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Come vivere meglio e più a
lungo?


 

Neuroscienze – 8

“È meglio tentare di dare giorni alla vita,
dando vita ai giorni!”(Rita Levi Montalcini)

Allo stato attuale, l’età media dell’uomo è
considerevolmente aumentata (quasi il doppio, rispetto a i
primi del ‘900) aumentata quasi del doppio. È plausibile
pensare che, nei prossimi anni, la ricerca medica porterà ad
un ulteriore incremento. A queste condizioni, possiamo
concludere che, senza un miglioramento considerevole della
qualità della vita, si correrà il rischio di prolungare
prevalentemente le sofferenze terrene, più che trarre
vantaggio dall’opportunità della maggiore
sopravvivenza.

Come valutare l’età biologica

Cosa si intende per “vera” età? Come mai è
così utile stabilirla con precisione? A tutti è capitato di
verificare come, in molti casi, a parità di età anagrafica, vi
siano profonde differenze nell’aspetto esteriore e nel
comportamento. Effettivamente, la scienza, oggi, ci fornisce i
mezzi per verificare che la vera età di ognuno, è quella
risultante da “corpo, anima e vestito”: cioé, dalla
parte organica, da quella psicologica e da come ci si adatta
ai cambiamenti del mondo esterno. In sostanza, l’età
biologica è generata dal connubio fra:

 Predisposizione genetica;


 Avvenimenti
esistenziali;


 Prevenzione e
cura.

Come dichiara Umberto Scapagnini, “l’età
anagrafica è, sempre più, un incidente burocratico”.
Ed è
proprio dalle indicazioni metodologiche di questo insigne
scienziato che possiamo trarre spunto per cercare di
organizzare, con la collaborazione di alcune figure guida (che
vedremo fra poco), una schematizzazione finalizzata alla
ricognizione dei dati utili per capire come stanno veramente
le cose, nel nostro organismo, facendo presente
che

Anamnesi genetica familiare

  • Esclusione, attraverso un’anamnesi approfondita
    (raccolta di informazioni su tutto il “pacchetto familiare”)
    di eventuali anomalie congenite e “familiarità”.

  • Verifica dell’attivazione dei codici per la produzione
    di enzimi di manutenzione definiti “Apo E2” (molto
    efficienti).

  • Verifica dell’inattivazione dei codici per la produzione
    di enzimi di manutenzione definiti “Apo E3 – Apo –
    E4”
    (meno efficienti)

  • Etc.

Efficienza mentale

  • Elaborazione sommaria di una mappatura riguardante la
    Personalità (magari, secondo il modello ad Indirizzo
    Psicodinamico di Giovanni Russo) con l’aggiunta di test
    neuropsicologici di conferma (memoria, apprendimento,
    affettività, etc.).

  • Valutazione di eventuali NOXAE PATOGENE PSICOLOGICHE
    (Stress non compensato / Elevata concentrazione di conflitti
    interiori irrisolti / etc.).

  • Valutazione di eventuali NOXAE PATOGENE ORGANICHE
    (Virosi debilitanti / infezioni batteriche lunghe e
    ricorrenti / danni da sostanze chimiche e contaminanti
    ambientali, etc.)

  • Etc.


Età ormonale (Ormoni dello stress e
gonadici – prolattina, testosterone, LH, TSH, etc.)

  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO –
    IPOFISI – SURRENE

  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO –
    IPOFISI – GONADI

  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO –
    IPOFISI – TIROIDE

  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO –
    IPOFISI – GH (SOMATOTROPO)

  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO –
    IPOFISI – PROLATTINA

Età immunitaria

  • Valutazione dei livelli di IgG, IgA, IgM

  • Valutazione del numero di LINFOCITI T (CD4 – CD8)

  • Valutazione del numero di LINFOCITI NK

  • Valutazione del numero di LINFOCITI B

  • Etc.

Attività antiossidante

  • Determinazione delle VITAMINE A / E / C
    (Difensori di membrana cellulare)

  • Determinazione di UBICHINOLO / UBICHINONE (Utili
    per la produzione di ATP mitocondriale, energia che muove
    tutti i processi cellulari)

  • VALUTAZIONE ENZIMATICA del SOD –
    SuperOssidoDismutasi
    (in grado di trasformare il
    radicale libero O2– in acqua ossigenata)

  • VALUTAZIONE DEI RIDUTTORI ORGANICI – Glutatione
    ridotto e Catalasi
    (In grado di neutralizzare l’acqua
    ossigenata, aiutare le difese di membrana e facilitare la
    produzione di ATP, migliorando il “tono” generale
    dell’organismo)

  • Etc.

Indici di massa corporea

  • BBMI

  • Etc.

