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Da
un nostro affezionato lettore, riflessioni su calcio, giustizia e mass-media.

Molte proteste,e ricorsi, sta attirando la sentenza emessa su vicende di calciopoli emerse da intercettazioni;viene criticata soprattutto perché considerata espressione di giustizia sommaria;ma siamo sicuri che la giustizia non sommaria funzioni meglio?Assai poco,e ci fanno buona compagnia lagnanze del filosofo storiografo giurista britannico Edmund Burke (1729-1797) della realtà del settecento.

Invero, oggi,nel terzo millennio, non va meglio,la struttura è sostanzialmente la stessa,anzi le leggi,e contenenti innumerevoli abusi e financo violazioni di diritti umani, sono aumentate a dismisura e sono entrate in tutti gli ambiti ,e più reconditi
,della vita e dell’economia ,con effetti
dirompenti di enorme sperequazione ed ingiustizia;ed ancor oggi quei parlamentari che votino norme incostituzionali o contrarie ai diritti umani non vanno
in galera,(questi reati, più grossi per allarme e danno, non sono neppure considerati reati), né risarciscono i danni sefanno norme produttive già esse di cattiva amministrazione;e
continua,comunque, il Sistema giudiziario ad
essere un Potere,non un servizio,quindi l’unico risultato sicuro è la funzione di porre fine a conflitti. Burke,dunque, osservò:” Non potrò
dire che, per quanto attiene alle leggi umane, dove comincia il mistero lì finisce la giustizia ? Non è facile dire se hanno fatto miglior affari, grazie ai misteri,
i dottori in legge o i teologi. I giuristi, proprio come i teologi, hanno contrapposto
alla ragione naturale un’altra ragione; e, come risultato, si è avuta un’altra giustizia ,opposta a quella naturale. Hanno sconcertato il mondo intero e se stessi con insensate formalità e rituali, hanno reso complicate le cose più semplici con un
gergo metafisico, al punto che ,per chi non appartiene
alla lor professione ,muovere anche un sol passo senza la loro assistenza costituisce un grandissimo pericolo. Riservando solo a sé la conoscenza del fondamento, e della vita, e della proprietà,
hanno degradato gli uomini riducendoli ad uno stato di vile e servile dipendenza.

Dipendiamo dalla volontà di quei signori in tutto e per tutto; ed è
un cavillo metafisico a decidere se
il peggior delinquente avràquel che gli spetta o la farà franca, o se l’uomo migliore delmondo non sarà ridotto nella più degradante e
spregevole condizione che si possa immaginare. In poche parole,o Signore, l’ingiustizia, i continui rinvii, le futilità, le artificiose complicazioni, i presunti misteri della legge sono di tal fatta che molti che vivono sotto il suo dominio giungono ad
ammirare ed a rimpiangere la rapidità, semplicità ed uniformità dei processi sommari. Non occorre che io insista su questo punto con Voi,o Signore, che assai spesso avete criticato i guasti prodotti dalle leggi artificiali con un’onestà che è
tanto più ammirevole e lodevole, in quanto la vostra nobile
famiglia ha tratto da quella professione ricchezze ed onori.-Difesa della società naturale”.

Ciò detto,si può ritenere che il marciume endemico nella
stragrande maggioranza delle cose italiane,rivelato sempre di più man mano che procede la divulgazione delle varie intercettazioni giudiziarie ,che quindi ,e soprattutto per questo,molti Potenti atterriti vogliono mettere a tacere
bastonando operatori giudiziari e giornalisti (peraltro magistrati e giornalisti pare venissero spiati dal SISMI,come riferiscono recenti reportage), emerso anche nel mondo del calcio,avvalori istanze di radicale riforma del settore cd sportivo (questo anche senza lasciarci
influenzare più di tanto dalla vittoria della nazionale ai mondiali;sarebbe bello se si capisse ,poi, su essa quale consistenza abbiano alcune voci estere su internet che la sospettano, per stranissime coincidenze , comprata, o graziosa di soccorso
internazionale di categoria).

Numerosi cittadini,già allibiti per la richiesta dello stato di crisi del calcio, sgravi fiscali e spropositate richieste per laconcessione dei diritti di trasmissione delle partite,cominciano ad essere contrari a che il gioco del calcio continui a mescolarsi con il mondo degli affari.

