ho visto di recente, un andrologo ha affermato che, secondo alcune ricerche, ci sarebbe una predisposizione genetica verso l’omosessualità. E’ possibile dimostrarlo?

Partendo dalla spiegazione precedente, si può parlare di reazione di trasformazione ad eventi esterni. Al momento, non è possibile dimostrare altro perché non siamo in grado di osservare cosa c’è all’interno dei propri cromosomi, in termini di comportamento e orientamento psicologico: si è arrivati a capire quali proteine si riescono a codificare… ma ciò non basta a spiegare il perché di certe “scelte”. Nessuno nasce con un orientamento sessuale, dal punto di vista psicologico, determinato; si nasce con un’impronta anatomica determinata (e questo è genetico) per cui un essere umano è uomo o donna a seconda dei caratteri genitali, maschili o femminili.Allora, nessuno nasce omosessuale?

Come ho avuto modo di evidenziare in articoli specifici, nessuno nasce eterosessuale o omosessuale. La disposizione si acquisisce nel tempo per apprendimento, per imitazione inconsapevole e per altre motivazioni. Crescendo in un ambiente normale, si impara ad essere attratti dal sesso opposto. E’ chiaro che se si è vissuta la figura maschile o femminile con delle difficoltà, se ne pagheranno le conseguenze. Inoltre, un conto è una scelta di vita omosessuale, un conto sono le “esperienze” di tipo omosessuale. Sono due cose diverse. Avere rapporti occasionali con individui dello stesso sesso non significa essere omosessuali; scegliere di vivere le proprie esperienze affettive e sessuali con compagni di vita dello stesso sesso, significa essere omosessuali.Un altro aspetto che non mi è chiaro è l’età in cui ci si scopre omosessuali. Mi sembra plausibile che accada durante l’adolescenza, però ho sentito dichiarazioni di persone che hanno scoperto di essere omosessuali in età più adulta, come ad esempio, Alessandro Cecchi Paone, il quale ha dichiarato di essersi innamorato di un amico dopo i 35 anni, mentre era sposato e dopo aver avuto relazioni d’amore con diverse donne. Com’è possibile?

A parte il fatto che Cecchi Paone parla di “omoaffettività” e non di omosessualità, noi non possiamo avere una risposta in merito alla persona in questione, perché dovremmo conoscere bene i suoi trascorsi. Non sono in grado di aggiungerle altro. Non si possono rilasciare interviste dando per assodati elementi che non è possibile dimostrare da un punto di vista tecnico-scientifico. Il comportamento umano, come sappiamo, è influenzato dagli elaborati di pensiero, che dipendono totalmente dagli elementi contenuti in memoria e quindi, da ciò che si è appreso. Noi non possiamo operare scelte fisiche (movimenti) o psichiche (comportamenti) che non siano la conseguenza di ciò che abbiamo acquisito mediante l’apprendimento. Le suggerisco, a tal proposito, di leggere un mio articolo sull’apprendimento, che trae spunto dalle lezioni relative alle materie che insegno nel corso di specializzazione in psicoterapia, a Roma.Anche i nostri movimenti e i nostri gesti sono “appresi”, ho capito bene?

I movimenti che eseguiamo, sono il risultato di esperienze e, quindi, di contenuti, che vanno in un contesto definito ” memoria non dichiarativa”. Andare in bicicletta, giocare a pallone, camminare, non è il risultato di componenti innate, ma, secondo la scienza, dipende da quello che si è imparato (per lo più in maniera inconsapevole) e che si mette in atto per abitudine, senza starci troppo a riflettere. Ovviamente, anche quello che concerne la nostra coscienza, il nostro modo di essere e di sentire, la nostra identità globale, insomma, è il risultato di una serie di esperienze di vita, che si acquisiscono, per lo più, in un serbatoio che gli esperti chiamano “memoria dichiarativa”, cioè del cosciente; quindi, se nell’armadio dei ricordi non ci fosse nulla, noi saremmo dei computer non operativi. Questo lo deduciamo da ciò che gli addetti ai lavori ci mettono a disposizione, il resto è osservazione priva di deduzioni logico-scientifiche.Come è possibile che una persona che per anni, come Cecchi Paone, ha avuto relazioni con donne, ad un certo punto, addirittura mentre era sposato, si sia innamorato di un uomo?