Come si è già precisato più volte, i processi
sopra menzionati (che rappresentano una parte infinitesimale
del lavorio globale psiconeuroendocrinoimmunologico),
avvengono come risultato di un collegamento fra i diversi
sistemi del “Network”. Di conseguenza, il quadro complessivo
involverà in maniera direttamente proporzionale alla “grande
disconnessione” fra sistema nervoso, sistema endocrino e
sistema immunitario. Il tutto potrà essere opportunamente
“modulato” (nei limiti dell’umanamente possibile) come vedremo
in seguito, mediante opportuni correttivi nello stile di vita
(il famoso “coping stile” degli anglosassoni), nella dieta e
con eventuali integrazioni farmacologiche.

Le figure professionali più autorevolmente
abilitate a collaborare, per un corretto approccio
multidisciplinare, dovrebbero essere, almeno, le seguenti:

 Medico di Medicina
Generale (coordinatore)


 Endocrinologo


 Genetista


 Geriatra


 Immunologo


 Neurologo


 Psichiatra (quando
necessario)


 Psicoterapeuta (medico o
psicologo)

 

Indicazioni per vivere meglio e a lungo

Terapie “generiche”

Mentre, come vedremo, le terapie “specifiche”
possono essere valutate dietro suggerimento e controllo di
specialisti adeguati, ciò che rientra nella sfera di
competenza di ognuno, invece, riguarda tutto quello che può, a
buon diritto, definirsi “igiene globale comportamentale” sotto
forma di norme estetiche, nutrizionali e, in generale,
esistenziali – comportamentali.

 Evitare eccessivi stress
termici (inutili sbalzi di temperatura esterna) –
Infatti, per mantenere costante la temperatura
interna, si consuma energia che si sottrae al circuito
generale.


 Dormire a sufficienza
– Presso la University of California di San Diego,
hanno studiato gli effetti del sonno sul sistema immunitario
ed hanno scoperto che, in coloro che dormono meno del
necessario, i linfociti K (che aggrediscono direttamente gli
agenti infettanti e li eliminano mediante produzione di
sostanze tossiche) diminuiscono del 30%.


 Evitare l’assunzione di
farmaci che disturbano il sonno fisiologico
– E’ meglio
consultare il proprio medico di fiducia e ridurre il comodo ma
rischioso “fai da te”.


 Disintossicare
ciclicamente l’organismo –
Quadri sintomatici come il
raffreddore o l’influenza, rappresentano occasioni per
allontanarsi da fumo, caffeina, zuccheri in eccesso ed
alimenti eccessivamente lavorati, in quanto si sviluppa una
naturale repulsione verso queste sostanze nocive. La
caffeina esplica un’azione diuretica, producendo una
disidratazione dannosa per la patologie catarrali in quanto
non consente la necessaria produzione di “espettorato”; il
fumo riduce le difese di bronchi e polmoni e produce
radicali liberi, che danneggiano le cellule; l’eccesso di
zuccheri
riduce la capacità dei globuli bianchi di
sopprimere virus e batteri; i cibi fritti e molto
lavorati
sono “ricchi” di radicali liberi che,
elettivamente, riducono la funzionalità del sistema
immunitario.


 Praticare una sana e
regolare attività fisica (anche passeggiate di 30 minuti) –
Aiuta a scaricare la tensione, anche se bisogna moderarla
o sospenderla quando si molto raffreddati o influenzati, per
evitare di depauperare altre energie.


 Cercare di mantenere una
normale attività sessuale –
Secondo gli psicologi della
Wilkes University in Pennsylvania, una normale attività
sessuale (almeno due volte a settimana) aiuta a mantenere alti
i livelli ematici di IgA, prima linea difensiva anticorpale
del nostro organismo, operativa dappertutto, 24 ore su
24.


 Non ridurre le relazioni
sociali –
Frequentare molte persone, porta ad assumere
quantitativi continui ma diluiti di virus e batteri che
fungono da agenti “vaccinatori”: in pratica allenano il
sistema immunitario.


 Evitare condizioni da
stress cronico –
La persistenza di situazioni che
richiedano una capacità di adattamento superiore alle nostre
disponibilità del momento, porta, inevitabilmente, ad un
esaurimento delle nostre attività vitali.

Per quanto concerne la dieta alimentare,
Barry Sears (biochimico americano) sostiene che sarebbe
molto utile adattare le proprie abitudini, cominciando a fare
attenzione a quello che mangiamo e a “come” lo mangiamo. In
questo modo, si possono avere effetti positivi sulle
connessioni biochimiche che regolano il funzionamento
dell’organismo. Uno degli aspetti “chiave” di una buona
alimentazione consiste nell’ingestione di cibo che non scateni
un’eccessiva produzione di insulina. Infatti, dopo
l’assunzione di un qualunque alimento, si verifica un
innalzamento del livello di zuccheri nel sangue; per
consentirne l’ingresso nelle cellule, il pancreas endocrino
(ora si ritiene che siano coinvolte anche aree cerebrali)
secerne insulina, la quale provvede, in tal modo, ad abbassare
la glicemia ematica favorendone l’utilizzo corretto. Un pasto
troppo ricco di carboidrati “raffinati” (pasta e pane non
integrale) provoca un eccessivo innalzamento degli zuccheri
nel sangue, scatenando una risposta insulinica “imponente” che
provvede all’immagazzinamento dello zucchero in eccesso, nelle
cellule adipose, sotto forma di grasso di riserva.
Paradossalmente, in questo modo accade che si ingrassa
e ci si sente progressivamente sempre più stanchi ed
intossicati. Al tempo stesso, non conviene esagerare
con l’assunzione delle proteine (soprattutto carne), perché la
loro assunzione attiva la secrezione di Glucagone, che è un
ormone antagonista dell’insulina (prodotto sempre dal pancreas
endocrino). In pratica cerca di mantenere alto il livello di
zucchero nel sangue, attraverso lo “sblocco” delle riserve
accumulate. Un eccesso di proteine stimolerebbe la
secrezione abnorme di questo ormone, con i seguenti effetti:
affaticamento del fegato, iperglicemia (che, alla lunga,
potrebbe portare ad un quadro pre-diabetico), riduzione delle
masse muscolari e deperimento, eccessiva presenza di acidi
grassi nel sangue, squilibrio dei sali minerali.


