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Come si realizza la “costruzione” di una persona equilibrata?



Ogni essere umano, fin da quando viene al mondo, ha “l’obbligo naturale” di appagare delle esigenze che, partendo da criteri di indispensabilità (bere, mangiare, dormire, etc.), coinvolgono settori necessari alla realizzazione personale (autostima, autoaffermazione, etc.).

Rendersi conto che si deve appagare una serie di necessità per poter crescere in maniera corretta, aiuta a capire le motivazioni dei comportamenti adolescenziali che, spesso, sono caratterizzati da dipendenza psicologica negativa.

Molti problemi odierni, infatti, sono determinati da una mancata crescita maturativa e dalla confusione che si fa, fra bisogni e desideri.

L’adolescente cerca di colmare la propria insicurezza (fisiologica, data l’età) e l’incapacità di autoaffermarsi, con sostituti esterni tipo: fumo (di ogni genere), “vestiti divisa”, droghe, alcool, comportamenti di protesta sociale, etc.

Qualunque essere umano al mondo, nasce dotato di potenzialità da coltivare, sviluppare e valorizzare. A seconda dell’interazione con l’ambiente circostante (famiglia, scuola, gruppi di appartenenza), sviluppa in maniera più o meno matura.

Come risultato di uno sviluppo corretto avremo una serie di comportamenti adeguati, che ci dimostrano che l’Essere Umano ha introiettato corretti modelli d’identificazione buone regole di convivenza ed idee coerenti con il rispetto di se stesso e degli altri.

La dipendenza psicologica negativa nei giovani produce immancabilmente comportamenti di opposizione con i familiari, con i professori, con le regole sociali.

Le differenze individuali fra i giovani sono legate a vari fattori: l’età, il sesso, la classe sociale di appartenenza, il grado d’istruzione, le amicizie, etc.

In genere l’imitazione di falsi modelli spinge il giovane a curare più l’apparenza, per essere meglio accettato, che la costruzione di un solido sviluppo psichico.

I primi apprendimenti si hanno in famiglia

pertanto è utile ribadire che i primi messaggi familiari penetrano lentamente, prima a livello inconsapevole e poi a livello consapevole, e che nel primo periodo di sviluppo ogni essere umano è narcisista (proteso, esclusivamente, alla “cura” di sé).

Ovviamente, In un momento successivo, si deve insegnare al ragazzo il concetto di egoismo positivo (scambio corretto con il prossimo) da applicare nella comunicazione con il mondo esterno. A queste condizioni, ogni adolescente, man mano, sviluppa le proprie capacità mentali: comincia ad avere uno sviluppo dell’apprendimento, dell’intelligenza, della volontà, mette in pratica un corretto uso del pensiero e deve imparare ad appagare da solo i propri bisogni, senza strumentalizzare gli altri.

Invece, se il ragazzo, crescendo, continuerà a pretendere tutto da chi lo circonda, e imparerà a strumentalizzare gli altri per soddisfare i propri bisogni, non svilupperà egoismo positivo ma egoismo negativo (prendere dagli altri, senza dare niente in cambio) e se continuerà su questa strada, passerà all’egocentrismo (mettere se stessi al centro del mondo, restando fermamente convinti di avere ragione).

Un essere umano siffatto una volta diventato adulto, metterà in atto , nel mondo del lavoro e nella società in cui vive, una relazione dispotica, dittatoriale, tendente all’assolutismo.


Prima dell’adolescenza il bambino ha avuto un rapporto privilegiato con la madre e ciò ha determinato un vincolo profondo che segna l’essere umano “figlio” per tutta l’esistenza.

Tra la prima e la tarda adolescenza, si riscontrano problemi diversi


Nella prima adolescenza, ad esempio, i temi centrali da affrontare riguardano la rielaborazione della propria immagine corporea, il distacco dai genitori, l’accesso ad un elaborato di pensiero che consenta adeguate riflessioni.


Durante la tarda adolescenza e nei momenti successivi, diviene importante acquisire una maggiore responsabilità, raggiungere la capacità di sapersi gestire l’amministrazione economica, conquistare l’autonomia e costruire una coppia.

I cambiamenti somatici della fase puberale sono evidenti, mentre i cambiamenti psichici sono molto più lenti e meno evidenti. La ricerca delle relazioni sociali con i coetanei, l’amicizia, l’innamoramento hanno una notevole importanza.

Si porta l’attenzione sul proprio corpo, sull’apparenza esterna, sull’impressione che si fa agli altri.

Si sente un forte bisogno di autonomia ed i conflitti con i genitori si fanno sempre più evidenti, come pure le crisi, le preoccupazioni, le insicurezze, i dubbi sulla propria identità.

Una delle difficoltà del processo di emancipazione non è il raggiungimento della rottura dei rapporti con la famiglia, ma la trasformazione degli stessi, che tuttavia conservano gli aspetti positivi, come: fiducia, affetto, appoggio ecc.

L’adolescente ha bisogno della famiglia come fonte di sicurezza, il bisogno di vedersi emancipato, ma ha paura di perdere l’affetto dei genitori.

Per rendere efficace e funzionale un rapporto educativo dobbiamo conoscere i veri bisogni di un essere umano.

Crescendo, per un periodo transitorio della propria vita, il ragazzo ha bisogno di identificarsi in qualcuno (un genitore, un docente, una qualunque figura autorevole). Può accadere che questa fase non venga superata, per cui l’essere umano rimane gregario, dipendente da altre persone.

Un’altra condizione tipica di questo periodo transitorio, è quella della competizione con gli altri che viene spesso stimolata dalla famiglia e dalla scuola. Così facendo la propria energia è impegnata a competere con gli altri e non con se stessi.

Un fattore cruciale, che incide profondamente nella personalità, riguarda il rapporto con la propria sessualità. Si passa dalla masturbazione, al rapporto con un partner, cercando di costruire, gradualmente, anche un rapporto d’amore.

Quali sono le condizioni da appagare, che consentono un corretto sviluppo dell’essere umano?

  1. La costruzione dell’Autostima: è una forma di protezione nei nostri confronti; se ci amiamo dobbiamo autoproteggerci, dobbiamo fare in modo che la nostra salute psicofisica rimanga integra.
  2. Rispetto del proprio spazio vitale e di quello altrui, che deve realizzarsi senza differenze gerarchiche o di età.
  3. Autoaffermazione: ogni giorno dobbiamo godere mediante i 5 sensi e migliorarci attraverso una sana competizione con se stessi.
  4. Sviluppo dell’individualità: individualità riguarda il rapporto che ciascuno ha con un’altra persona. Il rapporto con un gruppo è detto collettività.
  5. Accettazione: sentirsi accettato favorisce il confronto delle proprie idee con un genitore o con un insegnante.
  6. Affetto: l’affettività è un nutrimento psichico che deve essere elargito dai genitori non solo per gratificare il figlio se ha prodotto qualcosa di buono, ma per il semplice fatto che esiste.
  7. Disponibilità del genitore: è indispensabile per creare un rapporto positivo con i figli.
  8. Sicurezza: è la famiglia che deve offrire appoggio e sicurezza al ragazzo per aiutarlo a superare gli scorretti allettamenti di conoscenze sbagliate. Questa condizione si verifica quando i genitori sono disponibili a fornire spiegazioni autorevoli, stimolazioni idonee per la crescita psicofisica dei figli.

Dr. Sara Rosaria Russo – Direttrice SFPID