Lui dichiara certe cose, ma noi non possiamo verificarle. Può succedere che una persona si trovi delusa per incontri negativi che si sono fatti, per esempio con la persona sbagliata e che per un caso, incontrando un essere umano dello stesso sesso, si trovi in maggiore sintonia; ma ciò deve far leva, comunque, su qualcosa che si è appreso sin da piccoli, cioè che è possibile frequentare “intimamente” anche persone dello stesso sesso.E’ molto facile che, nei momenti di crisi della coppia, l’uomo si confidi con un amico e la donna con un’amica…allora c’è il rischio di diventare omosessuali in questi momenti?

Ci devono essere delle condizioni di crescita e delle convinzioni acquisite negli anni che predispongono o meno ad una cosa del genere.Altrimenti?

Si creano legami differenti anche se intensi. L’ho spiegato nel lavoro dedicato all’amicizia. Prima le parlavo della differenza tra vivere la propria omosessualità e fare esperienze omosessuali. Quest’ultima evenienza è in funzione anche di curiosità che una persona può avere e ve ne sono molti casi. In comunità ristrette (carceri, collegi, conventi, ecc.) ci sono molte esperienze omosessuali, ma non vuol dire che si tratti di persone omosessuali.E per quanto riguarda la presunta maggiore sensibilità d’animo, dei gay?

Quello cui lei si riferisce, è legato ad uno sviluppo delle proprie qualità, indipendentemente dall’aspetto sessuale; poi si possono evidenziare, attraverso i mass media, gay particolarmente raffinati, ma questo non vuol dire che tutti lo siano, perché ci sono omosessuali con gravi problemi psicologici e scarsa capacità di gusto estetico, così come accade anche tra eterosessuali. È una questione di apprendimenti, come al solito.Il fatto che, attraverso i media, si evidenzino “forzatamente” gay, addirittura che effetto può avere sugli spettatori, specie sui più giovani che sono ancora in crescita?

Dipende dal grado di equilibrio che il contesto esterno è riuscito a determinare nella personalità di un giovane. C’è il rischio di restare influenzati.E le persone “confuse” dal punto di vista sessuale, non rischiano di complicarsi la vita con simili condizionamenti?

È possibile. A tal proposito, voglio citarle un programma trasmesso, qualche anno fa, dalla rete televisiva LA 7, chiamato ” I fantastici 5″, in cui i protagonisti sono gay di successo, socialmente parlando, i quali aiutano, dal punto di vista del gusto estetico e del galateo, uomini eterosessuali. Loro appaiono in forma smagliante, l’interlocutore, invece, all’inizio, presenta molte pecche, da diversi punti di vista, per cui il messaggio che si riceve è che i primi siano migliori del resto della Società cosiddetta “normale”. In realtà, ciò si basa sull’osservazione di un campione ristretto, che non può essere generalizzato.Gli omosessuali, fino a poco tempo fa, vivevano la loro condizione “con discrezione”; negli ultimi tempi si sta verificando una tendenza, specie da parte di personaggi “pubblici”, a dichiararla anche al fine di ottenere un riconoscimento legale delle coppie gay, in particolare il diritto di sposarsi e, addirittura, quello di adottare bambini. Queste richieste sono corrette?

Per quanto concerne il matrimonio, tutto questo rientra all’interno di leggi sociali, che cambiano, a seconda dei tempi e dei costumi conseguenti, in funzione di parametri quali etica e morale; per quanto riguarda la famiglia di fatto, con la possibilità di adottare dei figli (io ne ho già parlato in altri articoli) le figure genitoriali servono entrambe (il padre e la madre) per fornire al bambino in crescita degli esempi di vita che lo aiutino in maniera adeguata. E’ vero pure che, forse, qualche coppia omosessuale sarebbe più attenta nei confronti di un bambino rispetto a tanti genitori “distratti” ma, da questo non possiamo concludere che in un ambiente tutto sommato anomalo (dal punto di vista delle leggi di Natura) si crescerebbe bene, perché il condizionamento psicologico sarebbe già determinato fin da piccoli.Mah!