E allora, cosa bisogna mangiare?
Preferibilmente, carboidrati a “lenta combustione”, che
non modificano più di tanto l’assetto insulinico (frutta e
verdura); carni bianche; pesce azzurro; moderato consumo di
uova (un paio di volte la settimana); adeguato consumo di
legumi; olio di oliva (sempre) e olio di semi di mais o di
girasole (solo per i condimenti a “crudo”); “intelligente” (in
funzione dell’attività fisica) consumo di carboidrati a
“rapida combustione” (pane e pasta) e, possibilmente, di tipo
“integrale”; ridotto consumo di carni grasse; moderato consumo
di formaggi (preferendo, ovviamente, quelli magri);
eliminazione dell’assunzione di grassi idrogenati (in pratica
quelli utilizzati, a livello industriale, per rendere gli
alimenti, soprattutto dolci e panini, molto morbidi).

Cosa producono, nel nostro organismo, i
grassi idrogenati?

 Bloccano gli enzimi che
intervengono nel metabolismo dell’acido
linoleico, Omega 6 essenziale che l’organismo
non è in grado di produrre e che si deve assumere con la
dieta;


 Interrompono la
produzione di sostanze come le prostaglandine che regolano la
pressione arteriosa, le funzioni renali e modulano i
meccanismi infiammatori.


 Rendono le cellule più
permeabili alle sostanze tossiche;


 Alterano la risposta
immunitaria;


 Favoriscono la
deposizione di colesterolo, sulle pareti dei vasi
sanguigni.

A livello preventivo, sarebbe utile
inserire nella propria dieta quotidiana, sostanze
antiossidanti a base di frutta e verdura naturali.


E per la mente? Premettendo che una
corretta cura della propria persona, mantiene giovani fino a
tarda età, qualunque cosa che attiri la nostra attenzione e ci
induca a riflettere, in maniera utile, almeno un po’, può
andare bene: da un hobby gratificante, alla lettura di libri e
riviste, allo studio “mirato”, sempre senza esagerare.
Ovviamente, è da prendere in considerazione anche la visione
di film o documentari, che ci tengano allenati sotto il
profilo della curiosità “atavica” che ci portiamo dietro fin
da bambini. Insomma, tutto quello che ci consenta di
raggiungere una buona qualità della vita in termini di
autoaffermazione e autostima. Arrivati ad una certa
età
, diventa “fisiologico” vivere anche di ricordi. È
meglio, però, continuare a crearsi dei “ganci” che tengano
desta la motivazione a svegliarsi, al mattino ed affrontare,
ancora, un nuovo giorno. I ricordi, a volte, sono come le mine
anticarro: non possiamo nascondere i costi del venirci ad
impattare.

Terapie “specifiche” (preventive e
curative)

 

 Neurofarrnaci (Modulatori della plasticità sinaptica;
neurotrofici; neuroprotettivi)


 Modulatori ormonali


 Immunomodulatori


 Antiossidanti

“La giornata più perduta di tutte, è quella in
cui non abbiamo sorriso…almeno una volta!”
(Anonimo).

Bibliografia

  • Umberto e Giovanni Scapagnini: La manutenzione della
    vita
    – Mondadori Ed.

  • F. Bottaccioli: Psiconeuroimmunologia ; Red
    edizioni

  • M. F. Bear / B. W. Connors / M. A. Paradiso:
    Neuroscienze – Masson S.p.A.

  • G. Arcidiacono: Entropia, sintropia,
    informazione
    – Di Renzo Editore

  • Marco Todeschini: Psicobiofisica – Edizioni MEB

  • Maxwell Maltz: Psicocibernetica – Edizioni
    Astrolabio

  • G. Marchese / L’età biologica e la buona salute /
    Web magazine La Strad@

  • G. Marchese / La paura di invecchiare / Web magazine La
    Strad@

 

Dr. Giorgio Marchese – Docente di Fisiologia Psicologica
c/o la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo
Dinamico – Roma
2005