L’attività sportiva dovrebbe essere praticata sempre in una dimensione etica,
alla quale è completamente estranea quella degli  interessi economici,fattore,oltretutto,diseducativo.Gli spettatori dovrebbero essere, ciascuno, arbitri delle partite,i giocatori non dovrebbero essere retribuiti,l’ingresso agli stadi dovrebbe essere gratuito;tutto dovrebbe prevenire fenomeni di tifo,elemento largamente distorsivo di una sana pratica sportiva.La cronaca riporta che,comunque, gli interessi economici nel mondo del calcio italiano sono stati gestiti male, ed anche i risultati sportivi sono stati
tutt’altro che proporzionati al fiume di denaro investito nel settore,e tutt’altro che attendibili i verdetti. La cosa, però ,che desta i maggiori reclami è che sui cittadini  sia stato fatto gravare l’onere del calcio-spettacolo-sperpero, sia
propinando, attraverso i Media, a getto continuo, in maniera asfissiante, informazioni e commenti sulle partite (sino a farne ingrediente fisso dei radio e telegiornali), sulle società, sui giocatori e connessi, sia facendo pagare a tutti i cittadini, volenti o nolenti, le spese folli del calcio, attraverso i sovraprezzi dei prodotti ,per l’occasione, pubblicizzati, e anche attraverso la devoluzione di proventi pubblicitari dei Media ,da essi destinati al pagamento dei diritti di trasmissione o produzione o vendita o pubblicazione, sia attraverso la devoluzione di buona parte del canone Rai, per l’acquisizione del diritto a trasmettere partite che a molti cittadini,più di quanti si vuol far credere, non interessano:1) sia perché il calcio non fa parte dei loro
interessi,2) sia perché lo spettacolo offerto è stato spesso di pessimo livello ed immeritevole di trasmissione,3) sia perché non vogliono prestarsi al sopradescritto.. ” gioco”, sospettando demagogici gonfiamenti e stimolazione di
“passioni”,che poco o nulla meritano in sé,esercitati,prevalentemente,non importa se artatamente o meno,per distrarre attenzioni dai problemi pubblici e da quelli sociali ed economici di collettivo interesse.

D’altronde, quest’ultimo sospettato intendimento di distrazione e strumentalizzazione dell’attenzione e delle passioni del popolo dai problemi reali, come è noto, è antica usanza nelle italiche terre: “date al popolo-allora di sudditi, ma ora di cittadini-almeno sulla carta- pane e giochi circensi”.Intorno ad una sana politica di promozione della ginnastica e dello sport,come strumento di salvaguardia della salute e della forma fisica e sviluppo di disinteressata lealtà nei rapporti,è dal dopoguerra che abbiamo assistito all’impossessamento del settore da
parte di interessi economici,in via generale non biasimevoli,ma in questo settore da escludere,tesi ,oltretutto,non a sostenere lo sport ,ma a sfruttarlo sempre più,con la benevola compiacenza dei pubblici poteri,che hanno incassato la distrazione delle attenzioni
sopra accennata,ed altri risvolti. Al contempo,si sono sviluppati,appunto perché sorretti dai lamentati fattori di turbamento, sempre più, doping, corruzione, scorrettezze, violenze delle cd tifoserie,ma,per i motivi espressi sopra,non hanno indotto ad alcun ripensamento della filosofia dell’attuale sistema. A carico dei cittadini contribuenti non dovrebbe essere posta alcuna spesa per sovvenzionare la crisi del calcio, neppure indirettamente tramite sgravi fiscali; crisi reale,ma dovuta non a problemi di mercato, ma alla dissennata ed incontrollata gestione del settore da parte delle società calcistiche e organismi sportivi ,e che le partite siano trasmesse, esclusivamente attraverso pay tv monotematiche a total carico di chi desidera vederle. Per quanto
riguarda la trasmissione delle partite, sino ad oggi ,le Pay Tv,sistema che sarebbe bene possa affermarsi quale unico,(e depurato da pubblicità,evitando l’attuale frenetico,ma ,per lo più vano,zapping degli utenti) sono state fatte “fallire” per lo strapotere e distorsione del Sistema oligopolistico delle comunicazioni, nel quale non è stato l’utente a scegliere, ma i cd Poteri forti,e sull’utente è stato posto l’obbligo di pagare i costi delle attuali Emittenti e Testate, con sovraprezzi su prodotti pubblicizzati,canoni pubblici,tributi,impedendogli sia di influire,sia di scegliere i programmi,sia di scegliere le Emittenti oTestate,in quanto già onerato dei costi obbligatori delle Emittenti , di proprietà pubblica o privata ,ma,comunque, estranee ai cittadini.

L’attuale Sistema, con la sua rigidità, non ha favorito una vera competizione e conseguente selezione di emittenti e programmi, ed èstato anche negato il principale diritto dei cittadini,quello di scelta, cioè quello di essere clienti e non utenti.

Francesco Battaglia