Come dicevo prima deve essere chiaro che ognuno è libero di operare le scelte che ritiene opportune, quando queste non ledono il modo di vivere degli altri. Se poi vogliamo rifarci a ciò che alcuni dicono, cioè che nel passato era la norma essere omosessuali, possiamo ribattere che ci sono stati degli imperatori romani pedofili, ma non per questo si può sostenere la tesi che abusare sessualmente di un bambino sia corretto. Ciò che leggiamo sui libri di storia ci dimostra che quel tipo di Società non aveva raggiunto, per ciò che concerne alcuni aspetti, la maturità di scegliere. La verità è che tra persone, in genere, e tra uomo e donna, in particolare, ancora oggi esistono delle barriere architettoniche mentali che rendono difficili i rapporti; a certe condizioni, è facile che tra individui dello stesso sesso possano nascere dei fenomeni di solidarietà basati sull’accettazione reciproca di una diversità, che portano a smussare degli angoli, altrimenti difficilmente compatibili con una normale interazione.Da cosa dipendono queste barriere architettoniche?

Da apprendimenti legati ai limiti sociali. La natura ha creato l’essere umano di sesso maschile e l’essere umano di sesso femminile perché potessero interagire dal punto di vista fisico e mentale, con la finalità della procreazione che, per il biosistema, è fondamentale per il mantenimento della specie. Tra due omosessuali quest’ultimo evento non è possibile: quindi, anche questo è un elemento in più che ci porta, oltre a quello di cui ho parlato prima, a concludere che non è accettabile il discorso di chi vuol propugnare l’omosessualità come una norma.Allora, come vanno visti questi soggetti?

Come esseri umani che hanno sviluppato delle difficoltà di interazione particolari con gli esseri umani dell’altro sesso e che, quindi, hanno operato delle scelte consequenziali. E con questo, lo ribadisco, non intendo discriminare nessuno.Quanto incide il fatto che nelle scuole ci siano insegnanti omosessuali, e che, data questa “moda”, inizino a dichiararlo?

Questo potrebbe non essere un pericolo. Tutto dipende dal comportamento del professore o della professoressa, in termini di equilibrio e correttezza.Si, ma se lo dichiara?

Un conto è dichiararlo, un conto è propugnarlo: sono due cose sostanzialmente diverse. Io posso dichiarare di essere gay e posso cercare di convincere che gay sia normale, anzi… meglio. Questo secondo atteggiamento non è corretto. A scuola si parla di cultura e si “fa” cultura e bisogna restare asettici rispetto ai condizionamenti. Questo vale per chiunque e vale anche per gli orientamenti politici. Che poi non accada, è un altro paio di maniche!E se non accade, cosa succede ai ragazzi che ci incappano?

Qui entra in gioco la famiglia, perché una persona che cresce in un ambiente equilibrato in cui si può discutere di tutti gli elementi importanti, non corre rischi seri. Non è che l’omosessualità rappresenti un pericolo (non voglio dare quest’impressione), però non possiamo farla passare come qualcosa di meglio rispetto all’eterosessualità.E proprio questo è quello che i mezzi di comunicazione di massa stanno facendo apparire!

Potrebbe trattarsi di un effetto fionda conseguente alla repressione che si è operata fino a poco tempo fa. Ripeto, ognuno deve essere libero di vivere la propria sessualità, così come di professare le proprie idee politiche, i propri hobby, i propri interessi e le proprie aspirazioni, senza condizionare negativamente gli altri. Questa è la verità. Se uno vuole vivere da omosessuale, faccia pure, nessuno ha il diritto di condannare o, peggio ancora, discriminare. G. M. – Medico Psicoterapeuta

Si ringrazia Erminia Acri per la formulazione delle domande e Adelina Gentile per la collaborazione nella stesura del dattiloscritto.